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Jaguar XE
Al volante del restyling

Omar Abu Eideh
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Non tutti i restyling hanno la stessa caratura: ci sono quelli "d'ufficio", che cambiano poco la sostanza del prodotto. E quelli che, invece, valgono molto di più. L'aggiornamento di cui ha beneficiato la Jaguar XE appartiene alla seconda categoria: la berlina inglese, infatti, è stata rinnovata sotto diversi punti di vista, dagli affinamenti estetici alla razionalizzazione della gamma motori. La quale, per il momento, non cede all'elettrificazione.

Si guida (molto) bene.  Su strada, la XE mette in mostra un comportamento neutro, senza cedere a eccessivi coricamenti laterali. Lo sterzo è abbastanza diretto ed è collegato a un avantreno solido, di quelli che infondono sicurezza. L'insieme non perde di vista il  confort, amplificato dai nuovi materiali insonorizzanti. Nonostante la stazza, fra le curve la XE si muove con agilità, si inserisce rapidamente e trova subito un appoggio solido. Validi anche l'impianto frenante e il cambio automatico a 8 marce, a proprio agio quando si procede senza troppa fretta e meno pronto nella guida più impegnata (in tal caso, è meglio ricorrere alla modalità manuale, apprezzando l'ottima fattura delle palette d'alluminio integrate dietro lo sterzo)

Solo quattro cilindri. La meccanica prevede un motore longitudinale con trazione posteriore e una distribuzione dei pesi ugualmente ripartita fra i due assi. La monoscocca, per il 75% di alluminio, beneficia di sospensioni anteriori a doppio braccio trasversale, derivate dalla F-Type, e di un retrotreno multilink fatto di elementi d'alluminio forgiato o pressofuso. Parlando di motori, il duemila turbodiesel da 180 CV si fa apprezzare per le doti di coppia (430 Nm) più che per l'allungo, ma è più confortevole rispetto alla prima versione della XE. Il turbobenzina di 2.0 litri e 250 CV scende a 365 Nm, ma ovviamente ha un allungo ben più soddisfacente. Per chi cerca di più, c'è poi la versione da 300 CV e 300 Nm a trazione integrale (il 4x4 si può avere pure sulla diesel).  

Cresce la qualità percepita. Il segmento della XE non può prescindere dalla qualità costruttiva e da un corredo tecnologico all'altezza. Nel processo di affinamento, i tecnici della Jaguar hanno lavorato parecchio sui materiali interni: per esempio, i pannelli porta, tallone d'Achille della precedente XE, sono stati completamente rivisti. Le plastiche rigide sono sparite e non mancano nuovi colori e componenti, come il volante trapiantato dalla I-Pace o il sistema di ricarica induttiva per smartphone, ricavato nella base della plancia.

Lo specchietto hi-tech. Il nuovo specchietto retrovisore interno digitale, il quale proietta le immagini provenienti da una telecamera incorporata nell'antenna installata sul tetto, fa un certo effetto. La risoluzione è elevata, l'angolo di visuale è maggiore rispetto allo specchietto tradizionale (50° contro 25) e l'immagine, che non risente della presenza dei passeggeri, può essere regolata in luminosità. Tuttavia bisogna abituarsi, perché sulle prime sembra mancare il senso della profondità: tra l'altro, in alcuni frangenti, si notano dei riflessi provenienti dal lunotto.  

Triplo schermo. Sulla plancia, spiccano il quadro strumenti digitale, l'head-up display (ora integrato meglio nel ponte di comando) e l'infotainment con touch screen da 10”, presente sull'allestimento HSE: l'impianto integra la console del climatizzatore e minimizza i comandi fisici. Rimangono solo i selettori circolari della temperatura, voluti da Ian Callum: il capo del centro stile Jaguar ha lavorato anche sui gruppi ottici, assottigliandoli (un'operazione resa possibile dall'integrazione delle luci full Led) e sui paraurti, ridisegnati per dare l'idea di una vettura più larga e piantata a terra. I prezzi italiani della XE partono dai 45.035 euro della diesel 180 CV automatica in allestimento S.