Jeep Grand Cherokee
I MOTORI
Con l’avvento della quinta generazione, i motori a gasolio vanno in pensione, ma le statistiche parlano chiaro: nel corso della storia la Jeep Grand Cherokee è stata venduta soprattutto nelle versioni turbodiesel e la maggior parte degli annunci riguarda proprio vetture siglate CRD. Nel caso della quarta serie, il motore best seller è un V6 prodotto dall’italiana VM e declinato in due livelli di potenza, da 190 e da 241 CV, saliti in seguito fino a quota 250. L’abbinamento più naturale è quello con un cambio automatico, anche se nel tempo sul fronte trasmissione c’è stato un avvicendamento. Le Grand Cherokee più datate hanno infatti un classico cambio a cinque rapporti piuttosto lento, mentre quelle più recenti hanno un otto marce più efficiente. Tutte le versioni dispongono di trazione integrale permanente e di marce ridotte. Le Grand Cherokee a benzina sono piuttosto rare, ma tra loro merita una menzione speciale l’esuberante versione Trackhawk, che monta un poderoso 6.2 V8 Hemi da 710 CV.
PRO E CONTRO
La Jeep Grand Cherokee è fedele alla tradizione della Casa e si disimpegna in modo egregio nell’off-road. È sufficiente selezionare il tipo di fondo da affrontare con il pratico comando Selec-Terrain e il gioco è fatto. Non bastasse, per ottenere una mobilità eccellente anche sui terreni più impegnativi si può contare sulle eventuali ridotte, sui bloccaggi dei differenziali e sulle sospensioni pneumatiche regolabili. Il rovescio della medaglia è un certo impaccio tra le curve su asfalto. Qui emergono una certa inerzia, un evidente coricamento laterale e una tendenza ad allargare la traiettoria, anche se la sicurezza non è mai messa in discussione. Neppure lo sterzo ha un’impostazione sportiva e si dimostra piuttosto leggero e poco comunicativo. Il quadro torna più roseo nei viaggi autostradali, dove emerge un confort di marcia degno di un’ammiraglia. L’ultima nota di merito è per il bagagliaio, con apertura separata del lunotto e volume utile dichiarato che va da 782 a 1.554 dm3.