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Mhero 1
L'Hummer cinese, tra fantascienza e off-road

Luca Cereda
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L’aria da auto elettrica, proprio non ce l’ha, anzi. Dal look militaresco alle dimensioni pachidermiche, tutto apparentemente prende le distanze dall’universo di valori della transizione ecologica. Eppure, scheda tecnica alla mano, le carte sarebbero in regola: a partire dallo zero alla voce emissioni (allo scarico) di CO2. A ben guardare, poi, questo veicolo non è neppure unico nel suo genere, perché risponde a quel concetto di Bev, un po’ paradossale, già sdoganato da mezzi come la GMC Hummer EV. Rispetto alla quale, questa Mhero 1 aggiunge un tocco distopico, regalando scorci da Tesla Cybertruck, e desta curiosità come tipicamente accade di fronte a certi auto cinesi che escono dal cliché della solita berlina o Suv a batteria di stampo orientale. Ancor di più con quell’aspetto: magnetico. Oltretutto, la Mhero 1 è prodotta da Mengshi, una controllata del gruppo Dongfeng, la Mhero 1 è, al momento, un frutto proibito per noi italiani e per larga parte d’Europa: si vende solo in Svizzera, distribuita dalla Noyo, società d’importazione di Bev cinesi d’alta gamma, creata e guidata dall’ex numero co-fondatore della Byton, Daniel Kirchert. Il prezzo di questo panzer? 148.990 franchi, pari a circa 152.000 euro al cambio attuale.

Hollywoodiana. Girando intorno al "mostro", c’è da perdere del tempo soffermandosi sui singoli dettagli. Uno per tutti, a stuzzicarmi è il logo nella calandra, che rappresenta la stilizzazione di un’antica maschera da guerriero. Ma pure la carrozzeria, dalle superfici poliedriche, che dà alla Mhero 1 un aspetto hollywoodiano. E c’è solo l’imbarazzo della scelta nel nominare un film da cui potrebbe saltar fuori quest’auto. Le ruote da 20’’ con gommone tassellate, sono solo l’antipasto di quel che mi attende a pochi metri di distanza, dov’è allestito - in una zona ad hoc di centro tecnico del Touring Club Svizzero, visino a Zurigo - un proving ground per assaggiare le doti fuoristradistiche di questa Bev cinese.  

Negli interni… pistole. Passo così all’abitacolo, che in vari aspetti riecheggia quello delle fuoristrada di lusso. Non mancano rivestimenti (principalmente di pelle), inserti di legno (piacevoli alla vista e al tatto) e comodità come i tavolini (anch’essi con finiture di legno) a beneficio dei passeggeri in seconda fila. La qualità percepita è appagante, anche perché l’allestimento è praticamente full optional. Questa Suv ha tutte le sedute ventilate e riscaldate, nonché regolabili elettricamente anche in seconda fila. È compreso pure lo schermo per il passeggero (da 12,3’’), mentre nella console che divide le due sedute esterne del divanetto è incastonato un touchscreen da 8’’ con cui si possono controllare clima, luci, multimedia, sedili e altro ancora: come da tradizione sulle elettriche orientali, la tecnologia la fa da padrona e, per la musica, non manca un impianto hi-fi firmato Dynaudio. Tutto bene, finché l’occhio non cade su un dettaglio: le maniglie delle portiere, che combinate a una modanatura sovrastante riproducono la sagoma di una pistola: uno slancio "creativo" di cui, francamente, avremmo fatto a meno.

Quattro motori, cavalli e coppia a volontà. A inquadrare la Mhero 1, però, sono soprattutto i suoi numeri. Partaimo dalle dimensioni: 4,99 metri di lunghezza (avrei detto di più) per 2,08 di larghezza, 1,94 di altezza e 2,95 di passo. Quote che generano interni piuttosto ariosi per cinque passeggeri, lasciando spazio anche per un bagagliaio da 452 litri (1.137 con i sedili posteriori abbattuti). Il powertrain a trazione integrale, composto da quattro motori elettrici (due per assale) e da una batteria di tipo Nmc  da 142,7 kWh, conta la bellezza di 1.088 CV e 1.400 Nm di coppia, mentre l’autonomia dichiarata è di 450 km (con la possibilità di passare dal 30 all’80% in tre quarti d’ora, ricaricando in CC a un picco massimo di 100 kW). Lo 0-100 km/h recita 4,2", mentre la velocità è autolimitata a 180 km/h.

Un po' di trekking. Notevole anche il corredo tecnico al servizio delle velleità fuoristradistiche, dai blocchi del differenziale (anteriore e posteriore) alle sospensioni pneumatiche regolabili in altezza, che permettono di variare la luce a terra da un minimo di 23 a un massimo di 33,5 cm. Gli angoli: 37° quelli d’attacco e d’uscita, 28° quello di dosso. La Mhero 1 può affrontare guadi di 90 centimetri e, in condizioni ottimali (della vettura come del fondo), pendenze fino al 100%, secondo quanto dichiarato dalla Casa. In questa rapida presa di contatto ci siamo più che altro divertiti a solleticarne l’animo avventuroso, in un set fatto su misura, attraversando pietraie, pavimenti di tronchi, distese di rocce grosse e pietruzze fini. Gli ostacoli o i fondi a bassa aderenza non hanno mai messo in crisi la Mhero 1, che ha cinque mappature specifiche (Mud, Sand, Snow, Gravel e Wade) solo per l’off-road,  nonché il regolatore di velocità per aiutarsi nelle discese più ripide (in questo caso ne abbiamo affrontata una del 70%, mentre in salita non siamo andati oltre il 50%). L’aspetto più complicato è stato trovare il giusto feeling col pedale destro, che in situazioni del genere – e a maggior ragione con tanta spinta subito disponibile – va trattato con leggerezza.

Gira stretto. La Mhero 1 ha anche l’asse posteriore sterzante (di 10,6°), che ho potuto apprezzare tanto negli esercizi di off-road quanto su strada: un jolly che permette a questa Suvvona di muoversi con sorprendente agilità negli spazi stratti, potendo contare su un diametro di sterzo minimo davvero ridotto. Allo stesso modo, le telecamere forniscono visuali da qualsiasi prospettiva, per evitare sgradite sorprese in fuoristrada come i piccoli contatti nei parcheggi cittadini. Con tutti questi aiuti tecnologici e l’onnipresente spinta del powertrain elettrico, viaggiando con questa Suv ci si dimentica quasi di muoversi in un vero e proprio bunker (peraltro ben insonorizzato), dal peso di 3,4 tonnellate a secco: dettaglio che, però, si fa sentire non appena la strada si attorciglia un po’. Al termine del giro, c’è ancora tanto da scoprire su quest’auto, ma i tempi (tiranni) del test drive non me lo permettono. Sarebbe bello rivedersi a Vairano.