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Das cabrio
Le scoperte secondo la Volkswagen – FOTO GALLERY

Alessandro Mirra
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Das cabrio - Le scoperte secondo la Volkswagen – FOTO GALLERY

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Un mito open top. Nel 1949 entra in produzione il Maggiolino Cabriolet, una variante scoperta del mitico Käfer sviluppata dalla tedesca Karmann, un’azienda la cui storia è legata a doppio filo ai modelli en plein air e di piccola serie, soprattutto Volkswagen.

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Come se avesse il tetto. Uno spaccato del Käfer, che mantiene la meccanica della versione coperta con il motore posteriore longitudinale a sbalzo e la trazione posteriore. Le molle a spirale e la ruota di scorta collocata in posizione orizzontale identificano l’esemplare del disegno come un Maggiolone, tecnicamente più sofisticato del Maggiolino e prodotto a partire dal 1970.

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Di nicchia ma non troppo. Con gli stessi aggiornamenti apportati negli anni al Maggiolino coperto, la sua variante cabriolet verrà prodotta nello stabilimento Karmann di Osnabrück fino al 10 gennaio del 1980, quando viene assemblato l’ultimo esemplare, il numero 331.847.

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Stile italiano. Sulla base del Maggiolino viene sviluppata la Karmann Ghia, uscita per la prima volta dalle linee di Osnabrück nel 1955 e disegnata dall’italiana Ghia. Due anni dopo, vedrà la luce anche la variante cabriolet.

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Un buon successo. Nella foto, il Maggiolino cabrio condivide le linee di montaggio con la Karmann Ghia a Osnabrück. Di quest’ultima vengono prodotte 362.601 coupé e 80.881 cabriolet fino al 1974.

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Origine militare. La Volkswagen Typ 181, in Italia nota come Pescaccia, viene prodotta a partire dal 1969. La sua linea non nasconde l’origine militare del progetto, ideato pensando a un possibile impiego nelle truppe della Nato.

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La joint venture. Presentata al Salone di Francoforte nel 1969, la 914 è frutto di un accordo tra la Porsche e la Volkswagen, che la vendono con un unico marchio.

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VolksPorsche. Già nel 1971, la 914 diventa la sportiva più venduta in Germania. La 914/4 a quattro cilindri viene prodotta dalla Karmann a Osnabrück, mentre la 914/6 con il flat six di 2 litri viene assemblata a Stoccarda.

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La spiaggina. Negli anni 70 impazza la moda delle auto da spiaggia, comunemente note come dune buggy. Anche la Karmann decide di cavalcare l’onda con il modello GF nella foto, caratterizzato da una carrozzeria di plastica collocata sul pianale del Maggiolino.

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Non solo in kit. La Karmann porta così in produzione nel 1971 gli appositi kit di trasformazione del Maggiolino, che consentono di ottenere, appunto, il modello GF. Quello già assemblato entrerà in commercio solo nel 1977 e rimarrà a listino fino agli anni 80.

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Un cult. Nel 1974 entra in produzione la Volkswagen Golf, che verrà affiancata nel 1979 dalla versione cabriolet, sviluppata e prodotta dalla Karmann. Per rispettare le normative di alcuni mercati, tutte le unità realizzate vengono dotate di un vistoso rollbar centrale, che costa alla vettura il nomignolo di ''cesto di fragole''.

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La produzione. Anche la Golf Cabriolet viene prodotta a Osnabrück, dove condivide le linee di montaggio con il Maggiolino Cabriolet.

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Longeva. Nonostante l’esordio della seconda generazione della berlina nel 1983, la prima serie della Golf Cabriolet verrà prodotta fino al 1993, seppur con diversi aggiornamenti, in 388.525 esemplari.

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La seconda serie. Proprio nel 1993 debutta la seconda generazione della cabriolet, basata sulla terza serie della Golf.

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Il nuovo modello. Nel 1997 entra a listino la Volkswagen Golf IV, seguita due anni dopo dalla variante scoperta.

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Un semplice restyling. In realtà, la versione cabriolet della Golf IV è ancora basata sulla seconda serie della scoperta, per l’occasione aggiornata con il frontale della nuova berlina, mentre la linea posteriore e la plancia rimangono pressoché le stesse. In totale, sono oltre 200 mila le Golf Cabriolet di seconda generazione prodotte a Osnabrück fino al 2001.

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La riedizione di un mito. Nel 2003 arriva sul mercato la Volkswagen New Beetle Cabriolet, variante en plein air del Maggiolino del nuovo millennio. In questo caso, tuttavia, la produzione non avviene a Osnabrück, ma in Messico, a Puebla.

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Al posto della Golf. Nel 2005 viene presentata al Salone di Francoforte la Volkswagen Eos, che cavalca l’onda del successo delle coupé-cabriolet, molto in voga nei primi anni del nuovo millennio.

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Il facelift. La Eos viene ristilizzata nel 2011, rivelando stilemi in linea con quello che, all’epoca, è il nuovo family feeling del marchio. Come le precedenti Eos, gli esemplari di nuova generazione vengono prodotti a Palmela, in Portogallo.

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Ancora una Golf. A seguito dell’acquisizione della Karmann da parte della Volkswagen, nel 2011 parte a Osnabrück la produzione di una nuova Golf Cabriolet, basata sulla sesta serie della berlina. Verrà prodotta fino al 2014, quando è ormai in vendita già da un paio d’anni la Golf VII.

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Nome italiano. Nel 2013 entra in commercio l’erede della versione en plein air della New Beetle, disegnata da Marc Lichte e venduta come Maggiolino Cabrio sul mercato italiano. Assemblata anch’essa a Puebla (Messico), verrà prodotta fino al 2019.

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La novità. Il successo della T-Roc ha convinto la Volkswagen a produrre a Osnabrück una variante cabriolet della vettura, già ordinabile. Si tratta della prima Suv del marchio in versione open top.

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Comando elettrico. La capote di tessuto ricalca la soluzione già adottata sulle più recenti Maggiolino e Golf scoperte: la capote impiega 9 secondi ad aprirsi e 11 a chiudersi, anche in marcia, fino a una velocità di 30 km/h.

La Volkswagen T-Roc Cabrio, con la sua rara carrozzeria da scoperta a ruote alte, rappresenta solo l’ultima di una lunga serie di open top del marchio tedesco, in buona parte legate a doppio filo alla storia della Karmann, acquisita nel 2009 dallo stesso colosso di Wolfsburg: modelli come l’originario Maggiolino Cabrio e le varie versioni scoperte della Golf e della Karmann Ghia, nonché la “VolksPorsche” 914/4, sono uscite dallo stabilimento di Osnabrück del noto carrozziere tedesco, dove peraltro sta venendo al momento assemblata anche la versione en plein air della T-Roc.

Lo stabilimento della Karmann. Del resto, l’azienda della Bassa Sassonia ha sviluppato alcuni tra i migliori sistemi di apertura per tetti ripiegabili che, di fatto, l’hanno resa tra i più noti produttori al mondo di vetture scoperte. Non tutte le cabriolet Volkswagen, tuttavia, sono state sviluppate e assemblate dall’atelier tedesco: modelli come la Eos, la New Beetle e la sua erede sono nate altrove, fuori dalla Germania. Ne parliamo con maggiori dettagli nelle didascalie della nostra galleria di immagini, dove troverete le più famose Volkswagen con carrozzeria scoperta.