Dodge Journey
I MOTORI DELLA DODGE JOURNEY USATA
Qui è superfluo parlare di motori al plurale. Negli Stati Uniti la Dodge Journey è stata venduta con un notevole assortimento di propulsori mentre in Italia la scena è stata monopolizzata da un’unico motore. Si tratta di un due litri turbodiesel a iniettore-pompa di origine Volkswagen. Questa unità, dotata di filtro antiparticolato, è accreditata di una potenza massima di 140 CV e di una coppia di 310 Nm costanti tra i 1.750 e i 2.000 giri. Parlando di prestazioni, la velocità massima è di 188 km/h, mentre il tempo dichiarato nella prova di accelerazione 0-100 km/h è di 11,6 secondi. Sfogliando gli annunci si possono trovare due alternative a livello di cambio. Molti esemplari adottano infatti il classico cambio manuale a sei marce, che era offerto di serie. Alcuni dispongono invece della trasmissione a doppia frizione sviluppata in collaborazione con Getrag.
PRO E CONTRO DELLA DODGE JOURNEY USATA
La Dodge Journey fa della generosa abitabilità e della grande praticità le sue armi migliori. Guardandosi in giro nell’abitacolo si scoprono spazi dedicati a ogni tipo di oggetto. Tra i tanti vani va ricordato quello refrigerato presente nella plancia insieme al cassetto posto in cima alla console, senza contare i ripiani nel mobiletto davanti al cambio. I centimetri a bordo sono tanti in ogni direzione e possono essere sfruttati al meglio.Ciò grazie anche ai sedili posteriori, che sono frazionabili, regolabili separatamente e possono scorrere di una spanna abbondante. Apprezzabile è pure il fatto che le porte si aprano quasi ad angolo retto. La capacità di carico soddisfa le esigenze anche di chi ha una famiglia numerosa o pratica hobby che comportano l’uso di attrezzatura ingombrante. Tra i difetti va invece segnalata in primis una risposta secca delle sospensioni posteriori sui tipici ostacoli urbani, quali tombini, rallentatori e rotaie. Sul libro nero finiscono in aggiunta le molte plastiche rigide e la visibilità posteriore, ostacolata dai montanti e dai poggiatesta. A mettere una pezza può provvedere però la retrocamera. Discreti e nulla più i freni, che lamentano spazi d’arresto un po’ lunghi.