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Land Rover Defender
La Land Rover ha prodotto questo modello tra il 1948 e il 2016, facendone una leggenda, con un’inconfondibile carrozzeria squadrata di alluminio. Autentica icona del fuoristrada, la Defender si è un po’ ingentilita negli anni, pur senza perdere mai la sua natura di mezzo duro e puro. Basti pensare che l’airbag è assente e che neppure l’Abs è una presenza scontata sugli esemplari degli ultimi dieci anni. Le varie versioni si suddividono in due gruppi, le 90 e le 110, numeri che indicano la misura del passo in pollici: le prime sono lunghe 389 cm, le seconde 464 cm.
I MOTORI
Dal 2006 tutte le Defender montano un turbodiesel da 2.4 litri di origine Ford sotto un cofano ingobbito. Questo quattro cilindri non ama che gli si metta troppa fretta: sale infatti di giri con una flemma tutta inglese ed eroga la potenza massima di 122 CV a soli 3.500 giri, mentre il picco di coppia è di 360 Nm a 2.000 giri. A fargli da spalla c’è un buon cambio manuale a sei marce con riduttore e a completare il reparto trasmissione c’è un sistema di trazione integrale permanente, che dà la possibilità di bloccare il differenziale centrale.
PRO E CONTRO
Oltre che per l’immagine un po’ snob da aristocratica di campagna, la Defender si sceglie anche perché è una gran lavoratrice e per le innegabili doti fuoristradistiche. Nei passaggi più impegnativi se la cava meglio la versione corta, che ha angoli di dosso e di uscita migliori e risente meno del diametro di sterzata troppo ampio. La variante lunga è invece vincente per abitabilità e capacità di carico. Lo sterzo piace poco anche su strada: più che impartire comandi, sembra dare consigli sulla direzione da seguire e richiede correzioni frequenti. Meglio pertanto ridurre l’andatura, anche per limitare i consumi e la rumorosità.
LE QUOTAZIONI
Gli anni passano, ma tutte le Defender mantengono quotazioni elevate. Nell’ultimo periodo di produzione la Casa ha proposto alcune versioni speciali con dotazioni particolarmente ricche: sono loro a spuntare i prezzi più alti. In ogni caso, qualsiasi esemplare che non sia stato sfruttato tanto off-road si paga a caro prezzo, ma il fascino può giustificare la spesa, accompagnato dalla tenuta del valore nel futuro.
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I MOTORI
Dal 2006 tutte le Defender montano un turbodiesel da 2.4 litri di origine Ford sotto un cofano ingobbito. Questo quattro cilindri non ama che gli si metta troppa fretta: sale infatti di giri con una flemma tutta inglese ed eroga la potenza massima di 122 CV a soli 3.500 giri, mentre il picco di coppia è di 360 Nm a 2.000 giri. A fargli da spalla c’è un buon cambio manuale a sei marce con riduttore e a completare il reparto trasmissione c’è un sistema di trazione integrale permanente, che dà la possibilità di bloccare il differenziale centrale.
PRO E CONTRO
Oltre che per l’immagine un po’ snob da aristocratica di campagna, la Defender si sceglie anche perché è una gran lavoratrice e per le innegabili doti fuoristradistiche. Nei passaggi più impegnativi se la cava meglio la versione corta, che ha angoli di dosso e di uscita migliori e risente meno del diametro di sterzata troppo ampio. La variante lunga è invece vincente per abitabilità e capacità di carico. Lo sterzo piace poco anche su strada: più che impartire comandi, sembra dare consigli sulla direzione da seguire e richiede correzioni frequenti. Meglio pertanto ridurre l’andatura, anche per limitare i consumi e la rumorosità.
LE QUOTAZIONI
Gli anni passano, ma tutte le Defender mantengono quotazioni elevate. Nell’ultimo periodo di produzione la Casa ha proposto alcune versioni speciali con dotazioni particolarmente ricche: sono loro a spuntare i prezzi più alti. In ogni caso, qualsiasi esemplare che non sia stato sfruttato tanto off-road si paga a caro prezzo, ma il fascino può giustificare la spesa, accompagnato dalla tenuta del valore nel futuro.
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