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Tesla
Incendio vicino alla Gigafactory di Berlino: possibile sabotaggio

Rosario Murgida
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Tesla - Incendio vicino alla Gigafactory di Berlino: possibile sabotaggio

La Tesla deve affrontare un nuovo, inquietante problema per la sua Gigafactory alle porte di Berlino. Nella notte tra il 25 e il 26 maggio è scoppiato un incendio nelle immediate vicinanze della fabbrica di Grünheide: sono stati bruciati alcuni cavi elettrici e di riflesso una parte di bosco a circa 500 metri dall’area del cantiere dove si stanno realizzando le strutture produttive. La polizia locale, che ha sin da subito inviato una squadra di investigatori per avviare le indagini necessarie a individuare le cause dell’incendio, non ha escluso la natura dolosa e una possibile motivazione politica. 

La rivendicazione. Infatti, un gruppo di estrema sinistra, noto come “Vulkangruppe” e già in passato responsabile di danneggiamenti e attacchi criminali nel Land del Brandeburgo, ha pubblicato sulla piattaforma Indymedia.org una lettera di rivendicazione. "Nella notte tra il 25 e il 26 maggio 2021, abbiamo interrotto l'alimentazione elettrica per il cantiere della fabbrica della Tesla a Grünheide, vicino a Berlino, dando fuoco a sei cavi ad alta tensione posati fuori terra”, si afferma nella missiva, dove si lanciano anche dure accuse contro la Casa californiana: "Tesla non è né verde, né ecologica, né sociale”. "Il nostro fuoco si oppone alla menzogna dell'automobile green”, aggiunge il Vulkangruppe. "Stiamo verificando se c'è qualcosa di vero", ha affermato Joachim Lemmel, portavoce dell'Ufficio di polizia criminale del Brandeburgo, ma, secondo indiscrezioni della stampa tedesca, gli inquirenti considerano autentica la rivendicazione. 

I presagi. D’altro canto il malcontento locale lasciava presagire possibili danneggiamenti come forma estrema di protesta. Streffen Schorcht, rappresentante di un comitato di cittadini di Grünheide (Bürgerinitiative Grünheide), da sempre contrari alla realizzazione dell’impianto per l’impatto sulle falde acquifere e sulla flora e la fauna locale, ha stigmatizzato l’accaduto e fatto una rivelazione su quelle che erano le attese della popolazione su un possibile atto doloso: "Lo temevamo perché molte persone non si sentono coinvolte nel processo di consultazione pubblica sull'insediamento della Tesla”. Il comitato ha quindi condannato gli attacchi contro la Casa californiana o la fabbrica e invitato i cittadini contrari al progetto a intraprendere solo iniziative democratiche e civili.

Nessuna interruzione. Le fiamme non hanno comunque avuto ripercussioni sulla fornitura di energia. Nonostante il danno, i cavi risultavano ancora in piena funzione al momento dell’arrivo dei vigili del fuoco: l’incendio, che ha interessato parte di un bosco, è stato spento quasi immediatamente. Inoltre la società energetica Edis ha escluso ripercussioni sul servizio: "Non è stato necessario interrompere immediatamente la fornitura”. Sin dalle prime ore del mattino è sopraggiunta una squadra di tecnici per affrontare eventuali emergenze, valutare i danni e avviare e coordinare le iniziative necessarie a ripristinare il buono stato dei cavi. La Tesla ha comunque escluso ritardi nei lavori di costruzione dell’impianto. Del resto l’incendio, per quanto doloso, si è alla fine rivelato di piccola entità e non ha prodotto conseguenze peggiori. In ogni caso, si tratta dell’ennesimo problema per il progetto di Grünheide: l’investimento multimiliardario della Tesla è sin da subito diventato oggetto di vibranti proteste da parte di comitati locali e associazioni ambientaliste, che hanno percorso anche le vie legali per bloccare la costruzione della fabbrica senza, però, ottenere alcun risultato. La Casa californiana, a causa delle lungaggini burocratiche, è stata inoltre costretta a rinviare l’avvio delle attività produttive di almeno sei mesi rispetto alle indicazioni iniziali su un’apertura per il prossimo mese di luglio.