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Industria e Finanza

Adolfo Urso
"Dobbiamo fermare il declino dell'auto: servono accordi con Stellantis e altre Case"

Rosario Murgida
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Adolfo Urso - "Dobbiamo fermare il declino dell'auto: servono accordi con Stellantis e altre Case"

Adolfo Urso torna a parlare dell'auto e della necessità di fermare il calo delle produzioni italiane anche tramite specifici accordi con Stellantis, la filiera o altri costruttori automobilistici. In particolare, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, nel corso del programma Progress di SkyTg24, ha ricordato "il declino che dura da 20 anni, in maniera molto più accentuata da 10 anni", e ha ribadito la necessità di "invertire questa tendenza". "Bisogna produrre più auto in Italia e si può fare. Secondo i dati dei sindacati le attuali linee produttive possono produrre oltre un milione e mezzo di autovetture", ha proseguito Urso, ricordando ancora una volta come come l'anno scorso gli impianti italiani abbiano sfornato solo 473 mila autovetture, contro un immatricolato di circa 1,4 milioni di unità.

Le proposte. Il ministro ha quindi indicato una serie di misure che sarebbero necessario per invertire la rotta, a partire da una rimodulazione degli incentivi in modo da evitare quanto avvenuto l'anno scorso: l'80% delle agevolazioni hanno interessato veicoli importati dall'estero. Questo vale per la domanda, ma bisogna agire anche sul lato dell'offerta. "Dobbiamo sicuramente investire di più su modelli innovativi anche a tutela della straordinaria filiera dell'auto", ha spiegato osserva Urso, parlando di un confronto "continuativo" con il gruppo guidato da Carlos Tavares "affinché si possa raggiungere un'intesa di alto profilo con un piano industriale chiaro che ci dimostri l'intenzione di investire nel Paese" al pari di quanto il costruttore sta facendo nell'area del Mediterrameno tra Marocco e Algeria. Oltre all'auspicato accordo con Stellantis, servono, però altri strumenti, tra cui un'intesa con tutta la filiera per arrivare. "Ma non basta: abbiamo bisogno anche di altre Case automobilistiche per reggere la sfida della transizione e all'elettrico e per consentire a quella straordinaria filiera dell'automotive, orgoglio del made in Italy, di poter sopravvivere e competere", ha argomentato il ministro.