Mercedes-Benz - Le auto del grande Bruno Sacco
Mercedes 190. Prodotta in ben 1.879.629 esemplari a partire dal 1982, è l’auto che renderà più orgoglioso Bruno Sacco, come lui stesso ci confessa nel 2011: ''Non per motivi stilistici, bensì perché rappresentò qualcosa di nuovo e perché ne ebbi la responsabilità anche a livello concettuale''.
Mercedes Classe A. Un progetto non facile, quello della prima auto della Stella a trazione anteriore. Annunciata nel 1992, e in parte anticipata dalla concept Vision A93 dell’anno seguente, la vettura viene presentata nel 1997. Nonostante il test dell’alce, la W168 - questo il suo codice progettuale - sarà un successo: ne verranno prodotte 1,1 milioni.
Mercedes SL. Se la 190 è l’auto di cui Sacco va più orgoglioso, la SL della serie R129 – assieme al modello dell’immagine seguente –, è la Mercedes che il designer preferisce ''sotto il profilo della linea nuda e cruda'', come lui stesso dichiarerà in una nostra intervista. La vettura entra in produzione nel 1989.
Mercedes SEC. Ovvero, la variante berlinetta della Classe S W126. SEC è infatti l’acronimo di ''S-Klasse Einspritzmotor Coupé''. La C126 - questa la sua sigla di progetto - verrà prodotta per un decennio a partire dal 1981.
Mercedes ML. La madre di tutte le Suv viene lanciata nel 1997 pensando al mercato americano, ma sarà un successo anche in Europa. L’odierna GLE rende omaggio ancora oggi alla linea del suo montante posteriore.
Mercedes SLK. Assieme alla successiva e ben più economica Peugeot 206CC, è l’auto che, a cavallo tra gli anni 90 e i 2000, rende di gran moda la soluzione dell’hard top elettrico di metallo tra le scoperte. La sua prima generazione (R170) viene lanciata nel 1996.
Mercedes C111. Nel 1969 viene presentata la prima di una serie di vetture sperimentali utilizzate dalla Stella come banco di prova per diverse tecnologie. All’epoca Bruno Sacco non è ancora a capo del design Mercedes, ma è comunque lui a occuparsi dello stile del progetto.
Mercedes CLK. Disponibile nelle varianti Coupé (C208) e Cabriolet (A208), è una sportiva di fascia medio-alta prodotta dal 1997 riprendendo gli stilemi della coeva Classe E (W210), a cominciare dai caratteristici doppi fari tondi.
MCC Smart. Non ha il marchio Mercedes, certo, ma nasce lo stesso sotto la direzione stilistica di Bruno Sacco. Sebbene ben più informale e giocosa delle auto della Stella, questa vettura riprende comunque alcuni loro stilemi, a cominciare dalla forma dei proiettori anteriori: un aspetto che caratterizzerà anche le serie successive. La MCC Smart debutta nel 1998.
Mercedes Classe S. La serie W126 dell’ammiraglia tedesca è la prima auto che nasce sotto la totale responsabilità di Bruno Sacco. Viene prodotta dal 1979.
Mercedes SL. La ''Pagoda'', ovvero la serie 113 della celebre sportiva della Stella. Declinata nelle varianti coupé (W113) e roadster (R113), è uno dei primi progetti a cui Sacco lavora a Stoccarda. La vettura entra in produzione nel 1963.
Mercedes 600. La berlina di lusso del marchio tedesco è considerata il primo progetto del quale si occupa il designer italiano al suo arrivo in Mercedes. Uscirà lo stesso anno della Pagoda.
Mercedes Classe C. Tra gli ultimi progetti ai quali lavora Sacco nel corso della sua lunga carriera a Stoccarda c’è la serie W203, tra le Classe C più riuscite e meglio proporzionate di sempre. Debutta nel 2000 con un’inedita forma dei fari anteriori, che verrà ripresa dalla CLK della serie C209 e dal restyling della Smart di prima generazione.
Mercedes CL. La seconda serie (C215) di questa sportiva derivata dalla Classe S viene portata al debutto nel 1999 con uno stile che abbandona le forme spigolose della variante precedente (C140). Grazie a un accurato studio dell’aerodinamica del veicolo, il Cx raggiunge l’ottimo valore di 0,28.
Mercedes Classe E Cabriolet. Declinazione scoperta della versione berlinetta (C124) della coeva classe E (W124), verrà prodotta dal 1991 in 33.952 esemplari, circa un quarto di quelli della Coupé (141.498 unità).
Mercedes SL. La serie R230 porta al debutto, nella gloriosa storia della SL, il tetto di metallo retraibile elettricamente, già apprezzato in quegli anni sulla coetanea SLK (R230) e abbinato in questo caso a linee morbide. L’auto entra in produzione nel 2001.
Mercedes Classe S. Del pari, adotta linee morbide anche la serie W220 della Classe S, realizzata dal 1998. Di fatto, questa vettura costituisce un cambio radicale rispetto alla precedente W140, per Sacco la meno riuscita tra le sue creature: ''L’auto fu massacrata da gente che pensava di fare un’ammiraglia estremamente spaziosa. Era troppo alta di almeno 10 cm'', le sue parole nel 2012.
Mercedes Classe E. In vendita dal 1996, la serie 210 viene declinata nelle versioni berlina (W210) e wagon (S210), mentre quelle Coupé e Cabriolet sono vendute come CLK. I quattro proiettori anteriori rappresentano l’elemento che meglio contraddistingue questa generazione.
Mercedes F200 Imagination. Presentata al Salone di Parigi del 1996, questa showcar anticipa lo stile dei successivi modelli della Stella e alcune tecnologie che anni dopo faranno breccia nel mondo dell’auto, come i fari con funzione cornering e i comandi vocali.
Mercedes Classe G. Inarrestabile e fedele al suo stile da oltre 40 anni, la Classe G arriva sul mercato nel 1979. Diventerà una delle più celebri papamobili.
Il mondo del design e dell'automotive sono in lutto per la morte di Bruno Sacco, una delle "matite" più grandi del settore, scomparso all'età di 90 anni. Lo ricordiamo su Ruoteclassiche, ma un commosso tributo si trova anche sull'account Instagram del museo Mercedes, che ha voluto ricordare il maestro con un post che finisce così, in italiano: "Grazie per tutto & rest in peace, Bruno!". E a proposito di Mercedes e Bruno Sacco, vi riproponiamo una foto gallery con venti modelli firmati dall'ex responsabile dello Stile di Stoccarda.
Ben pochi designer possono vantare una carriera lunga e gloriosa come quella di Bruno Sacco. Classe 1933, lavora per la Ghia e la Pininfarina prima di essere assunto alla Mercedes, che farà di lui uno dei più grandi maestri del design automotive. È il 1958 e il friulano si fa subito notare lavorando a progetti come quello della “Pagoda” e dell’ammiraglia 600: a poco a poco, le sue soluzioni faranno breccia tra i vertici della Stella, che nel 1975 lo nomineranno responsabile dello Stile di Stoccarda.
Grandi successi. Da allora, pur non rinnegando gli storici canoni della Casa tedesca, nasceranno molte delle più apprezzate auto dello scorso secolo, tra cui i 20 modelli raccolti nella nostra galleria di immagini. Su ciascuna di esse, Sacco manterrà un’influenza diretta, pur vestendo ormai i panni di manager: “Alla fine, le auto erano come le volevo io”, ci dirà in una nostra intervista. Il suo percorso nella Stella si concluderà nel 1999, anno in cui va in pensione, dopo decenni di fedeltà al marchio di Stoccarda: "Non ho mai sentito l’interesse di disegnare per qualcun altro. 41 anni di carriera nella stessa azienda ti segnano, ti fanno diventare 'mercedizzato'".