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Lancia
L’esperimento (fallito) dei modelli "americani" - FOTO GALLERY

Alessandro Mirra
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Lancia - L’esperimento (fallito) dei modelli "americani" - FOTO GALLERY

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Tante novità. In passato, mai come al Salone di Ginevra del 2011 la Lancia ha presentato un’offerta tanto ricca di nuovi modelli. La regina è la nuova generazione della Ypsilon, ma c’è molta curiosità anche per le varie auto di origine Chrysler: il gruppo Fiat, all’epoca alle prese con la progressiva acquisizione del colosso americano, intende vendere in Europa, come Lancia, le auto del brand a stelle e strisce.

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Nome importante. La novità più suggestiva tra quelle ''americane'' è la Thema, il cui nome rievoca la celebre ammiraglia venduta con successo dal 1984 al 1994. Si tratta di un rebadging della Chrysler 300 di seconda generazione, con alcune peculiarità (per esempio, i motori a gasolio e i materiali dell’abitacolo) per il nostro Continente.

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Nome immutato. A mal celare più di tutte l’origine americana è invece la Lancia Voyager, che non rinuncia al nome d’origine della nota monovolume Chrysler, molto conosciuta anche in Europa. La vettura è destinata a raccogliere l’eredità della Phedra.

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La concept. In veste di prototipo debutta anche la Lancia Flavia, una sedan nata dal rebadging della Chrysler 200, a sua volta frutto di un profondo aggiornamento della precedente Chrysler Sebring.

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La scoperta. Sempre al Salone di Ginevra del 2011 viene presentata la Flavia Cabriolet, derivata dalla Chrysler 200 Convertible. Seppur presentata anch’essa in veste di concept, la scoperta entrerà effettivamente in produzione, al contrario della berlina.

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Ammiraglia. Dopo il debutto alla kermesse elvetica, la Lancia Thema d’Oltreoceano arriva sui listini del Vecchio Continente (ma non della Gran Bretagna, dove il marchio Chrysler è ancora presente). Lo stile mal cela la provenienza americana del modello, ma l’eleganza di vari dettagli è in linea con quella del marchio torinese.

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Originale. In ogni caso, i passaruota muscolosi e le ruote da 20'' conferiscono alla vettura un aspetto originale, diverso dalla concorrenza premium. La produzione avviene a Brampton, in Canada, dove si assembla anche la Chrysler 300 da cui deriva.

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Grande. La Thema è lunga 5,07 metri, larga 1,9 e alta 1,49, con un passo di 3,05 metri. Dimensioni da auto yankee, quindi, che ancora oggi la collocherebbero ai vertici del segmento E.

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L’abitacolo. Ed ecco gli interni del modello, dove si può notare una certa cura made in Italy: non mancano pellami, legni e altri materiali di qualità, persino un orologio analogico ''griffato'' Lancia e incastonato sulla sommità della consolle. Lo spazio abbonda, complici le dimensioni generali, e le portiere hanno un angolo di apertura di 90° per un più comodo accesso.

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I propulsori. Al lancio, la Thema è disponibile con il V6 3.0 a gasolio nella foto, prodotto dalla VM di Cento (FE) negli step di potenza da 190 CV e 239 CV, e il V6 3.6 Pentastar a benzina da 286 CV. La vettura segna il ritorno della trazione posteriore su un modello Lancia.

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Il test. La prova completa dell’ammiraglia, nella versione 3.0 Multijet II da 239 CV, viene pubblicata sul numero di Quattroruote di dicembre 2011. Il confort è elevato, la guida è piacevole e i freni sono molto efficaci, ma non ci convince il cambio a cinque marce con convertitore di coppia, che si rivela piuttosto lento.

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La monovolume. L’altra auto ''americana'' che nel 2011 sembrerebbe (almeno nelle intenzioni della Casa) destinata a grandi volumi è la Lancia Voyager. Al contrario della Thema, non si tratta di un modello del tutto nuovo, essendo di fatto il restyling di quella che, in Europa, era stata venduta in precedenza come Chrysler Grand Voyager.

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Squadrata. Questo modello, seppur con uno stile pulito, non lascia spazio alle curve e alle linee morbide tipiche delle Lancia (italiane) di quegli anni. Più che una monovolume per famiglie numerose, è un van di lusso per il trasporto passeggeri. I motori disponibili sono un 2.8 a gasolio da 163 CV (saliranno a 177) e un V6 3.6 Pentastar da 283 CV.

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Troppo grande. Le dimensioni di questo modello sono tutt’altro che da monovolume per il Vecchio Continente: la Voyager è lunga 5,22 metri, larga 2 e alta 1,75, con un passo di 3,08 metri. Le portiere posteriori sono scorrevoli per agevolare l’accesso alla terza fila di sedili.

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Flessibile. L’auto, che può trasportare fino a sette passeggeri, è dotata del sistema Stow ‘N Go per nascondere le poltrone e il divanetto posteriori e aumentare così lo spazio a bordo.

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Curata. Rispetto alla precedente Chrysler Grand Voyager, i miglioramenti del modello Lancia si avvertono soprattutto dentro l’abitacolo, dove trovano spazio una plancia ridisegnata, finiture più complete e dotazioni di lusso.

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Scoperta. La più suggestiva delle Lancia ''americane'' è senza dubbio la Flavia Cabriolet, in vendita dal 2012 in un’unica versione equipaggiata con un 2.4 da 170 CV abbinato a un cambio automatico a sei rapporti.

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Grande. Più che per le strette strade della Costiera Amalfitana, la Flavia Cabriolet ha dimensioni adatte allo ''struscio'' sulla Ocean Drive di Miami. È infatti lunga 4,95 metri, larga 1,84 e alta 1,48, con un passo di 2,77 metri.

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Soft top. Rispetto alla precedente Chrysler Sebring Cabrio, la 200 Convertible e la gemella Flavia Cabriolet abbandonano il tetto di metallo retraibile elettricamente per adottare una più semplice e leggera capote di tessuto, dotata pur sempre di un comando elettrico.

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Opulenza. Trattandosi di una scoperta di grandi dimensioni, anche i due passeggeri posteriori viaggiano piuttosto comodamente. La vettura, fornita di serie con sedili di pelle bicolore, vanta un abitacolo lussuoso, ma al contrario di quello della Thema sono presenti gli stessi materiali del rispettivo modello a marchio Chrysler.

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Family feeling. L’arrivo dei modelli americani coincide con l’adozione generalizzata di una nuova calandra a listelli orizzontali. Tale decisione è motivata dalla volontà di rendere più omogeneo il design delle vetture Lancia e Chrysler e vendere quelle italiane anche in Gran Bretagna. Solo la Musa, ormai a fine carriera, non si presterà al nuovo family feeling.

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Scarso successo. Il ciclo delle Lancia americane si conclude già nel 2014, quando le vendite dei modelli provenienti da Oltreoceano verranno interrotte per le esigue richieste da parte della clientela europea. Tali modelli rimarranno degli oggetti misteriosi sulle strade del Vecchio Continente, comprese quelle italiane. Il marchio Chrysler, a sua volta, abbandonerà il Regno Unito nel 2015.

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La Flavia mancata. Il fallimento delle prime Lancia americane induce la Casa ad abbandonare lo sviluppo della nuova Flavia sulla base della Chrysler 200, non a caso pensata con uno stile ben più europeo rispetto alla generazione precedente.

Mai come 10 anni fa il marchio Lancia si presentava al Salone di Ginevra con così tante novità: oltre alla nuova Ypsilon, proprio in questi giorni mostrata nel suo ultimo restyling, ben quattro vetture dallo stile yankee venivano svelate al grande pubblico della kermesse elvetica. Tutte con nomi storici, ovvero Thema, Flavia, Flavia Cabriolet e Voyager, nonché derivate da identici modelli d’Oltreoceano.

Poco successo. Proprio così: nello stand della Casa torinese venivano mostrati i frutti delle prime sinergie tra il gruppo Fiat e la Chrysler, di cui il colosso italiano aveva già avviato la progressiva acquisizione nel 2009 con il placet della Casa Bianca. Quell’esperimento, purtroppo, non sarebbe poi andato a buon fine. Una volta arrivate sul mercato (eccetto la Flavia sedan, mai entrata in produzione), le torinesi d’America non avrebbero mai incontrato il favore degli automobilisti europei, neppure di quelli italiani: troppo poco Lancia per i puristi, troppo grandi e tradizionali per i più. E le loro vendite, di conseguenza, non avrebbero mai raggiunto cifre significative, tanto da risultare già interrotte nel 2014.

Modelli fuori target. Eppure, i gusti di americani e automobilisti del Vecchio Continente non erano all’epoca – e non sono tuttora – poi così dissimili. Il buon successo della Fiat Freemont, presentata nella stessa kermesse e derivata dalla Dodge Journey, ne è la dimostrazione. Un modello che ha ben giocato le sue carte (una carrozzeria alla moda, motori a gasolio di cilindrata ragionevole e un prezzo conveniente), facendo chiudere un occhio di fronte alla linea un po’ vecchiotta della Suv. Ma, appunto, parliamo di una Suv, mentre tra le Lancia americane troviamo un’ammiraglia, una monovolume e una cabriolet, ovvero carrozzerie entrate in crisi nel terzo millennio, a maggior ragione se di dimensioni oversize come le tre torinesi d’Oltreoceano, rimaste degli oggetti misteriosi sulle strade d’Europa. Italia compresa.

La rinascita. Al momento, la Casa di Torino è presente esclusivamente nella nostra Penisola e con un solo modello, la Ypsilon, ma con la nascita del gruppo Stellantis potrebbero arrivare in futuro delle grandi novità. Innanzitutto, una ricollocazione del marchio nella fascia premium del mercato, come sottolinea il nostro direttore nell’editoriale di Quattroruote di febbraio 2021. E, ovviamente, nuovi modelli, magari a cominciare da una piccola Suv, come quelle già in programma per gli altri brand del neonato colosso e di cui parliamo sul numero in edicola. Per avere informazioni più chiare, bisognerà attendere la presentazione del piano industriale del gigante nato dalla fusione tra FCA e PSA. Nel frattempo, vi chiediamo di immaginare delle possibili novità del marchio di Torino e dell’Alfa Romeo, inviandoci i vostri disegni nell'area dedicata entro il 24 febbraio: i più meritevoli verranno selezionati dalla nostra redazione e sottoposti al giudizio del pubblico, ma anche di due grandi firme del design come Mike Robinson e Giorgetto Giugiaro.