T&E
"Auto tassate in base alle emissioni e bollo anche per le storiche"
"ll sistema italiano di tassazione dell’auto è completamente sganciato dalle emissioni di CO2" e, pertanto, andrebbe rivisto. L'accusa-proposta, destinata a sollevare un polverone, arriva dall'associazione Transport & Environment e, in particolare, dalla nuova edizione della Good Tax Guide, uno studio sul sistema fiscale applicato all’auto in 31 Paesi europei. "Insieme a Bulgaria e Slovacchia, l'Italia è uno dei tre Paesi europei - e l’unico tra i grandi mercati automotive dell’Ue - a non applicare alcuna imposta parametrata alle emissioni climalteranti", spiega l'organizzazione green. "Una distorsione, questa, che si traduce in una tassazione dannosa per il clima e scarsamente incentivante per le tecnologie più avanzate ed efficienti". In Italia, continua T&E, "alcune leve fiscali non prevedono alcun differenziale tra veicoli inquinanti e veicoli a zero emissioni, violando interamente il principio alla base della politica ambientale europea, secondo cui 'chi inquina paga'".
I confronti. L’analisi considera la fiscalità applicata sia al canale privato che a quello aziendale. Tuttavia, solo la Francia sta promuovendo politiche efficaci per incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche. In un arco di possesso e gestione del mezzo pari a quattro anni, l'Italia evidenzia un divario fiscale medio tra elettriche e auto convenzionali che per le auto concesse ai dipendenti in fringe benefit può arrivare a 14.700 euro: un valore sensibilmente inferiore rispetto a Paesi come il Portogallo (30.300 euro) o la Slovenia (27.000 euro). Tale divario va largamente attribuito alla tassazione entrata in vigore l'1 gennaio, che riduce le esenzioni per gran parte dei veicoli endotermici, mentre le aumenta per quelli plug-in hybrid e, soprattutto, per quelli elettrici. Tuttavia, T&E critica anche altre leve fiscali: infatti, la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo garantiscono la medesima esenzione fiscale alle auto endotermiche e alle Bev.
"Riformate la fiscalità, anche le storiche paghino il bollo". Dunque, Transport & Environment chiede al governo "un urgente riforma della fiscalità dell’auto", per favorire la diffusione delle tecnologie green e "allineare il nostro sistema a quello degli altri Stati europei". Tre le soluzioni proposte: rimodulare la "tassa di immatricolazione" in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, per garantire una fiscalità più sostenibile ed equa; aggiornare la tassazione delle auto aziendali, adottando le emissioni come parametro regolatorio, per favorire l’adozione di tecnologie a zero emissioni attraverso la tassazione dei benefit-in-kind, la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo; eliminare esenzioni o riduzioni dal pagamento del bollo per veicoli storici inquinanti. "In Italia serve una riforma coraggiosa e graduale, a favore di chi sceglie tecnologie pulite e penalizzi chi continua a inquinare", sentenzia Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia. "La fiscalità è uno degli strumenti più incisivi per orientare le scelte dei consumatori e delle imprese. Prova ne è la recente riforma sulle auto aziendali in uso ai dipendenti, che ha già contribuito ad aumentare la quota di auto elettriche nel mercato aziendale nel primo trimestre del 2025. Ma ci sono ancora ampi spazi di miglioramento: lo sconto fiscale ancora previsto per le auto endotermiche va rivisto e gradualmente eliminato del tutto. È inoltre urgente intervenire sulla tassa di immatricolazione, sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’Iva, strumenti dal grande potenziale per accelerare la transizione".