Luca De Meo
"Sull'elettrico la politica non può cambiare idea, semmai serve più flessibilità"
Luca de Meo torna a parlare del processo di transizione verso la mobilità elettrica in un'intervista concessa ad alcuni quotidiani europei, tra cui il Corriere della Sera, e chiede alle istituzioni europee maggior "flessibilità" soprattutto per quanto riguarda le scadenze dello stop alla vendita di auto termiche. "Quando è stato deciso, due anni fa, la posizione della Francia e quella del Gruppo Renault era che il 2035 era troppo presto e che avremmo dovuto puntare piuttosto al 2040", spiega l'amministratore delegato del costruttore francese. "Chiedemmo anche di rispettare il principio della neutralità tecnologica e che il per il calcolo delle emissioni di CO2 si considerasse l’intero ciclo di vita dell’auto, dalla culla alla tomba. E non solo la CO2 che esce dal tubo di scappamento. Su questi tre argomenti non ho cambiato idea. Abbiamo bisogno di un po’ più di flessibilità nel calendario delle scadenze".
Non si torna indietro. Flessibilità sì, ma nessun passo indietro: "Non va strumentalizzato l’attuale rallentamento del mercato per abbandonare in modo puro e semplice l’obiettivo", continua de Meo. "Sarebbe un grave errore strategico. L’industria europea dell’auto ha investito decine di miliardi di euro in questa transizione. Li buttiamo dalla finestra? No. Il potere politico non può cambiare idea in un momento in cui tutti i nostri sforzi si stanno concretizzando con l’arrivo sul mercato di nuovi modelli. Non dobbiamo rifiutare il progresso, l’elettrificazione delle automobili fa parte del progresso. La questione è il ritmo. Rispetto ciò che decide il legislatore. Ma passare dal 10% di quota di mercato per i veicoli elettrici al 100% in 12 anni è davvero molto complicato. E non siamo gli unici a dirlo".
Le accuse all'Europa. De Meo, secondo il quale "le normative europee sull’auto sono state fatte senza un’analisi esaustiva degli impatti", torna a sottolineare come per il processo di decarbonizzazione le auto elettriche siano solo "una delle soluzioni: non dimentichiamo che le norme sulla CO2 riguardano i nuovi modelli, mentre non si considera mai il numero di auto in circolazione". Per questo avrebbe "senso, allo stesso tempo, accelerare la ristrutturazione del parco auto esistente", spiega il dirigente. "Tra gli standard Euro 1 e 6 abbiamo ridotto gli inquinanti del 90% e l'efficienza energetica è notevolmente migliorata. Va quindi reso più semplice per i consumatori cambiare la propria auto. E dobbiamo valutare cosa fare sui tipi di carburante. Perché nei prossimi 10 anni non ci saranno abbastanza veicoli elettrici per avere un impatto reale sulla decarbonizzazione. È opportuno spingere l’ibrido plug-in, come stanno facendo i cinesi. Alla roulette non puoi puntare tutto su un colore".
La questione dei dazi. Inevitabile un passaggio sui dazi, che De Meo chiede di non "politicizzare: per me è una questione tecnica e giuridica. Abbiamo le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio e dobbiamo rispettare il principio di reciprocità. Bisogna trovare dei compromessi con i cinesi, perché la loro industria può portare molto a quella europea, stimolandola con la concorrenza, e perché porta tecnologia e materie prime".