Mercato europeo
Dopo il Covid, la crisi dei chip: nel 2021 immatricolazioni sempre più giù
Per via del coronavirus, il 2020 è passato alla storia come uno dei peggiori anni vissuti dal settore automobilistico europeo, ma il 2021 si è rilevato perfino peggiore: i dati forniti dall'Associazione europea dei costruttori (Acea) parlano chiaro e parlano di 11.774.885 vetture immatricolate in Ue, Paesi Efta e Regno Unito, l’1,5% in meno rispetto a un 2020 caratterizzato da una contrazione del 24,3%.
Le cause. L’associazione attribuisce l'andamento negativo al calo della domanda per la carenza di semiconduttori, che ha influito pesantemente sulle attività produttive e quindi sulla disponibilità di prodotto in special modo durante la seconda metà dell’anno. Gli ultimi sei mesi hanno, infatti, determinato una totale inversione di tendenza rispetto a un primo semestre in spolvero: tra gennaio e giugno, le immatricolazioni risultavano in rialzo del 27,1% ma da luglio in poi hanno iniziato a perdere terreno a rotta di collo. Dicembre si è chiuso con appena 950.218 immatricolazioni e una flessione del 21,7%. Si tratta di un miglioramento rispetto, per esempio, alle contrazione di quasi il 30% rilevata dal mercato a ottobre (-29,3%), ma è comunque il segnale di una situazione preoccupante per l’intero settore automobilistico, alle prese con la perdita di 3,3 milioni di immatricolazioni rispetto al livelli pre-covid del 2019, e in particolare per alcuni Paesi.
I mercati principali. Lo scorso mese è stata l’Italia a registrare la peggior performance con un calo del 27,5%; la Germania ha perso il 26,9%, la Spagna il 18,7%, il Regno Unito il 18,2% e la Francia il 15,1%. I dati annuali mostrano, invece, un quadro più variegato, con il mercato italiano a registrare il miglior andamento (5,5%) e gli altri "major market" in leggera crescita se non in territorio negativo: +0,5% per la Spagna, +1% per la Francia e il Regno Unito e -10,1% per la Germania.
Stellantis. Nella classifica annuale dei maggiori produttori, Stellantis chiude il primo anno di vita al secondo posto dietro il gruppo Volkswagen. Il costruttore italo-franco-americano ha registrato 2.378.979 veicoli, l’1,6% in meno rispetto ai dati del 2020 frutto della sommatoria dei risultati della Fiat Chrysler e della PSA. Dicembre, con 177.734 immatricolazioni, mostra una flessione del 23,8%. Tutti i marchi sono in territorio negativo, con l’unica eccezione della Maserati (+0,2%): -16,1% per la Peugeot, -15,5% per la Opel, -39,2% per la Fiat, -21,4% per la Citroën, -30,4% per la Jeep, -53,2% per la Lanica, -1,3% per la DS e -45,4% per l’Alfa Romeo.
I costruttori tedeschi. Il gruppo Volkswagen fa anche peggio, con 2.944.117 immatricolazioni e un calo del 3,7% sul 2020. L’ultimo mese dell’anno, con 223.281 immatricolazioni, risulta in contrazione del 30,4% per effetto del -39,8% del marchio VW, del -16,5% dell’Audi, del -26,5% della Skoda, del -32,1% della Seat e del -7,7% dei brand del lusso Bentley, Bugatti e Lamborghini. Si salva la Porsche con un +34,8%. Indicazioni contrastanti arrivano dai dati del gruppo BMW. I bavaresi, con 858.763 targhe, chiudono l’anno con una crescita dell’1,3% ma subiscono a dicembre un calo del 22,3% a 68.590 unità: il marchio dell’Elica flette del 31% mentre la Mini mette a segno un +14,4%. La Daimler, invece, cala dell’11% nei dodici mesi (678.574 immatricolazioni) e del 14,9% a dicembre (63.822), con la Mercedes in contrazione del 13,8% e la Smart in discesa del 30,7%.
Le altre Case occidentali. Tra le altre Case occidentali, il gruppo Renault chiude l’anno con un -10,9% (1.093.539 veicoli) e l’ultimo mese in flessione del 10,8% (112.253). A dicembre, la Losanga perde il 21,3%, mentre la Dacia guadagna l’11%, l’Alpine il 67,1% e la Lada il 135,4%. Pesante l’andamento della Ford, con un -38,2% annuale (35.421 unità) e un -19,2% mensile (523.970), mentre la Volvo chiude l’anno in crescita dell’1,1% (289.301) nonostante il -19,8% di dicembre (27.139). La Jaguar Land Rover piazza 149.784 veicoli nell’intero 2021 e scende del 6%, ma nel solo mese di dicembre subisce un crollo del 45% con 9.513 immatricolazioni. Di queste, 6.907 sono del marchio dei fuoristrada (-34,8%) e 2.606 del brand del Giaguaro (-61,2%).
Gli asiatici. Il gruppo Hyundai/Kia consolida il primo posto tra i costruttori asiatici: con 1.018.563 immatricolazioni, i coreani chiudono l’anno in crescita di ben il 21,1%, mentre a dicembre assistono a un miglioramento dell’1% grazie a 74.848 targhe: 42.750 sono vetture Hyundai (-2,7%) e 32.098 Kia (+6,4%). Di contro, il gruppo Toyota cresce del 9,6% nei dodici mesi (56.065 immatricolazioni) e scende del 18,7% nello scorso mese (65.065), con il marchio omonimo in calo del 17% e la Lexus del 39,8%. A dicembre, la Nissan perde il 30,5% (-14,2% nel 2021), la Honda il 42,4% (15,3%), la Mazda il 41,9% (+4%) e la Mitsubishi il 16,1% (-29,1%).