Cerca

Industria e Finanza

FCA-PSA
Tavares: stiamo accelerando sulla fusione

Rosario Murgida
1 / 2

FCA-PSA - Tavares: stiamo accelerando sulla fusione

2 / 2

FCA-PSA - Tavares: stiamo accelerando sulla fusione

La Fiat Chrysler e il gruppo PSA hanno impresso un colpo di acceleratore al progetto di fusione per chiudere l'operazione il più presto possibile. È quanto affermato dall'amministratore delegato del costruttore transalpino, Carlos Tavares, in una dichiarazione inviata alla France Press e in un messaggio ai dipendenti raccolto dalla Reuters. 

Fusione confermata. "Il lavoro dei team sul progetto di fusione è un elemento chiave per entrambe le società. Prima è, meglio è", spiega Tavares. "I gruppi di lavoro, durante questa crisi, stanno mantenendo e addirittura accelerando il ritmo del progetto per arrivare al closing". Si allontanano, così, i dubbi del mercato sulla possibilità che la fusione salti o comunque venga profondamente modificata nei suoi termini finanziari a causa della crisi scatenata dalla pandemia del coronavirus e dal conseguente crollo delle quotazioni di Borsa.

Nessun ritardo. Del resto il manager portoghese, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, aveva espresso tutto il suo ottimismo sull'esito positivo delle trattative in corso, escludendo o ostacoli insuperabili: "Tutto procede bene. Non c'è motivo di pensare che ci sarà un problema". Il perfezionamento è previsto tra la fine dell'anno e l'inizio del 2021 e le uniche complicazioni sono legate a passaggi prettamente tecnici. I due gruppi, alla fine di febbraio, avevano già risposto a 14 delle 24 richieste prevenute dalle autorità garanti della concorrenza di diversi Paesi: si tratta, come ammesso da Tavares, di un "processo complesso", che richiede il disbrigo di pratiche amministrative e burocratiche con terze parti indirettamente coinvolte di "almeno 24 Stati". "Tra la firma e la chiusura non possiamo andare più veloci, perché dobbiamo attendere le risposte da parte di tutte queste entità e autorità", ha sottolineato il manager, ponendo l'accento anche sulla solidità finanziaria dei due gruppi: "Non stiamo unendo due società in una situazione di crisi perchè entrambe sono in eccellenti condizioni finanziarie. Non si tratta di una fusione 'in modalità crisi' e non dovremo ristrutturare anche se dovremo ancora migliorare le nostre posizioni".

La questione dei dividendi. La crisi ha però sollevato interrogativi su alcuni termini finanziari annunciati in occasione della firma dell'accordo preliminare. È previsto che la FCA paghi cedole straordinarie per 5,5 miliardi di euro e che PSA distribuisca ai suoi soci il 46% del capitale della Faurecia in modo da equilibrare i pesi e rendere alla pari la fusione. Tuttavia, crollo delle quotazioni di Borsa, soprattuto della società di componentistica, ha reso l'operazione meno vantaggiosa per gli azionisti PSA e quindi spinto il mercato a speculare su possibili modifiche all'accordo. Ancor più a rischio sono i dividendi ordinari che le due società intendono distribuire ai propri soci per un ammontare di 1,1 miliardi di euro ciascuna. L'attuale situazione di emergenza ha già spinto la Ford e la Renault a cancellare le cedole per preservare la liquidità in un momento di forte assorbimento di cassa per colpa degli impianti chiusi e del crollo delle vendite. Molti costruttori hanno anche richiamato prestiti o sottoscritto nuove linee di credito per affrontare l'emergenza. È il caso della Fiat Chrysler e del prestito ponte da 3,5 miliardi di euro, mentre PSA ha sottoscritto nuovi finanziamenti da 3 miliardi. Di più hanno fatto la Daimler (12 miliardi), la General Motors (16 miliardi) o la Ford (15,4 miliardi). 

Nessun dubbio sulle cedole. Per ora, FCA e PSA si sono limitate a posticipare il pagamento dei dividendi a causa del contestuale rinvio a fine giugno delle assemblee chiamate ad approvare la relativa distribuzione. In sostanza, le due aziende hanno preso tempo per valutare l'evolversi della situazione. In caso di peggioramento, però, il mercato ritiene plausibile una loro cancellazione e non solo per la necessità di preservare la liquidità: in Francia, il governo è stato categorico nell'escludere da qualsiasi aiuto chiunque opti per la conferma delle cedole. Da quanto trapela, non c'è comunque il rischio di una cancellazione dei dividendi per i due costruttori: "I dividendi fanno parte del progetto, quindi non ci sono dubbi sul loro pagamento. Non ho alcuna indicazione su una revisione dei termini dell'accordo", ha affermato un portavoce della PSA alla France Press.