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Volkswagen Golf GTI
Lode alle hot hatch - VIDEO

Andrea Rapelli
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In un mondo automobilistico che procede spedito verso l’elettrificazione, una hot hatch vecchia scuola, mossa da un semplice motore turbobenzina, non può che far venire i lucciconi agli occhi di chi, nonostante tutto, ama ancora stringere un volante tra le mani. Specie se l’auto in questione è l’ottava generazione della Volkswagen Golf GTI, colei che nel 1975 ha inventato la categoria delle compatte sportive.

Cattiva ma non troppo. Sono passati più di quarant'anni ma, in fondo, il significato intrinseco delle tre magiche letterine non cambia: la Golf GTI, da sempre, è un'auto con cui ti puoi divertire, ma anche spostarti comodamente quando non hai voglia di stabilire un nuovo record nel tragitto casa-ufficio. Anche per questo la sportività è soffusa, non urlata. Fuori, ecco comparire due terminali di scarico, scritte GTI qua e là e l'irrinunciabile filetto rosso sul muso, oltre a paraurti specifici e più aggressivi.

Richiamo alla tradizione. L'interno segue lo stesso fil rouge, con schermata dedicata (il contagiri è al centro della scena) nel quadro strumenti digitale e, soprattutto, nuovi sedili anteriori più profilati, con poggiatesta integrato: oltre a sostenere bene il corpo in curva, hanno la parte centrale rivestita di tessuto tartan, che richiama alla mente quello delle GTI prima serie. L'esemplare che ho guidato in questo primo contatto monta pure un cambio manuale a sei marce, con un pomello che ricorda quello a pallina da golf tipico delle GTI d'antan.

Solo Dsg, per ora. Una precisazione, prima di continuare: in Italia, al momento, la Golf GTI è disponibile solo col cambio a doppia frizione Dsg a sette rapporti. Ma non è detto che, in futuro, non arrivi da noi pure la variante con la trasmissione manuale. Fra l'altro, in Volkswagen affermano che, qualora decidessero di non importare ufficialmente la GTI con tre pedali, i più integralisti potrebbero comunque averla richiedendola esplicitamente in concessionaria: gli ordini sono già aperti, ma per le prime consegne servirà aspettare ancora qualche settimana.

Manuale contro automatico. Dopo aver fatto circa 200 km su strade di campagna (con molti rettilinei, a dir la verità), posso dirvi che il manuale non è un'opzione da scartare a priori. Intendiamoci, il Dsg funziona sempre alla grande: è inappuntabile nella logica in modalità automatica e veloce quando volete prendere in mano la situazione (anche se, in quest'ultimo caso, non tiene la marcia scelta fino al limitatore). Tuttavia, la bella sensazione tattile che regala questo sei marce - la leva ha movimenti corti e innesti piuttosto precisi - ingolosirà gli amanti della bella guida e delle hot hatch in generale.

Suona bene. Restando in tema di sensazioni, pure il sound non è male: nulla di davvero chiassoso, ok, ma la colonna sonora del brillante 2 litri TSI da 245 CV (lo stesso che muoveva la Golf 7 Performance) e 370 Nm è perfetta per una sportiva non esagerata come questa GTI. Che, fra le curve, non si trova mai in difficoltà. I tecnici hanno infatti rivisto la taratura di molle e ammortizzatori (più rigidi del 5% davanti e del 15% dietro) e abbassato l'assetto di 15 millimetri rispetto alle altre Golf. In ogni caso, vale comunque la pena scegliere le sospensioni a controllo elettronico Dcc (865 euro) che hanno una logica di funzionamento rivista e riescono a coniugare senza grande difficoltà la capacità di assorbimento alle basse velocità con il sostegno quando si va forte.

Composta. Il buon feeling generale fra le curve passa pure dal differenziale a slittamento limitato Vaq (di serie) che ripartisce la coppia fra le ruote anteriori grazie a una frizione a lamelle a controllo elettronico. Pur non essendo una vera e propria novità per le auto del gruppo Volkswagen, all'atto pratico questo dispositivo riduce nettamente la tendenza del muso ad allargare in piena accelerazione in uscita di curva. E non invia mai reazioni sgradite allo sterzo (a rapporto variabile): non si tratta di un comando affilatissimo - e potrebbe essere un poco più preciso - ma, a conti fatti, è piacevolmente diretto e riesce a trasferire ai palmi delle mani buona parte delle informazioni provenienti dai pneumatici anteriori.

Supera i 40.000 euro. Se a tutto ciò aggiungete un certo coinvolgimento del retrotreno quando è stuzzicato a dovere (in pista potete pure escludere l'Esc, oppure settarlo sulla nuova modalità Sport, più permissiva), avrete la misura della piacevolezza generale raggiunta della GTI numero 8. Che non nasce per offrire sensazioni particolarmente forti ma si rivela sempre ben bilanciata, con un telaio in grado di supportare alla grande i 245 cavalli del turbobenzina. E, quando si vuole procedere con calma, non è eccessivamente scomoda. Il tutto naturalmente ha un prezzo, che in questo caso è fissato a 41.450 euro.