Suzuki
Kosai, là dove nascono le kei car
Cosa sono le kei car
In Giappone, le kei car occupano da decenni un ruolo centrale nella mobilità quotidiana: nel 2024 ne sono state immatricolate 1,6 milioni (contando anche i veicoli commerciali), il 38% del mercato locale. Introdotte nel dopoguerra per sostenere la ricostruzione economica e facilitare l’accesso a un’auto privata, queste vetture seguono regole precise: lunghezza massima di 3,4 metri, larghezza contenuta (148 cm) e motore con cilindrata fino a 660 cc o comunque con potenze fino a 65 CV (ne esistono anche di elettriche). Le loro dimensioni ridotte non sono soltanto una scelta tecnica, ma una risposta concreta alla densità urbana e alla scarsità di spazi per parcheggiare. Questo le rende particolarmente adatte agli ambienti cittadini, dove agilità e semplicità di manovra fanno la differenza.
Come nasce una kei car
Il 6 maggio del 2002 la Suzuki ha inaugurato la fabbrica di Kosai, appositamente progettata per la costruzione di kei car. Oltre alle Suzuki Hustler, WagonR e Spacia (e alla Mazda Flair), in questo stesso complesso industriale nasce anche la Jimny nella sua variante pensata per le regolamentazioni delle kei car (motore di 660 cc, carreggiate più strette, ecc..). In questa fabbrica si svolgono svariati processi di produzione, dall'assemblaggio finale allo stampaggio vero e proprio dei componenti: a Kosai arrivano delle bobine d’acciaio che vengono stampate e saldate per creare telai e altri componenti, come le portiere, che, una volta pronti, vengono mandati su una linea d’assemblaggio che conta 110 differenti stazioni.