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Porsche Carrera GT
La Carrera GT è senza dubbio uno tra i modelli più affascinati ed esclusivi prodotti dalla Porsche nel nuovo millennio. Questa roadster dotata di tettuccio rigido amovibile è stata realizzata, soltanto su richiesta, in soli 1.270 esemplari, che sono oggi molto ambiti dai collezionisti di tutto il mondo. Lunga 4 metri e 60 e alta appena 116 cm, la Carrera GT ha una filante carrozzeria di carbonio, materiale largamente impiegato anche per la scocca. Tante soluzioni sono mutuate dal mondo delle corse, come dimostrano anche le sospensioni con schema push-rod. L’abitacolo a due posti ha invece un’impostazione più convenzionale, così come tradizionale è la strumentazione, con i classici cinque indicatori circolari che sono un marchio di fabbrica di Zuffenhausen, ma non brillano per leggibilità. La sportività dell’insieme non va a scapito della qualità delle finiture, che fanno anche qualche concessione al lusso.
I MOTORI
Nella sua breve storia, la Porsche Carrera GT ha adottato un solo propulsore: un V10 aspirato da 5,7 litri di cilindrata, montato longitudinalmente in posizione posteriore centrale. All’epoca del lancio, questa unità era quella di maggior cubatura e di maggiore potenza mai prodotta dalla Porsche per una vettura stradale, anche se va ricordato come il progetto prevedesse in origine un impiego agonistico nelle gare di durata. La potenza di 612 CV è scaricata a terra dalle ruote posteriori, mentre a livello di cambio gli ingegneri Porsche hanno scelto di puntare sul classico, con un manuale a sei marce contraddistinto da un evocativo pomello di legno.
PRO E CONTRO
La Porsche Carrera GT è un’auto rara e molto preziosa, capace di catalizzare l’attenzione grazie a un design mozzafiato. Una volta avviato il motore, il suo V10 diventa però l’assoluto protagonista della scena, con un sound emozionante anche ai bassi regimi. Se si accelera con decisione, il numero di giri sale molto rapidamente e l’urlo della meccanica si fa fragoroso, con una progressione fantastica tra i 5.000 e gli 8.400 giri, oltre i quali interviene il limitatore. Lo sterzo è chirurgico e permette di tracciare le traiettorie con grande precisione, sia sul veloce sia nei tratti più guidati. Qui si apprezza anche una tenuta di strada eccezionale, che consente di affrontare le svolte a velocità molto elevata mantenendo sempre una sensazione di controllo totale. Promossi a pieni voti anche i freni carboceramici, che vantano modulabilità e potenza straordinarie, con un pedale dalla corsa corta, un po’ duro da azionare. Anche l’altro pedale, quello della frizione, ha le stesse caratteristiche e complica un po’ la vita nelle partenze, che rischiano di concludersi con lo spegnimento del motore o con una lunga sgommata. La cosa che piace meno in assoluto è però il cambio, che non eccelle per manovrabilità e, nella guida brillante, fa rimpiangere le moderne trasmissioni robotizzate.
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I MOTORI
Nella sua breve storia, la Porsche Carrera GT ha adottato un solo propulsore: un V10 aspirato da 5,7 litri di cilindrata, montato longitudinalmente in posizione posteriore centrale. All’epoca del lancio, questa unità era quella di maggior cubatura e di maggiore potenza mai prodotta dalla Porsche per una vettura stradale, anche se va ricordato come il progetto prevedesse in origine un impiego agonistico nelle gare di durata. La potenza di 612 CV è scaricata a terra dalle ruote posteriori, mentre a livello di cambio gli ingegneri Porsche hanno scelto di puntare sul classico, con un manuale a sei marce contraddistinto da un evocativo pomello di legno.
PRO E CONTRO
La Porsche Carrera GT è un’auto rara e molto preziosa, capace di catalizzare l’attenzione grazie a un design mozzafiato. Una volta avviato il motore, il suo V10 diventa però l’assoluto protagonista della scena, con un sound emozionante anche ai bassi regimi. Se si accelera con decisione, il numero di giri sale molto rapidamente e l’urlo della meccanica si fa fragoroso, con una progressione fantastica tra i 5.000 e gli 8.400 giri, oltre i quali interviene il limitatore. Lo sterzo è chirurgico e permette di tracciare le traiettorie con grande precisione, sia sul veloce sia nei tratti più guidati. Qui si apprezza anche una tenuta di strada eccezionale, che consente di affrontare le svolte a velocità molto elevata mantenendo sempre una sensazione di controllo totale. Promossi a pieni voti anche i freni carboceramici, che vantano modulabilità e potenza straordinarie, con un pedale dalla corsa corta, un po’ duro da azionare. Anche l’altro pedale, quello della frizione, ha le stesse caratteristiche e complica un po’ la vita nelle partenze, che rischiano di concludersi con lo spegnimento del motore o con una lunga sgommata. La cosa che piace meno in assoluto è però il cambio, che non eccelle per manovrabilità e, nella guida brillante, fa rimpiangere le moderne trasmissioni robotizzate.