Great Wall Hover 5

La Great Wall Hover 5 vanta un originale primato. È stata infatti la prima auto cinese venduta ufficialmente in Italia, a partire in pratica dal 2007. Anche se inizlamente la si potrebbe magari definire Suv - e con linee tutto sommato anche gradevoli - si tratta in effetti di una fuoristrada di vecchia scuola. Adotta difatti un classico telaio a longheroni e traverse, su cui è poi appoggiata la scocca. Le sospensioni posteriori sono in linea con questa scelta, con un assale rigido abbinato a bielle longitudinali. Anche nell’abitacolo non si respira aria di grande modernità. Sugli esemplari antecedenti il restyling del 2010 gli arredi hanno un look che ricorda le vetture degli anni Novanta - e neppure le migliori - con i pulsanti messi un po’ alla rinfusa. Gli equipaggiamenti sono abbastanza lontano dagli standard delle concorrenti occidentali. Sulle Hover 5 ante facelift qualche lacuna emerge talvolta anche sul fronte della sicurezza, con la mancanza per esempio del controllo elettronico della stabilità. Attenzione all’omologazione come autocarro di molti esemplari, con tutte le implicazioni del caso dal punto di vista burocratico e normativo.

I MOTORI DELLA GREAT WALL HOVER 5 USATA
L’uso del plurale è in pratica superfluo, questa volta. A spingere tutte le Great Wall Hover 5 usate protagoniste delle inserzioni è un quattro cilindri da 2,4 litri di origine Mitsubishi e qui impiegato in una configurazione depotenziata con 133 o 126 CV. A cambiare può essere casomai l’alimentazione. Accanto a esemplari a benzina se ne possono trovare altri bifuel, capaci di viaggiare anche a gas. Quanto alla trasmissione, la Hover 5 è stata venduta sia a con due che con quattro ruote motrici, con l’aggiunta in questo caso del riduttore. Inutile invece mettersi alla ricerca di una di queste Great Wall con cambio automatico: tutti le vetture hanno un selettore manuale.

PRO E CONTRO DELLA GREAT WALL HOVER 5 USATA
La Great Wall Hover 5 ha come pregio principale una notevole abitabilità. Complici le dimensioni generose, ha cinque comodi posti a misura più di americano medio, che non di cinese. Il bagagliaio ha a sua volta una notevole capacità. Questa può risentire solo della eventuale presenza della bombola del gas e della paratia che separa l’area di carico dalla zona riservata ai passeggeri, due elementi che non consentano di sfruttare appieno tutto il volume utile interno. Altro punto di forza è il comportamento fuoristrada, grazie alle buone doti di incassatrici delle sospensioni e alla presenza delle marce ridotte sulle Hover 5 a trazione integrale. Le note dolenti arrivano invece in primis dalla scarsa qualità delle finiture. Materiali scadenti e assemblaggi approssimativi fanno emergere un quadro deludente fino all’aggiornamento introdotto in occasione del restying. Anche il confort desta più di una perplessità specie sulle Hover 5 autocarro. I sedili sono duri, così come l’assetto, e l’insonorizzazione è modesta. Non va meglio in termini di piacere di guida, a causa anche di uno sterzo lento e impreciso. Altre critiche vanno infine ai freni, con dischi sottodimensionati che portano a spazi d’arresto lunghi e a una limitata resistenza alla fatica.
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