Gruppo FCA
Possibile "super-piattaforma" con PSA
Il gruppo FCA continua a rimanere sotto i riflettori della stampa internazionale con nuove indiscrezioni sui suoi rapporti con i francesi di PSA. L'agenzia americana Bloomberg scrive, infatti, della possibilità che nel giro di due o tre mesi partano trattative per una collaborazione su una piattaforma per veicoli da lanciare in Europa.
Per ora solo una fase di valutazioni. Per il momento, tuttavia, si tratta comunque solo di valutazioni in corso e non di negoziati veri e propri. Secondo l'agenzia di stampa la Fiat Chrysler Automobiles starebbe valutando una partnership per condividere gli investimenti su nuovi modelli destinati al mercato europeo e in tal senso avrebbe avuto solo "discussioni preliminari" con il gruppo PSA per una "super piattaforma". L'eventuale avvio delle trattative potrebbe essere annunciato entro la fine di giugno ma senza la possibilità che si vada oltre la forma della collaborazione, per quanto non sia escluso che in futuro possa venire ampliata ad altri ambiti operativi.
Una ridda di indiscrezioni. Nessuna conferma è arrivata dalle due aziende sulle ennesime e continue indiscrezioni in merito ai loro rapporti. Dall'inizio di marzo i due gruppi, tra l'altro legati da una collaborazione nel campo dei veicoli commerciali recentemente aggiornata per includere la Opel, sono oggetto di indiscrezioni e speculazioni, accentuate dalle aperture dei vertici oppure dai loro azionisti. Tutto è iniziato prima del Salone di Ginevra con la voci sull'intenzione dei transalpini di valutare acquisizioni o nuove alleanze, magari con la General Motors, la Jaguar Land Rover e, per l'appunto, la FCA. Il loro numero uno, Carlos Tavares, ha confermato la disponibilità a cogliere nuove opportunità di crescita dopo l'acquisto della Opel ma non ha mai fornito indicazioni precise sui suoi target, come ribadito ieri in un'intervista al Wall Street Journal: "Abbiamo discussioni continue con i nostri partner. Non bisogna, per favore, eccitarsi troppo. Non esiste un obiettivo specifico, né negoziati specifici in corso".
Le aperture di Manley e il pressing degli azionisti. Sempre a Ginevra sono arrivate delle timide aperture anche dalla FCA per bocca dell'amministratore delegato Mike Manley e da allora sono aumentate le speculazioni anche per effetto della disponibilità espressa dagli azionisti storici della PSA, la famiglia Peugeot, a sostenere i piani di espansione internazionale di Tavares ed eventuali alleanze anche con gli italo-statunitensi. Non a caso sono emerse indiscrezioni su una presunta offerta di alleanza avanzata dai francesi ma respinta dalla famiglia Agnelli e successivamente ulteriori voci su un possibile interesse, seppur di lungo termine, da parte dell'Alleanza Renault-Nissan ad acquisire la Fiat Chrysler.
Nessuna vendita ma solo alleanze per FCA. Le continue voci si inseriscono in un contesto che sta assistendo a un'accelerazione delle ricerche di collaborazioni o alleanze tra i maggiori gruppi automobilistici. A dimostrarlo sono stati gli accordi annunciati negli ultimi mesi, per esempio, dagli acerrimi rivali Daimler e BMW su servizi per la mobilità e la guida autonoma, oppure dalla Ford con la Volkswagen per i veicoli commerciali. Del resto sono molte le sfide che il settore deve affrontare, a partire dalla necessità di adeguarsi ai sempre più stringenti limiti sulle emissioni tramite massicci investimenti sull'elettrificazione. Si parla, in tal senso, di un imminente avvio di quel processo di consolidamento, che lo scomparso Sergio Marchionne ha più volte indicato come unica strada per ridurre i costi e migliorare la redditività. Nel suo famoso discorso del 2015 su un settore "drogato di capitali" il manager italo-canadese aveva parlato della necessità per il settore di condividere costi e investimenti per evitare di bruciare 2 miliardi di euro alla settimana. Dello stesso avviso è John Elkann, presidente del gruppo FCA e della controllante Exor, al centro di un articolo del Financial Times che fornisce un quadro delle attuali strategie della FCA e sgombra il campo da molte delle speculazioni degli ultimi giorni, in particolare sull'intenzione di vendere l'intero gruppo. Gli Agnelli, secondo la testata britannica, non vogliono vendere le attività nel campo automobilistico, ma hanno tre opzioni preferite sul tavolo: una fusione con un altro gruppo, un'integrazione con un grande operatore tecnologico e la condivisione di piattaforme con i concorrenti. Quest'ultima, se si dà credito alle voci riportate da Bloomberg, sembra l'ipotesi più vicina a concretizzarsi.