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Alpine A290
Una vera hot hatch, anche sulla neve

Mirco Magni
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Alpine A290 - Una vera hot hatch, anche sulla neve

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La A290 è un modello cruciale per la Alpine: la hatchback non solo darà il via alla transizione elettrica del marchio, ma sarà anche il primo modello nella storia del costruttore a trazione anteriore. Due dettagli che per un appassionato potrebbero sembrare una bomba gettata su un costruttore che da sempre si è distinto per un piacere di guida fatto di trazione posteriore, masse contenute e perfetto equilibrio dei pesi. E pure io, prima di partire per Arjeplog, nella parte svedese del Circolo Polare Artico, mi chiedevo come i tecnici petrolhead di Dieppe fossero riusciti a mandare giù entrambe le pillole, quella dell’elettrico e quella della trazione anteriore. Ma mi è bastato fare qualche curva per capire che la A290 non è affatto un sacrilegio, ma solo un cambio di paradigma.

La storia continua. E a pensarci bene, la A290 incarna perfettamente i concetti su cui è nato il marchio fondato da Jean Rédélé, che mosse i suoi primi passi modificando delle Renault 4 con motori più potenti, assetti sportivi e altri dettagli pensati per migliorare le prestazioni. Oggi non c’è spazio per carburatori o alesaggi maggiorati, ma il concetto è sempre quello: alla Alpine hanno preso una Renault 5 modificandola sotto vari aspetti per crearne una versione ad alte prestazioni, che però è tutt’altro che estrema. Perché deve essere un’auto con cui divertirsi, certo, ma anche una vettura adatta a essere guidata tutti i giorni da chiunque. Per questo gli ingegneri hanno sviluppato soluzioni specifiche, come l’impiego delle pinze freno anteriori della A110 o l’assetto con finecorsa idraulici, che promette un ottimo handling, ma anche buoni livelli di confort.

Motore da segmento C. Il cuore del progetto, però è l’avantreno. Se da quello che una volta si chiamava, meritatamente, parafiamma fino al retrotreno (multilink come sulla R5) l’impostazione è rimasta la stessa - solo la batteria ha componenti interne aggiornate per garantire picchi di potenza più elevati e una maggiore consistenza delle prestazioni -, è davanti che cambia tutto. La Alpine ha riprogettato la porzione anteriore del telaio, creando una struttura più rigida e collocandovi un motore “preso dal segmento superiore”. Dati tecnici e prestazioni sono top secret ancora per qualche mese (l’unveiling della vettura è fissato per giugno), ma non essendoci molte elettriche del gruppo Renault di segmento C è lecito pensare che nel cofano ci sia l’unità da 218 CV della Megane E-Tech 220. Non posso fornirvi sensazioni riguardo la potenza anche perché avendola guidata solo su una pista ricavata su un lago ghiacciato le condizioni d’aderenza falsavano la percezione.

Piccola, ma tutt’altro che scorbutica. L’altro lato della medaglia di questa superfice, però, è una più semplice (e divertente) analisi del bilanciamento della vettura, che dovrebbe aggirarsi attorno al 50:50. Sul ghiaccio, con pneumatici chiodati, la Alpine A290 si è dimostrata molto progressiva: ti infonde sicurezza comunicandoti ciò che sta per fare e dandoti il tempo di reagire di conseguenza. Onestamente, non me lo sarei aspettato da una piccola hot hatch con un passo di 2.530 mm e una lunghezza solo 3 metri e 99 centimetri. Numeri che te la farebbero pensare un po’ scorbutica, o quantomeno nervosa. Un po’ come una sua antenata entrata nell’immaginario collettivo proprio per la sua brutalità, la Renault 5 Turbo. I tecnici Alpine, però, hanno fatto un gran bel lavoro sia dal punto di vista dell’assetto, con carreggiate allargate di 6 centimetri (e conseguente body kit da “Maxi”), sia per l’elettronica. Che è stata finemente tarata proprio qui, sulla pista di Ullak, per garantire un’ottima fruibilità nel quotidiano ed elevati livelli di sicurezza senza intaccare eccessivamente il piacere di guida. A seconda della modalità di guida selezionata (ci sono le classiche Eco, Sport, Comfort e Perso), la risposta del powertrain varia parecchio e, conseguentemente, anche l’intervento dei controlli. Che si possono disabilitare (Asr a parte) per godersi la A290 come mamma l’ha fatta.

Vera hot hatch. Se già con tutta l’elettronica inserita il posteriore tende ad allargare lievemente per farti chiudere meglio le curve, in Esc off la A290 diventa davvero divertente per essere un’anteriore. Sul ghiaccio, basta giocare coi trasferimenti di carico per metterla a bandiera, con sovrasterzi tanto progressivi quanto divertenti da controllare e mantenere. Certo, qui è solo scena, ma su strada tutto questo si tradurrà in un comportamento da vera hot hatch, con un posteriore che si alleggerisce in inserimento per farti tenere traiettorie strette ed evitare sottosterzo. Da vera hot hatch.

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F1 insegna. Per guidarla su asfalto ci vorrà ancora tempo e se ne riparlerà dopo l’estate, così come per vederla nella sua interezza senza camuffature. Un dettaglio che la Alpine mi ha già concesso di farvi vedere, però, c’è: il volante. Che nasconde due particolari ispirati al mondo della Formula 1. Proprio come sulle “cloche” utilizzate nelle monoposto, alle razze del volante di questo nuovo modello sono fissati due comandi per la gestione di funzioni votate alle prestazioni. Il primo è un selettore rotativo sotto la razza sinistra, che si usa per regolare i quattro livelli della frenata rigenerativa, che può essere anche spenta totalmente o simulare il rallentamento di un modello con motore a combustione interna. L’altro è una leva rossa d’alluminio son sopra la scritta OV, che sta per “overtake”, sorpasso. Spingendola con il pollice destro si ha a disposizione un overboost (a qualsiasi andatura e indipendentemente da quanto si sta premendo l’acceleratore) che consente di avere un surplus di potenza per qualche secondo. Un dettaglio in pieno stile Rédélé.