Amarcord - Le mitiche berline degli anni 90 - FOTO GALLERY
Seat Toledo. Tra i primi frutti dell’acquisizione del marchio Seat da parte del gruppo Volkswagen, debutta nel 1991 riscontrando un buon successo anche in Italia. Ne viene persino realizzata una versione elettrica per far strada alla torcia olimpica in occasione delle Olimpiadi di Barcellona 1992, quando la Toledo Podium, una lussuosa edizione speciale, viene assegnata ai 22 spagnoli vincitori di medaglie.
Ford Mondeo. Debutta nel 1993 colpendo subito il favore di pubblico e critica: non a caso, nel 1994 le viene assegnato il titolo di Auto dell’Anno. La berlina è sdoppiata nelle varianti a quattro e a cinque porte, che vengono affiancate dalla station wagon.
Ford Scorpio. La seconda serie dell’ammiraglia dell’Ovale blu arriva nel 1994, ma non riscuote grande successo. A pesare è probabilmente la linea che, seppur moderna, viene spesso criticata per la sezione frontale e il posteriore d’impostazione troppo yankee.
Audi A4. Le sue forme riuscite non fanno rimpiangere troppo l’Audi 80 che va a sostituire nel 1994, inaugurando la nuova nomenclatura dei Quattro anelli, fatta di sigle alfanumeriche, impiegata tutt’oggi. Non manca la variante wagon, la cui gamma verrà completata nel 1999 dalla sportiva RS, la più ambita tra le A4.
Audi A6. La prima generazione dell’A6 (C4) è in realtà un restyling dell’ultima Audi 100. Per questo, la vera novità è la seconda serie (C5) del 1996, con un design più spigoloso e hi-tech. Anche in questo caso non manca la giardinetta Avant.
Audi A8. La generazione d’esordio (D2) del 1994, derivata dalla concept Audi Space Frame dell’anno precedente, è la prima auto di larga produzione con un telaio interamente d’alluminio. All’inizio è disponibile solo con motorizzazioni V8, alle quali si aggiungeranno in seguito i V6.
Rover 400. Negli anni 90 il marchio Rover riscuote un buon successo sul mercato italiano, anche grazie a prodotti dalla linea piacevole, come questa seconda generazione della serie 400, al debutto nel 1995 e disponibile nelle varianti a quattro e a cinque porte.
Rover 600. Del resto, la 400 segue il nuovo corso stilistico, fatto di linee morbide ed eleganti, inaugurato nel 1993 dalla più grande serie 600, che rimarrà in produzione fino al 1999. La vettura nasce da un progetto congiunto che dà vita anche alla coeva Honda Accord.
Chrysler Neon. Venduta Oltreoceano con i marchi Dodge e Plymouth, è la entry level della Chrysler in Europa, dove arriva nel 1995, senza mai riscuotere largo successo.
Chrysler Stratus. Nel Vecchio continente debutta anch’essa nel 1995 con il nome Stratus, come la sua gemella a marchio Dodge per il Nord America, dove invece le versioni Chrysler e Plymouth sono commercializzate rispettivamente come Cirrus e Breeze. Nel 1997 arriverà anche la variante cabrio, tra le più eleganti open top degli anni 90.
Mazda 626. La quinta generazione della berlina nipponica arriva in Europa nel 1992. La sesta (nella foto) arriva invece nel 1997 e sarà l’ultima con tale denominazione: l’erede verrà battezzata Mazda6.
Fiat Tempra. Derivata dalla Tipo, da cui riprende la moderna strumentazione digitale, arriva nel 1990 in sostituzione della vecchia Regata. Verrà molto apprezzata anche nella variante wagon.
Fiat Marea. L’erede della Tempra arriva nel 1996, anche giardinetta (Weekend), con un look che riprende gli stessi stilemi della famiglia Bravo/Brava, di cui può considerarsi la variante a tre volumi, sebbene annoverata in un segmento superiore.
Fiat Croma. La seconda generazione dell’ammiraglia italiana, di fatto un profondo restyling della precedente, arriva sul mercato nel 1991 con un look più moderno e l’ormai noto portellone. Nota come vettura al servizio dello Stato, diventerà uno dei simboli della fine della Prima Repubblica.
Volkswagen Vento. Di fatto la variante a tre volumi della Golf, rappresenta la terza generazione della Jetta, nome con cui all’epoca continua a essere commercializzata fuori dall’Europa. Debutta nel 1993 per poi uscire dai listini nel 1998, quando viene sostituita dalla Bora.
Volkswagen Passat. La generazione B5 nella foto arriva sul mercato nel 1996 con il caratteristico padiglione ad arco. All’epoca come oggi, la Passat è una delle segmento D più grandi sul mercato: è lunga 4,70 metri.
Daewoo Nubira. Al debutto nel 1997, è all’epoca disponibile con carrozzeria a quattro e cinque porte. Nello stesso anno la wagon, forse la più apprezzata nel Belpaese, diventa nota agli italiani come vettura del film ''Tre uomini e una gamba''.
Opel Vectra. La seconda generazione, la ''B'' del 1995, è forse la più riuscita tra le Vectra. Come tante altre vetture di questa rassegna, viene proposta anche wagon.
Opel Omega. Dopo la prima generazione del 1986, la cui gamma annoverava persino un’iconica versione sportiva realizzata in collaborazione con la Lotus, debutta nel 1994 la seconda serie, disponibile, come la precedente, anche come wagon. Nel nuovo millennio non avrà una vera erede, ma l’Insignia, nata per sostituire la Vectra, riuscirà a intercettare anche alcuni vecchi clienti della stessa Omega.
Nissan Primera. Debutta nel 1990, contribuendo alla grande crescita delle auto giapponesi sul mercato europeo in quegli anni. Al lancio vanta una gamma di motori tutti a quattro valvole per cilindro, in un’epoca in cui avere la sigla 16v sulla vettura ha grande appeal tra gli automobilisti. Già nel 1995 arriva la seconda generazione, più moderna, ma anche più spigolosa.
Lancia Dedra. Debutta nel 1989, ma può considerarsi una classica sedan degli anni 90. Come le cugine Alfa Romeo 155 e Fiat Tempra, nasce sulla stessa piattaforma della Fiat Tipo, ma si distingue per la sua eleganza da tipica Lancia di quel decennio.
Lancia K. L’ammiraglia che sostituisce la Thema debutta nel 1994, con uno stile altrettanto aristocratico, ma forse meno originale. Sarà prodotta anche come station wagon e in una rara versione Coupé (solo 3.226 unità), ma le sue (s)fortune commerciali saranno ben lontane da quelle della progenitrice.
BMW Serie 3. Tra le più apprezzate Serie 3 di sempre, la E36 debutta nel 1990 con uno stile moderno, ideato da Claus Luthe, che abbandona i classicismi delle due precedenti generazioni. Offerta anche in altre varianti di carrozzeria, verrà sostituita nel 1998 dalla E46, disegnata sotto l’egida di Chris Bangle.
BMW Serie 5. Con il debutto della E39 del 1995, la segmento E della Casa di Monaco è all’epoca tra le più moderne ammiraglie sul mercato. Disegnata da Chris Bangle, viene declinata anche nella variante Touring.
BMW Serie 7. La ''limousine'' dell’Elica giunge alla terza generazione (E38) nel 1994. Disponibile anche a passo lungo, può all’epoca avere persino un V12, il più nobile tra i propulsori della Casa bavarese.
Citroën Xantia. Si tratta di una due volumi e mezzo dalle originali sospensioni Hydractive 2, una chicca del Double Chevron. Disegnata dall’atelier Bertone e disponibile anche in versione giardinetta (Break), dà il via nel 1993 alla nuova nomenclatura del marchio francese, fatta di nomi per esteso che rimpiazzano le vecchie sigle. A quest’ultime, sotto una diversa forma alfanumerica, si tornerà nel decennio successivo.
Citroën XM. L’ammiraglia del marchio francese ottiene il titolo di Auto dell’Anno nel 1990. Anch’essa nasce dalla collaborazione con l’atelier Bertone, a cui si deve la caratteristica linea a cuneo della sua carrozzeria. Non manca la variante wagon (Break).
Lexus GS. Ideata con uno stile europeo – non a caso nasce dalla mano di Giorgetto Giugiaro – è la risposta nipponica alle ammiraglie di lusso del Vecchio continente. Arriva nel 1993 con una gamma di soli propulsori a benzina. In Europa il marchio otterrà volumi significativi solo nel nuovo millennio, con la gamma a ruote alte e l’adozione generalizzata dei powertrain ibridi.
Maserati Quattroporte. Disegnata da Marcello Gandini, la quarta serie della berlina è la prima nata dopo l’ingresso del marchio nel gruppo Fiat. Non solo: è la più compatta tra tutte le sue generazioni, essendo lunga solo 4,55 metri, nonché una delle più sportive.
Mitsubishi Carisma. Il nome di questa vettura, sul mercato dal 1994, nasce dalla fusione del termine ''car'' con la parola greca ''kharisma'', cioè ''dono di grazia''. Si tratta di un prodotto pensato per l’Europa, tanto da essere assemblato proprio nel Vecchio continente, in Olanda.
Renault Laguna. Erede della mitica 21, arriva nel 1994 con una linea moderna, secondo gli stilemi che fanno la fortuna della Losanga in quegli anni. Dal 1995 verrà affiancata dalla variante station wagon.
Renault Safrane. Nasce nel 1992 per rimpiazzare la 25, ma, al contrario della più riuscita Laguna, che proprio dall’ammiraglia riprenderà alcune soluzioni stilistiche, i suoi ordini fuori dalla Francia risulteranno esigui.
Subaru Impreza. Di fatto, è la berlina di questa rassegna che più deve la propria popolarità ai grandi successi del motorsport, come vi abbiamo raccontato tempo addietro. La prima generazione arriva nel 1992, con il tipico know-how Subaru, ovvero motori boxer e trazione integrale.
Alfa Romeo 155. Altra vettura dal grande successo nel motorsport è la 155, che proprio in questo 2022 festeggia i suoi primi 30 anni. Strettamente imparentata con Tempra e Dedra, si pone fin da subito come la più sportiva del trittico di berline nate dalla piattaforma della Tipo. Del resto, è una vettura del Biscione.
Alfa Romeo 156. Questa sedan dalla linea riuscita, che coniuga modernità ed elementi dal fascino rétro, arriva nell’autunno del 1997. Sarà un grande successo, anche nel motorsport, tanto da salire sul gradino più basso del podio delle Alfa più vendute di sempre.
Alfa Romeo 166. Al contrario della 156, da cui riprende gli stilemi, quest’ammiraglia del 1998 non avrà grande successo, nonostante l’indole da vettura sportiva e al contempo lussuosa. Uscirà di produzione nel 2007 senza mai avere un’erede.
Hyundai Lantra. Delle due generazioni in vendita negli anni 90, la seconda del 1995 è quella che più raccoglie i favori del pubblico europeo, grazie alle linee curve che all’epoca fanno il successo dei modelli della Casa nel Vecchio continente.
Skoda Octavia. La prima generazione della moderna Octavia (il nome riprende quello di uno storico modello del marchio, prodotto tra il 1959 e il 1964) arriva nel 1996 ed è subito un successo, anche grazie a un listino all’epoca molto concorrenziale. Si tratta del primo modello inedito del marchio sviluppato del tutto sotto l’egida del gruppo Volkswagen.
Toyota Carina E. La berlina del brand nipponico, ideata per il Vecchio continente, esordisce nel 1992. La produzione avviene all’epoca in Inghilterra, nel Derbyshire.
Toyota Avensis. Nello stesso stabilimento di Burnstorn viene prodotta a partire dal 1997 questa berlina di segmento D, erede della Carina E, disponibile a quattro e cinque porte, oltre che nell’apprezzata variante giardinetta.
Jaguar XJ. La serie X300 di questo iconico modello dalla storia ultracinquantennale nasce nel 1994, riportando lo stile della limousine britannica su canoni più classici e forme arrotondate. La sua evoluzione, al debutto nel 1997, sarà nota con la sigla di progetto X308, in omaggio alla nuova famiglia di motori V8.
Saab 900. La seconda e ultima serie con tale denominazione, conosciuta come New Generation e lanciata nel 1993, rappresenta il primo modello della Casa nato sotto l’egida del gruppo General Motors. Oltre alle classiche versioni a tre e a cinque porte, non manca l’elegante cabriolet.
Saab 9-5. Erede della 9000, che gli italiani ricordano soprattutto per la sua stretta parentela con un trittico di ammiraglie del gruppo Fiat, introduce nel 1997 la nuova nomenclatura della Casa. La seconda serie, al debutto nel 2009, avrà vita breve a causa del fallimento del marchio svedese.
Honda Civic 4 porte. Questa sedan giapponese, al debutto nella prima metà degli anni 90, deriva dalla riuscita Civic hatchback di quinta generazione, rispetto alla quale si presenta con forme più eleganti, ma altrettanto proporzionate. Uscirà di produzione già nel 1995, per far spazio alla nuova serie MB, meno riuscita sotto il profilo dello stile.
Honda Accord. La quinta generazione viene introdotta in Europa nel 1993 ed è un modello ben diverso dall’omonima vettura venduta nel resto del mondo. D’altra parte, nasce in collaborazione con la Rover, che dalla stessa piattaforma dà vita alla Serie 600, forse il più riuscito tra i modelli della casa britannica degli anni 90.
Volvo S40. Presentata nel 1995, colpisce il grande pubblico per le sue linee morbide e arrotondate, che ne fanno un modello di rottura nella storia del marchio svedese, di cui rappresenta all’epoca la entry level. Anche la wagon, denominata V40, è ben lontana dal classico ''boxy style'' che aveva caratterizzato le precedenti giardinette della Casa scandinava.
Volvo 850. Al debutto nel 1991, è la prima Volvo di grandi dimensioni ad adottare la trazione anteriore. Sarà disponibile anche nella versione T5-R ad alte prestazioni, che tuttavia verrà ricordata soprattutto con la carrozzeria wagon.
Volvo Serie 900. La top di gamma del marchio scandinavo degli anni 90, viene declinata in due classi di modelli, la 940 e la 960, di cui la prima rappresenta una versione più semplificata (e quindi meno costosa) dell’altra. Anche in questo caso, ovviamente, non manca la wagon.
Peugeot 406. Questa berlina arriva sul mercato nel 1995, per poi diventare una star del cinema grazie ai primi due capitoli della saga Taxxi, sceneggiata e prodotta da Luc Besson a partire dal 1998. Nella sua gamma non mancheranno la wagon e la 406 Coupé disegnata e prodotta dalla Pininfarina.
Peugeot 605. Si tratta di un’ammiraglia presentata al termine del 1989 e disegnata dalla Pininfarina. Pur essendo palesi gli stilemi che adotta all’epoca il marchio del Leone, vari appassionati notano alcune somiglianze con un’altra creatura dell’atelier piemontese, cioè l’Alfa Romeo 164.
Mercedes Classe C. La serie W202, erede della gloriosa 190 (W201) debutta nel 1993, proprio quando la Mercedes dà il via alla nuova nomenclatura dei suoi modelli. Ispirata alla coeva ammiraglia W140, si fa valere nel campionato DTM, dove trionferà per tre anni consecutivi
Mercedes Classe E. La W210 arriva sul mercato nel 1995, segnando un deciso cambiamento rispetto alla precedente W124, grazie ai suoi proiettori a doppia ellisse, che la rendono probabilmente la berlina Mercedes più riconoscibile di quel decennio. L'esemplare di un nostro lettore ha percorso più di 700 mila km
Mercedes Classe S. La generazione W140 debutta nel 1990, ma solo con l’aggiornamento di metà carriera assume la denominazione di Classe S, per la prima volta adottata sulla berlina di punta della Stella. Nonostante l’indubbia eleganza di questa vettura, Bruno Sacco, artefice di tanti capolavori della Casa di Stoccarda, la definirà anni dopo la sua creatura meno riuscita.
Dopo le piccole e le coupé, ripercorriamo un’altra categoria di auto che negli anni 90 riscontra ancora un ottimo successo, cioè quella delle più classiche sedan: tra berline di segmento D e ammiraglie, troverete nella nostra galleria d’immagini ben 50 modelli nati (o profondamente rivisti) in quel decennio, quando questo tipo di carrozzeria trovava clienti anche tra i marchi generalisti, che oggi hanno ormai abbandonato tale carrozzeria a causa del grande appeal delle Suv. Del resto, già all’epoca alcuni modelli dalle sfortunate sorti commerciali sono stati il campanello d’allarme del fenomeno a cui avremmo assistito nel nuovo millennio.