La Suzuki, come altri brand di passaporto giapponese, approda nel mondo delle quattro ruote provenendo da quello motociclistico. È una delle case automobilistiche più giovani, presente nel settore sin dal 1955. La prima realizzazione, sostanzialmente una citycar, impiegava un motore motociclistico bicilindrico a 2 tempi. Successivamente, la Suzuki si è affermata nel settore delle vetture di piccola taglia, concentrandosi in particolare sulle fuoristrada. Capostipite è l’LJ80, da cui è derivata l’SJ, ancora più popolare in Italia negli anni Ottanta, e più tardi la Jimny. Seguono altri modelli da off-road (come la Vitara e la Grand Vitara), ma anche l’ampliamento dell’offerta di autovetture, alcune delle quali 4x4. Durante la sua storia, in un’ottica di diversificazione, la Suzuki ha anche stretto collaborazioni con altri costruttori: con la Opel, per realizzare la monovolume Wagon R+, quando il gruppo GM era azionista del marchio nipponico; con la Fiat, per produrre la crossover di taglia media SX4/Sedici e per installare i turbodiesel Multijet su alcuni dei propri modelli. Oggi, la gamma Suzuki per il mercato europeo ne comprende sette: tutti, tranne la citycar Celerio e l’utilitaria Baleno, hanno almeno una variante a quattro ruote motrici. Tra le piccole, figurano anche l’hatchback Swift e la Ignis, mentre la Vitara è diventata una Suv compatta. Completano il listino la crossover S-Cross e la mini fuoristrada Jimny, fedele alla formula del telaio a traverse e longheroni. La Suzuki, inoltre, è stata uno dei primi costruttori a puntare sulla tecnologia mild hybrid.

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