Auto elettriche
Passano gli anni, s'aggiorna la batteria
Passano gli anni e cresce la capacità delle batterie, talvolta anche sullo stesso modello. Proprio così: tra i quasi "classici" della mobilità elettrica, l’incremento dei kWh degli accumulatori ha finora rappresentato l’aggiornamento più importante, persino più di eventuali restyling di carrozzeria e migliorie al powertrain.
Voglia di autonomia. Non è un mistero, del resto, che proprio l’ansia da colonnina renda l’autonomia del veicolo uno dei principali fattori di scelta nell’acquisto di una Ev, a maggior ragione per chi non disdegna gli spostamenti fuori città, dove le infrastrutture pubbliche di ricarica sono meno capillari. Ecco perché l’automobilista green sceglie spesso formule che prevedono la restituzione dell’auto elettrica – cioè leasing, noleggi a lungo termine e finanziamenti con buyback –, magari da rimpiazzare con un modello con batterie più capienti. Modello che potrebbe essere lo stesso dell'auto consegnata, qualora garantisse percorrenze più lunghe, come capitato negli anni ai veicoli che prendiamo a esempio.
La bavarese. La BMW i3 è una delle auto che più hanno visto crescere la capacità dei propri accumulatori. Arrivata sul mercato nel 2013, e con un bel po’ di carriera ancora davanti a sé, è stata inizialmente venduta con batterie da 22 kWh, affiancate poi da quelle della versione 94 Ah, con una capacità di 33 kWh. Rispetto al modello originario, con il restyling sono quindi arrivati accumulatori da 42,2 kWh (netti 37,9 kWh), per un’autonomia dichiarata di 310 km nel ciclo Wltp, che scendono a 285 sulla più performante i3s.
La francese. Un altro "classico" tra le Ev è la Renault Zoe, sbarcata nel 2013 e giunta alla sua seconda generazione. Attestatasi come l’auto elettrica più venduta in Italia e in Europa nel 2020, ha visto più volte crescere la capacità delle proprie batterie. Disponibile all’inizio con accumulatori da 22 kWh, poi affiancati da quelli da 41 kWh per autonomie dichiarate fino a 300 km nell’utilizzo reale, la Zoe è oggi offerta con batterie da 52 kWh, in grado di garantire percorrenze dichiarate fino a 395 km.
La giapponese. A lungo l’auto elettrica più venduta al mondo, tanto da superare nel settembre del 2020 il traguardo del mezzo milione di esemplari prodotti, la Nissan Leaf ha fatto il suo esordio sul nostro mercato nel 2011: la sua batteria da 24 kWh era in grado di farle percorrere, secondo la Casa, un massimo di 175 km, poi saliti a 199 km a seguito di un aggiornamento. Nel 2016 è arrivata la variante da 30 kWh, con 250 km di autonomia dichiarata. Con l’attuale generazione, la seconda, il taglio minimo degli accumulatori è salito a 40 kWh (per una percorrenza dichiarata di 270 km), mentre la batteria più capiente arriva a 64 kWh (per un'autonomia di 385 km).
L’americana. Non potevamo chiudere questa breve rassegna di elettriche “longeve” senza citare la Tesla Model S, l’auto che ha reso planetaria la fama della Casa californiana. In Italia ha debuttato nel 2013 con le batterie da 60 e 85 kWh, quando Oltreoceano era persino disponibile con il più piccolo taglio da 40 kWh. Quattroruote provò la versione Performance con accumulatori da 85 kWh, rilevando un’autonomia reale di circa 350 km, un dato notevole per l’epoca. Negli anni successivi la berlina-coupé ha visto arrivare in gamma versioni con batterie da 70, 75 e 90 kWh, fino ai 100 kWh dell’odierna Model S restyling con percorrenze dichiarate fino a 628 km. Parliamo quindi di accumulatori molto capienti, sebbene ci sia chi ne adotta anche di più grandi.