Mitsubishi - Al volante della Eclipse Cross
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Mitsubishi - Al volante della Eclipse Cross
Ultimo prodotto sviluppato prima dell'acquisizione di Mitsubishi da parte dell'alleanza Renault-Nissan, primo di un processo di rinnovamento della gamma che vede una focalizzazione quasi totale su Suv e dintorni, la Eclipse Cross si colloca a mezza strada fra ASX e Outlander, anche se parlare di prezzo è prematuro: sarà in vendita solo a fine anno, la nuova Mitsu, ma non è comunque difficile ipotizzare una sua collocazione di mercato in “zona Tiguan”.
La novità di maggior rilievo sta comunque dentro il cofano, con l'esordio di un quattro cilindri turbo benzina di 1,5 litri a iniezione diretta, con variatore di fase per aspirazione e scarico, che denuncia credenziali di tutto rispetto sia per la potenza (ben 163 CV, a 5500 giri) sia per la coppia, appiattita a livello dei 250 Nm su quasi tutto l'arco di utlizzo, da 1800 a 4500 giri. All'atto pratico, il propulsore mostra una buona reattività e soprattutto una risposta lineare, doti che gli consentono di gestire senza il minimo affanno i 1.500 kg o poco più dell'Eclipse Cross in versione 4WD. Gli si affianca un'edizione riveduta e corretta del cambio a variazione continua, sensibilmente attenuato nell'effetto scooter nell'utilizzo in Drive, nonché corredato dalla presenza di otto marce simulate, gestibili in sequenziale anche tramite i paddle al volante: certo in scalata l'effetto non è lo stesso di un sequenziale, ma in accelerazione la risposta risulta decisamente più pronta.
Così come appare convincente la dinamica messa in campo dalla Suv giapponese, forte di un inserimento in curva preciso oltre che dall'assenza di reazioni capaci di mettere in apprensione chi guida. Un ottimo equilibrio generale insomma, che sui tracciati misti consente una guida fluida e spigliata: si apprezzano in particolare le qualità dello sterzo, a partire da una progressività e una sensibilità che raramente s'incontrano in presenza dei servocomandi elettrici. Per contro, l'assetto non denota eccessi di rigidità tali da compromettere il confort, ben supportato dall'efficace isolamento acustico, soprattutto rispetto alla strada: in velocità resta spazio solo per qualche fruscio aerodinamico che viene a generarsi in zona tetto panoramico. L'unico disturbo effettivo viene dalla risposta piuttosto secca delle sospensioni sugli ostacoli brevi, tipo rallentatori o simili. Ma tutto sommato, si può farsene una ragione.