Volkswagen Golf
Variant: un affare di famiglia, da oltre 30 anni - FOTO GALLERY
Volkswagen Golf - Variant: un affare di famiglia, da oltre 30 anni - FOTO GALLERY
Terza, anzi prima. La storia della Golf con carrozzeria wagon prende il via nell’autunno del 1993, quando vengono avviate le vendite della Variant. L’auto viene mostrata per la prima volta al grande pubblico al Salone di Francoforte, che segna anche il debutto della nuova Golf Cabriolet, giunta alla seconda generazione. Entrambe nascono sulla base della coeva Golf III hatchback.
Wagon media. La vettura si inserisce all’epoca in una gamma piuttosto articolata di modelli, offrendo un’alternativa più piccola, ma pur sempre valida per i viaggi, alla più costosa Passat Variant. A listino c’è ancora la Polo II, che nella sua versione più tradizionale adotta un posteriore con taglio da wagon, ma nulla di più: per una vera Polo Variant bisognerà attendere qualche anno.
Più lunga. L’auto è lunga 4,34 metri, larga 1,7, alta 1,43 e ha un passo di 2,48 metri. Di fatto, è più lunga della Golf a 3/5 porte di ben 32 cm, e di 5 cm rispetto all’attuale generazione dell’hatchback, l’ottava: a parità di segmento, le auto di quell’epoca hanno ingombri ben più contenuti.
Baule generoso. Il bagagliaio ha una capacità dichiarata di 466 litri: un volume importante per l’epoca, che può salire a 1.425 litri abbattendo il divanetto posteriore. E proprio sulla generosa capacità di carico della Golf Variant è incentrata la copertina di Quattroruote di aprile del 1994.
Nobile motore. A partire dal 1995, la Variant viene prodotta anche nella versione 2.9 VR6 Syncro da 190 CV, dotata di un 6 cilindri aspirato con angolo tra le bancate di 15 gradi, abbinato alla trazione integrale e al cambio manuale a cinque rapporti. Secondo la Casa, quest’auto può raggiungere i 222 km/h e accelerare da 0 a 100 km/h in 8 secondi.
Sportiveggiante. Scorrendo i listini della Variant, non è possibile trovare all’epoca l’iconica versione GTI. Questione di sigla: lo stesso motore a benzina da 2.0 litri e 116 CV utilizzato dalla GTI a 8 valvole è qui inizialmente abbinato alla versione GT, proposta sulla familiare fino al 1995. Varie invece, sono le versioni in allestimento GT Special, caratterizzato da un look sportivo, a cominciare dai cerchi BBS.
Secondo capitolo. Dopo 222.626 esemplari della Golf Variant, nel 1999 arriva sul mercato la sua seconda generazione, basata sulla Golf IV hatchback.
Varie familiari. All’epoca, la gamma di familiari di Wolfsburg appare piuttosto affollata. In basso c’è la Polo Variant, mentre al top troviamo la consueta Passat familiare. Quello che stupisce, semmai, è la contemporanea presenza, anche sui mercati europei, delle versioni Variant di Golf e Bora, di fatto delle gemelle ''diverse'': entrambe derivano dalla Golf hatchback.
Cresce. Più elegante e raffinata della generazione precedente, la Golf IV Variant è lunga 4,41 metri, larga 1,74, alta 1,47 e ha un passo di 2,51 metri. Rispetto all’hatchback, dunque, misura circa 26 cm in più da un’estremità all’altra della carrozzeria. Sette, invece, sono i cm in più di lunghezza a confronto con la precedente Variant.
Per i viaggi. Il baule, sulla carta, perde un po’ di volume: la capacità passa da 466 a 460 litri. Al contrario, abbattendo il divanetto la capacità di carico sale a 1.470 litri: prima erano 1.425.
Aria da Golf. Gli interni ricalcano il design e le soluzioni già viste sulla Golf hatchback: un ambiente moderno, forse meno originale rispetto ad altre concorrenti, ma con materiali e assemblaggi che all’epoca fanno della Golf il punto di riferimento della categoria.
I motori. Sotto pelle troviamo le principali differenze con la Bora Variant: se per quest’ultima il propulsore entry level è il quattro cilindri 1.6 a benzina da 105 CV, la gamma della Golf familiare parte dal motore da 1.4 litri e 105 CV. Del pari, se al top delle versioni della Bora c’è la 2.8 V6 da 204 CV a trazione integrale, la Golf Variant si ferma ai 150 CV (in seguito 170) del curioso V5 da 2.3 litri. Ricca, inoltre, è l’offerta di versioni a gasolio.
Terzo capitolo. Già nel 2003 viene presentata la nuova Golf V, la cui gamma non prevede all’inizio la familiare. Ecco perché la Golf IV esce di produzione solo nel maggio del 2006, quando è ormai vicino l’esordio della sua erede: la nuova Variant, infatti, arriverà nel 2007.
Più distinta. Pur rinunciando alla cabriolet, che si rivedrà nel 2011, la famiglia della Golf comprende all’epoca persino la MPV Golf Plus e la sua declinazione ''da trekking'', la CrossGolf. La Variant, ormai un punto fermo nei listini della Volkswagen, adotta ora un frontale diverso dall’hatchback, caratterizzato da abbondanti cromature. Del resto, è lo stesso della Jetta, cioè della Golf a tre volumi, la cui declinazione familiare viene venduta in Europa, appunto, come Golf Variant.
Le dimensioni. Rispetto alla Golf a 3/5 porte, la lunghezza della wagon aumenta di circa 36 cm, superando per la prima volta i 4,5 metri complessivi.
Tante valigie. Il baule raggiunge ora la notevole capacità (dichiarata) di 505 litri. Abbattendo i sedili, inoltre, il volume utile arriva a sfiorare i 1.500 litri: 1.495, per la precisione.
Il cuore. Come sempre, la Variant viene offerta con una ricca gamma di versioni e motorizzazioni. Quelle sovralimentate, cioè le TSI a benzina e le TDI a gasolio, rappresentano lo zoccolo duro della Golf V familiare, mentre il motore aspirato da 1.6 litri viene proposto in Italia anche nella variante bifuel benzina-Gpl.
Nuova, o quasi. Essendo arrivata piuttosto tardi rispetto all’esordio dell’hatchback, la produzione della Golf V Variant termina già nel 2009, per far posto alla wagon della sesta generazione. In realtà, la Golf VI rappresenta solo un profondo e riuscito restyling della quinta generazione, nato dalla matita di Walter de Silva.
Posteriore invariato. Sulla Variant, in particolare, la parentela con la precedente serie si fa più evidente: al contrario della hatchback, che adotta modifiche di rilievo anche dietro, la wagon rimane pressoché invariata nella zona posteriore.
Solo turbo. La gamma di motorizzazioni comprende ora solo versioni sovralimentate. La più importante novità rispetto alle precedenti Golf Variant è l’adozione della tecnologia common rail per i motori a gasolio. Inoltre, tra le versioni a benzina debutta la 1.2 TSI da 105 CV, che si posiziona alla base della gamma.
Nuova davvero. Nel 2013 è il turno della Golf VII Variant, questa volta un modello del tutto nuovo. La linea porta la firma di Walter de Silva, all’epoca a capo del design del gruppo Volkswagen, che lascerà nel 2015.
Moderna. L’adozione della piattaforma Mqb consente su quest’auto una riduzione di 105 kg rispetto alla precedente generazione. Inoltre, è di serie su tutte le versioni l'Xds+, il differenziale autobloccante elettronico di nuova generazione.
Cresce poco. Risultano minime, rispetto alle versioni familiari di Golf V e VI, le variazioni degli ingombri. Il maggior incremento è nel passo, che da 2.578 millimetri sale a 2.635, a tutto vantaggio dell’abitabilità.
Grande baule. Rispetto alla serie precedente, la capacità minima del bagagliaio sale da 505 a ben 605 litri, mentre la massima passa da 1.495 a 1.620 litri.
Cattiva. Nel 2015 entra in produzione la versione R della Variant. Di fatto, è lei la più cattiva delle Golf familiari: il suo 2.0 TSI a benzina da 300 CV e 380 Nm le consente di accelerare da 0 a 100 km/h in 5,1 secondi. Al pari della R berlina, adotta la trazione integrale 4Motion e il Dsg a sei marce. Non manca l’assetto ribassato di 20 mm, mentre l’Esc è disinseribile.
Sportiva a gasolio. Nello stesso periodo arriva sul mercato la GTD, la più potente tra le Variant a gasolio fino ad allora prodotte. Al lancio, il suo 2.0 TDI da 184 CV può essere abbinato alla trasmissione manuale o al doppia frizione Dsg. La velocità massima è di 231 km/h, mentre lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in 7,9 secondi.
Da trekking. Sempre nel 2015 entra a listino la variante Alltrack, forse la più importante novità della Golf VII familiare. Questa versione adotta protezioni di plastica per la carrozzeria, skid plate anteriori e posteriori nella zona inferiore dei paraurti e un assetto rialzato di 20 mm, nonché la modalità di guida Offroad.
Integrale. Sotto la pelle della Golf VII Alltrack troviamo la trazione integrale 4Motion con sistema Haldex di quinta generazione, differenziali elettronici Xds anteriori e posteriori e sistema Hill Descent Control.
L’attuale. Basata sulla piattaforma Mqb, la Golf 8 Variant arriva sul mercato nell’autunno del 2020, quando ha ormai preso il via il nuovo corso ''elettrico'' della gamma di Wolfsburg con i modelli ID.3 e ID.4.
Tecnologica. Come la berlina da cui deriva, è la Golf Variant più tecnologica di sempre: l’auto può avere il sistema Car2X, i fari IQ.Light a matrice di Led e numerosi ausili alla guida, tra cui la frenata automatica d'emergenza, il Lane Assist, il cruise control adattivo e il Travel Assist. Non manca neppure il differenziale elettronico Xds, già visto sulla precedente generazione.
Cresce ancora. La nuova generazione è più lunga della precedente Variant di 6,6 cm, superando per la prima volta i 4,6 metri, per un totale di 463 cm, ovvero 35 in più rispetto alla Golf hatchback.
Baule al top. Cresce anche, seppur di poco, la capacità del baule, ora di ben 611 litri in configurazione standard. Abbattendo gli schienali, si può arrivare fino a 1.642 litri.
I propulsori. Dentro il cofano motore, la più importante novità è rappresentata dal debutto di unità elettrificate con sistema mild hybrid, ovvero le motorizzazioni a benzina 1.0 e 1.5 in versione eTSI. Per il mercato della Penisola sono disponibili anche le versioni TGI a metano, come già accaduto con la precedente generazione.
Da sterrato. Viene confermata anche la variante Alltrack, che in questa generazione adotta il 2.0 TDI da 200 CV della Golf GTD, ovviamente abbinato alla trazione integrale 4Motion, oltre che al cambio automatico Dsg. L’assetto rialzato di 15 mm e gli inserti di plastica grezza su paraurti, passaruota e minigonne, così come le finiture esterne cromo opaco, rendono subito riconoscibile questa variante.
La più potente. Chiudiamo questa rassegna con la Golf Variant più potente di sempre, ovvero la R con il motore 2.0 TSI da 320 CV e 420 Nm, abbinato al cambio a doppia frizione Dsg e alla trazione integrale 4Motion con sistema R-Performance Torque Vectoring. La vettura accelera da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi e tocca una velocità massima (limitata elettronicamente) di 250 km/h, elevabili in opzione a 270. Con queste caratteristiche, è lei la vera erede della VR6 Syncro.
In questo 2024 appena iniziato, la Volkswagen Golf compie la bellezza di mezzo secolo di storia ed è pronta per l'imminente restyling dell’ottava serie, di cui già conosciamo alcuni dettagli. L’auto del marchio tedesco più venduta di sempre, ormai giunta all’ottava generazione, è per tutti l’hatchback per antonomasia, ovvero il prototipo della due volumi di successo. La versione GTI rappresenta addirittura un mito nel mito, il cui fascino è rimasto immutato nonostante la presenza di Golf persino più potenti. E la variante Cabriolet, sebbene non più riproposta dopo il 2016, affascina da sempre gli amanti della guida en plein air. Tra le varie declinazioni della Golf, inoltre, troviamo un modello meno celebrato, ma non per questo poco apprezzato: la Variant, ovvero la station wagon che, dall’autunno del 1993 a oggi, rappresenta la seconda carrozzeria più scelta per questo modello dopo l’iconica hatchback. Un classico che si rinnova – e cresce, anche nella capacità di carico – di generazione in generazione, nonostante la concorrenza di Suv e crossover, ormai numerose nella gamma di Wolfsburg. Ne ripercorriamo la storia nella nostra galleria d’immagini, dove troverete tutte le evoluzioni della giardinetta tedesca, finora venduta in oltre 3 milioni di esemplari.