60 anni fa, al Salone di Torino del 1963, viene presentata la 350 GTV, ovvero la prima creazione dell’Automobili Lamborghini, fondata dal patron Ferruccio proprio in quell’anno. Parliamo di una granturismo dalla linea elegante e futuristica, che ben poco ha in comune con le Lambo di oggi, estreme nelle forme e nella sportività.
Il motore. Sportiva, e non poco, lo è in verità anche questa concept, soprattutto sotto pelle: il suo V12 di 3.5 litri, ideato dall’ingegner Giotto Bizzarrini, può erogare fino a 360 CV a 8.000 giri/minuto, spingendo la due porte fino a una velocità massima di 280 km/h. O almeno, così si stima all’epoca: i carburatori verticali, troppo voluminosi per l’alloggiamento del propulsore, obbligano la Lamborghini a mostrare la meccanica su un telaio a parte, privo di carrozzeria. A questo rimedierà due decenni dopo il collezionista Romano Bernardoni, completando il prototipo con il propulsore pensato per questa vettura.
In produzione. La 350 GTV, tuttavia, non può essere considerata un semplice esercizio di stile: la sua linea futuristica, ideata da Franco Scaglione, verrà in parte rivista (soprattutto nel frontale, ora privo dei fari a scomparsa) dalla carrozzeria Touring con il lancio della 350 GT, la sua versione di serie. Di fatto, l’auto che darà il via alla lunga carriera commerciale della Casa di Sant’Agata Bolognese, all’epoca una nuova agguerrita concorrente della Ferrari in terra emiliana.
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