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Industria e Finanza

Germania
100 mila elettriche sono ferme nei parcheggi

Redazione Online
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Germania - 100 mila elettriche sono ferme nei parcheggi

Poche settimane fa, il Financial Times ha lanciato un allarme su un crescente numero di auto elettriche di produzione cinese ferme nei parcheggi dei principali porti del Nord Europa. In realtà, il problema riguarda non solo gli scali marittimi, ma anche altre strutture. Lo sanno gli esperti del Chemnitz Automotive Institute, che hanno puntato le loro attenzioni sulla Germania scoprendo un dato preoccupante: nel Paese, circa 100.000 veicoli a batteria languono negli spazi vicini alle fabbriche, alle concessionarie e, per l'appunto, ai porti. 

L'import c'entra solo in parte. Non si tratta solo di Bev di produzione cinese. Secondo i ricercatori, il numero mastondotico si riferisce sia alle importazioni, sia ai costruttori tedeschi. Non è un caso: in Germania, il 2023 si è chiuso con un numero record di elettriche invendute, una diretta conseguenza dello stop agli incentivi deciso dal governo. In buona sostanza, la domanda interna non è più sufficiente ad assorbire le produzioni nazionali e le importazioni; questo spiega anche il forte aumento delle esportazioni del Paese. L'anno scorso, Berlino ha spedito nei mercati esteri 786 mila elettriche, per un valore di 36 miliardi di euro, il 58% in più rispetto al 2022. Ciò significa che un'auto nuova su quattro venduta all'estero dalla Germania era una Bev. Il Chemnitz Automotive Institute, però, lancia un avvertimento: "La valvola di sfogo delle esportazioni non può guarire tutte le ferite".

I casi. Le analisi degli esperti quantificano quello che la cronaca racconta da tempo. L'esponenziale aumento delle auto BYD ferme al porto tedesco di Bremerhaven ha ormai congestionato completamente il terminal automobilistico, mentre i media tedeschi hanno scoperto migliaia di Tesla prodotte a Grünheide e stoccate segretamente in un ex aeroporto militare del Neuhardenberg a causa dell'assenza di spazi sufficienti nella fabbrica alle porte di Berlino. Inoltre, gli stessi costruttori tedeschi stanno riducendo la capacità produttiva dedicata alle Bev, rinviando il lancio di prodotti e rivedendo le loro strategie per frenare il processo di passaggio alla mobilità elettrica. Un corto circuito che non promette bene.