BMW - La storia di Sua Maestà di Baviera, il V12 - FOTO GALLERY
BMW M70. In casa BMW, lo studio di un motore V12 prende il via negli anni 70, ma alcuni ostacoli progettuali, tra cui l’eccessivo peso dei primi prototipi, e la crisi petrolifera rimandano lo sviluppo del propulsore agli anni 80. Il dodici cilindri vede così la luce nel 1987, quando esordisce al Salone di Ginevra lo storico M70 aspirato.
BMW 750i/750iL. Questo motore trova dapprima applicazione sulla generazione E32 della Serie 7 con una cilindrata di 5.0 litri e una potenza di 300 CV. Prima ancora del debutto elvetico, sono ben 3 mila le 750i prenotate dai clienti a scatola chiusa. Il motore sarà disponibile anche sulla 750iL (nella foto), cioè la variante a passo lungo dell’ammiraglia.
BMW 850i/850Ci. La stessa unità aspirata delle 750i viene montata anche sull’inedita Serie 8 (E31). La versione 850i, in grado di raggiungere i 250 km/h di velocità massima autolimitata, verrà in seguito ribattezzata 850Ci in occasione del lancio della CSi, a sua volta equipaggiata con la variante più esclusiva del motore, la S70B56 5.6 da 375 CV.
BMW M73. La seconda serie del V12 debutta nel 1994 nella declinazione di 5.4 litri da 326 CV. Si tratta di un motore dai consumi più bassi del 13% rispetto alla precedente versione e con un rapporto di compressione incrementato da 8.8:1 a 10.0:1.
BMW 750i/750iL/L7. Il nuovo V12 BMW arriva dunque sulla rinnovata Serie 7 (E38), dopo aver equipaggiato circa 50 mila vetture della precedente E32, di cui le 750 rappresentavano circa un esemplare su sei tra quelli consegnati. Lo stesso propulsore viene impiegato anche sull’esclusiva L7 (nella foto), di fatto la variante più opulenta tra le Serie 7 a passo lungo.
BMW 850Ci. Dal 1994 il V12 M73 equipaggia anche questa versione della Serie 8, rimpiazzando nel cofano il precedente M70. Nell’ultima fase della sua produzione tale motore troverà spazio anche sulla Rolls-Royce Silver Seraph.
BMW N73. La terza generazione del V12 debutta nel 2003 nella variante N73B60 con una cilindrata di sei litri, una potenza di 445 CV e una coppia di 600 Nm. Si tratta del primo V12 di serie a iniezione diretta nella storia dell’automobile, che arriva dopo 73.776 Serie 7 equipaggiate con le precedenti configurazioni di questa architettura.
BMW 760i. L’auto che porta al debutto quest’unità è la Serie 7 E65, forse la più discussa sotto il profilo stilistico, poiché le sue linee, nate sotto l’egida di Chris Bangle, non metteranno tutti d’accordo. Si tratta comunque dell’auto che porta al debutto l’iDrive, l’apprezzato sistema di controllo dell’infotainment con il famoso ''manopolone'': farà scuola nel mondo dell’auto.
BMW 760Li. Anche la più lunga della Serie 7, identificata dalla sigla di progetto E66, adotta il V12 della famiglia N73. Una sua declinazione dalla cilindrata più elevata, l’N73B68 di 6.7 litri da 460 CV, viene destinata alla coeva famiglia della Rolls-Royce Phantom.
BMW Hydrogen 7. Lo stesso V12 della 760i, ma con potenza ridotta a 260 CV, viene impiegato sulla Serie 7 a idrogeno, prodotta in un centinaio di unità a fini sperimentali. La stessa auto può utilizzare all’occorrenza anche la benzina, poiché si tratta di una tecnologia ''a combustione'', ben diversa dalle attuali fuel cell, che adottano powertrain elettrici.
BMW N74. Si tratta dell’ultima versione del V12 bavarese, caratterizzata dalla presenza di ben due turbocompressori, uno per bancata, e montato persino su varie Rolls-Royce. Con un rapporto di compressione 10.0:1, questo motore eroga nella sua prima declinazione (N74B60) 544 CV e 750 Nm.
BMW 760i/760Li. Con tale unità, la BMW Serie 7 (F01) accelera da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi e raggiunge una velocità massima autolimitata di 250 km/h. Questo motore trova spazio, come di consueto, anche sulla variante a passo lungo (F02), compresa la sua declinazione blindata High Security (F03, nella foto), la cui velocità di punta scende tuttavia a 210 km/h.
BMW M760Li. Con la generazione presentata a Francoforte nel 2015 (G11-G12), la Serie 7 a 12 cilindri viene per la prima volta firmata dalla divisione Motorsport della Casa. Non è una M, ma è pur sempre un modello dalle prestazioni elevate, il cui motore 6.6 da 610 CV (N74B66TU) è un’evoluzione di quello impiegato sulle Rolls-Royce (N74B66).
BMW M760Li. La Serie 7 con l’enorme doppio rene, cioè il restyling della generazione attuale (G11-G12), segna il pensionamento del 12 cilindri, che qui trova la sua massima espressione sulla M760Li. In estate verrà lanciata negli Usa un’opulenta versione battezzata ''The Final V12'' per celebrare l’addio del marchio BMW a tale architettura.
Sono passati 35 anni dall’esordio della BMW 750i del 1987, la prima auto tedesca a montare un V12 in epoca moderna. Distinguibile dalle altre versioni dell’ammiraglia grazie a una mascherina più larga e a terminali di scarico dalla forma rettangolare, quest’auto porta all’epoca al debutto il celebre motore M70 della Casa di Monaco, la cui elettronica (estremamente moderna per l’epoca) viene governata da due centraline, una per ciascuna bancata del propulsore. Questa nobile architettura diventerà appannaggio dei modelli più esclusivi della Casa, rappresentando il non plus ultra della gamma di tutte le generazioni della Serie 7 prodotte da allora, oltre all’originale Serie 8 dai fari a scomparsa (E31) e a diverse Rolls-Royce, il cui marchio, com’è noto, fa oggi parte dell’universo BMW. Ma se il prossimo capitolo dell’ammiraglia bavarese vedrà addirittura l'esordio di una variante elettrica, il V12 sembra ormai arrivato al capolinea nella gamma dell’Elica, tanto da essere prevista in Nord America una final edition che in estate ne celebrerà il pensionamento. Com’è facile intuire, si tratta di un sofferto addio imposto dalle nuove sfide della mobilità, che impongono motori più efficienti ed elettrificati, sacrificando nobili architetture come quella finora montata sull’ammiraglia di Monaco e di cui ripercorriamo la storia nella nostra galleria d’immagini.