Maserati
Quattroporte, ammiraglia da 60 anni
Quella del 1963 è un’edizione del Salone di Torino segnata dalla grande creatività dei marchi sportivi provenienti dall’Emilia: la Lamborghini partecipa alla sua prima passerella con la concept 350 GTV, un’anticipazione dal look futuristico di quella che sarà da lì a poco la sua prima granturismo di serie, la 350 GT, mentre la Maserati esibisce ben due modelli del tutto inediti, destinati a fare storia. Uno di questi, la Mistral, viene considerata da molti la granturismo più iconica del Tridente e inaugura la lunga serie di modenesi dedicate ai venti. L’altra, la Quattroporte, segna il debutto di una categoria fino ad allora sconosciuta, quella delle ammiraglie ad alte prestazioni.
La prima generazione. Prendendo spunto dalle GT della Casa, l’ingegner Giulio Alfieri vuole all’epoca replicare le stesse caratteristiche di eleganza, dinamismo e prestazioni degli altri modelli modenesi su una carrozzeria da berlina. E che berlina: Pietro Frua si occupa della linea vettura, ideando per lei delle splendide forme ispirate alla 5000GT. Dentro il cofano motore viene collocato un V8 da 4.2 litri e 260 CV, derivato proprio dalla granturismo, che consente all’auto di toccare i 230 km/h, facendone la berlina più veloce di quel periodo. L’ammiraglia viene presentata il 30 ottobre del 1963, cioè 60 anni fa, per poi essere prodotta tra il 1964 e il 1966 in 252 esemplari, a cui si aggiungono solo 7 unità nel 1965 con un più grande V8 da 4.7 litri e 290 CV. Nel 1966 viene aggiornata con i doppi fari circolari, fino ad allora appannaggio dei modelli destinati al Nord America, mentre il comparto sospensioni vede l’adozione del retrotreno della Mistral, ad assale rigido con molle elicoidali. Ne verranno prodotte in questo caso 437 unità con motore di 4.2 litri, alle quali aggiungere 64 vetture con il più grande 4.7 litri e soli 2 esemplari un V8 di 4.9 litri.
Gli anni 70-80. Solo 13 saranno invece le Quattroporte di seconda generazione, prodotte dal 1974 con soluzioni mutuate dalla Citroën SM, comprese la trazione anteriore e le sospensioni idropneumatiche. Dettagli che convinsero poco i puristi della Casa. Del resto, parliamo di anni difficili per il Tridente, alle prese con la crisi petrolifera: dopo la breve gestione del Double Chevron, la Maserati verrà salvata dall’intervento pubblico per poi essere acquisita dalla De Tomaso. Si arriva così nel 1979 alla terza generazione dell’ammiraglia, con meccanica derivata dalla Kyalami, il che si traduce in ritorno ai motori V8, oltre che alla trazione posteriore. Le sue belle forme, che faranno di lei una delle più iconiche berline del Quirinale, nascono dalla matita di Giorgetto Giugiaro e le permettono di rimanere a listino fino al 1990 in 2.145 unità tra quelle con motore da 4.2 litri (69), da 4.9 litri (2.025) e le ristilizzate Royale (51) da 300 CV.
L’era torinese. Con la quarta generazione del 1994 si entra nell’era Fiat del marchio. L’auto è più compatta, con una lunghezza di 4,55 metri (poco più della coeva Croma, all’epoca in uscita), e ha uno stile firmato da Marcello Gandini, padre di grandi capolavori. Nel 1998, quando la Maserati è sotto il controllo della Ferrari, a sua volta in orbita Fiat, viene lanciata la Quattroporte Evoluzione, di fatto un aggiornamento con tante piccole migliorie volte soprattutto ad aumentare l’affidabilità, in precedenza punto dolente di questo modello. La quarta serie della Quattroporte rimarrà in produzione fino al 2001, quando chiuderà la propria carriera dopo 2.400 unità, di cui 720 quelle successive all’aggiornamento.
Il nuovo millennio. La quinta serie del 2003 segna il rilancio della Casa sul mercato globale. Lo stile, elegante e sinuoso, è frutto dell’atelier Pininfarina, che conferisce a questa vettura un aplomb da vera auto di lusso. Dentro il cofano motore c’è un V8 la cui cilindrata, in origine di 4.2 litri, salirà a 4.7 litri nel 2008, accompagnando la produzione di quest’auto fino al 2013, quando la quinta generazione chiude la carriera con più di 23 mila unità piazzate. In quell’anno la vettura lascia il testimone alla sesta serie, quella attuale, lunga ben 5,26 metri e con uno stile curato dalla stessa Casa sotto l’egida di Lorenzo Ramaciotti. Nel cofano motore troveranno spazio propulsori V8 e V6, tra cui, per la prima volta, delle unità a gasolio, che al lancio risultano fondamentali per il buon successo di questo modello in Europa. Sembra passata un’eternità: la nuova Quattroporte, che arriverà nel 2024, sarà solo elettrica.