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Ricarica
La wallbox a casa fa la differenza

Cosimo Murianni
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Ricarica - La wallbox a casa fa la differenza

C'è chi dice che l'auto elettrica sia un piacere in senso lato: silenziosa, costi quasi azzerati di manutenzione, autonomia che sulle ultime è ragionevole e ambiente quasi salvo con le emissioni nulle (durante la circolazione). E chi, invece, sottolinea come i lati positivi vengano messi in ombra dalle difficoltà da affrontare per ricaricarla. Chi ha ragione? Entrambi. Soffermiamoci, in questa sede, sui secondi: prima di comprare l'auto elettrica sarebbe opportuno avere un posto proprio dove caricarla, perché pensare di sfruttare solo le colonnine pubbliche è un'utopia. Secondo i venditori è tutto facile e con molte auto viene addirittura fornita la wall box da installare  in garage, ovvero il caricatore intelligente che ripartisce l'energia disponibile tra la vettura e gli altri dispositivi per evitare sovraccarichi. Ma in realtà, come vedremo, le cose sono più complicate di quanto sembra.

Facile fuori città. Se vivete fuori città, in una villa o una piccola palazzina con poche famiglie, pensare di installare nel proprio garage una linea elettrica dedicata alla ricarica è un'operazione abbastanza semplice. Già, parliamo di linea dedicata perché la potenza disponibile per l'utenza domestica, i 3 kW standard, potrebbero non essere sufficienti. Le cose si complicano (e di molto) nei grossi condomini di città, dove vive la maggior parte delle persone. Qui, a patto di possedere un proprio box (e nelle metropoli sono scarsi e costano moltissimo) dove ricoverare la vettura, sorgono essenzialmente due ordini di problemi, uno tecnico e uno burocratico.

Gli ostacoli architettonici. Sul piano tecnico, i passaggi sottotraccia per tubi e cavi (soprattutto degli stabili più anziani) potrebbero essere inadatti a ospitare anche una linea elettrica che dall'esterno porti l'energia necessaria ai garage, spesso situati al di sotto del piano stradale. E non sempre si può aggirare l'ostacolo con una conduttura esterna: la maggior parte delle volte non si può fare oppure i costi per la modifica sono sostenibili solo se condivisi con altri condomini. Se la corrente, invece, è in comune con l'abitazione, la wall box si può installare con relativa facilità, ma, come accennavamo prima, scordatevi di fare tutto con i 3 kW del contratto standard: il raddoppio della potenza è il minimo indispensabile. Se esiste un cortile interno abbastanza ampio da ospitare una zona per la ricarica condominiale, sorge invece il problema di come usarla se i veicoli elettrici dei condomini diventano numerosi e necessitano di restare in carica per svariate ore.

Se il condominio si mette di traverso. Circa le questioni burocratiche, poi, il proprietario di casa che volesse installare nel suo box un punto per la ricarica, potrebbe dover desistere se la corrente utilizzata è in comune con gli altri garage e l'assemblea dei condomini non dà il suo benestare all'effettuazione dei lavori per impiantare una linea elettrica autonoma, che ovviamente comporta interventi anche sulle parti comuni (è il motivo per cui la questione passa al vaglio dell'assemblea). Senza contare che ricaricare l'auto comporta pure una variazione dello stato di rischio per il quale è stata rilasciata la certificazione di prevenzioni incendi (che va quindi rifatta) sulla base della quale si paga anche il premio assicurativo dello stabile.