Lexus
Al volante della IS 300h
L’arrivo dell’Alfa Romeo Giulia ha dato una scossa alla nicchia di mercato delle berline del segmento D (in Italia vale il 5% del totale). Ma in questo ambito, dominato dalle solite tedesche, si muove un’altra alternativa: la Lexus IS 300h. Nata nel 1999 come concorrente dichiarata della BMW Serie 3, è cambiata nel 2006 e nel 2013 si è rinnovata completamente, puntando tutto sulla propulsione ibrida, che comprende un quattro cilindri di 2.5 litri da 181 cavalli e la classica trasmissione e-Cvt Toyota/Lexus con motore elettrico da 105 kW/143 CV, che invia il moto alle ruote posteriori, per una potenza complessiva di 223 CV.
Come va. Su strada si ritrova il tipico comportamento delle ibride Toyota/Lexus, caratterizzato da una grande fluidità e silenziosità quando si viaggia tranquillamente e da una certa mancanza di linearità tra i comandi dell’acceleratore e la risposta del motore se si guida in modo un po’ più aggressivo. I paddle al volante consentono di agire sulla trasmissione ibrida per simulare i rapporti fisici di un cambio tradizionale, migliorando un po’ le cose, ma certo non fanno la differenza come la vera trasmissione automatica a quattro marce che sulla nuova coupé LC 500h è stata aggiunta all’e-Cvt. La IS 300h restyling si rivela anche un po’ rigida, e ciò s’avverte a maggior ragione sulle strade non proprio impeccabili di Roma e dintorni, dove l’abbiamo guidata. Il percorso perlopiù cittadino e il traffico non hanno consentito di valutare pienamente l’assetto, ma, nonostante la nuova taratura del servo, lo sterzo resta d’impostazione turistica e non invita ad alzare il ritmo.
Da Roma, Roberto Boni