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Ghosn: "Probabile la bancarotta in due o tre anni"

Rosario Murgida
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Nissan - Ghosn: "Probabile la bancarotta in due o tre anni"

La Nissan "rischia la bancarotta nel giro di due o tre anni". A sostenerlo è stato l'ex numero uno della Casa giapponese Carlos Ghosn nel corso di un colloquio con l'ex procuratore giapponese Nobuo Gohara durante il suo periodo di detenzione.

Chi è Gohara. Gohara, che ha ricevuto da Ghosn il permesso di parlare delle loro conversazioni, scrive di argomenti giudiziari su un suo blog e sono frequenti le sue apparizioni televisive. Spesso critico nei confronti del sistema giudiziario nipponico, è intervenuto subito dopo l'arresto di Ghosn per lanciare pesanti accuse contro una giustizia che, a suo avviso, rende gli arrestati dei veri e propri ostaggi delle autorità inquirenti. Negli ultimi mesi ha incontrato l'ex manager cinque volte per discutere di vari argomenti oggetto di un libro che originariamente doveva essere pubblicato il 20 aprile, in concomitanza con l'avvio di un processo che rischia di non aver più luogo dopo la fuga in Libano dell'ex numero uno della Renault e della Nissan. Il loro ultimo incontro è avvenuto due giorni prima della fuga.

La teoria del complotto. "Mi ha detto che la Nissan, probabilmente, fallirà entro due o tre anni", ha affermato Gohara nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che l'ex numero uno della Casa giapponese non ha fornito spiegazioni sulla sua profezia. Attualmente il costruttore giapponese è alle prese con serie difficoltà: il calo delle vendite in Cina e in Europa, unito alla scarsa redditività delle attività statunitensi, ha spinto i vertici a tagliare le stime sugli utili e il fatturato nel corrente esercizio fiscale (si chiude il 31 marzo) e a lanciare un piano di ristrutturazione con il taglio di 12.500 posti di lavoro in tutto il mondo. I problemi della Nissan sono stati evidenziati proprio da Ghosn nella conferenza stampa di Beirut in cui ha accusato la magistratura di Tokyo e il costruttore di aver orchestrato un complotto per rimuoverlo da tutte le cariche e per bloccare il suo progetto di fusione con la Renault. "La Nissan e i pubblici ministeri hanno lavorato insieme per avviare un procedimento penale contro Ghosn", ha ribadito Gohara. In Giappone rimane Greg Kelly, ex dirigente e stretto collaboratore dell'ex presidente, arrestato per gli stessi reati addebitati a Ghosn. "Le possibilità di Kelly di dimostrare la sua innocenza sono buone perché sono in gioco le stesse questioni sia per Kelly che per Ghosn", ha sostenuto l'avvocato giapponese. "L'innocenza di Kelly significherà che anche Ghosn è innocente".

Le nuove accuse della Nissan. L'ex manager di origini libanesi ha sempre respinto tutte le accuse, a partire dalla presunta evasione fiscale fino all'uso indebito di fondi aziendali. Durante la conferenza stampa ha anche mostrato alcuni documenti per dimostrare la sua innocenza. La Nissan, però, continua ad accusare il suo ex presidente di aver distratto fondi per miliardi di yen per un uso esclusivamente personale. Un rapporto inviato pochi giorni fa alla Borsa di Tokyo descrive nei dettagli i risultati dell'indagine interna sulla condotta di Ghosn: secondo la Casa giapponese, la joint venture olandese Renault-Nissan BV avrebbe, per esempio, sborsato 3,9 milioni di euro (470 miliardi di yen) per sostenere regali e spese non legate alle attività aziendali, tra cui l'ormai famosa festa di compleanno a Versailles, gli inviti di personaggi di riguardo al carnevale di Rio de Janeiro e al Festival del Cinema di Cannes, l'acquisto di gioielli di lusso Cartier e gli onorari di uno studio legale in Libano, dove la Nissan è assente. Inoltre, la joint venture avrebbe donato 2,37 milioni di euro a 10 scuole e organizzazioni non profit del Paese mediorientale. Ghosn e la sua famiglia hanno anche usato jet aziendali di proprietà della Nissan e della Renault per scopi privati: i giapponesi avrebbero sostenuto costi per quattro milioni di euro e la joint venture per 5,1 milioni.   

La questione FCA. Oggi, in un'intervista a Repubblica, l'ex manager è tornato anche a parlare della fusione tra la Fiat Chrysler e la Renault: "So che era una grande opportunità e che eravamo a buon punto: era un accordo imperdibile, ma chi mi ha sostituito è riuscito a farselo sfuggire". "Io ero in carcere, non so rispondere", replica Ghosn alla domanda su chi abbia lavorato per fermare l'operazione. A Beirut aveva anche rivelato come alla fusione avesse iniziato a lavorare tra il 2017 e l’inizio del 2019. Sui suoi rapporti con la Fiat emerge un altro particolare. Ghosn, infatti, avrebbe ricevuto un'offerta dal Lingotto per diventare amministratore delegato prima della nomina di Marchionne nel 2004: "Mi arrivò una telefonata, ma avevo appena iniziato il rilancio di Nissan ed era impossibile lasciare".