Mini Full Electric
La Mini Full Electric rappresenta un ponte ideale tra passato e futuro del marchio inglese. Se la sua sagoma continua ad ammiccare alla celebre antenata progettata da Alec Issigonis, i particolari gialli, i cerchi specifici, i fari a Led e le luci che disegnano la Union Jack anticipano un’impostazione hi-tech che traspare in modo evidente anche una volta a bordo. Bella l’atmosfera dell’abitacolo: sedile avvolgente e dall’imbottitura sostenuta, volante verticale e strumentazione digitale di impatto, con l’unico difetto di accusare qualche riflesso di troppo. Nell’abitacolo è difficile trovare elementi sottotono: dal punto di vista stilistico, l’alternanza di tratti classici e moderni appare riuscita e tutto è rifinito in maniera soddisfacente. Il sistema multimediale al centro della plancia si rivela gradevole e funzionale. Attraverso l’app dedicata, si può monitorare da remoto, con lo smartphone, lo stato della vettura e gestirne eventualmente la ricarica e il condizionamento.
I MOTORI
La Mini Full Electric non offre grandi possibilità di scelta. Padrone assoluto della scena è infatti un motore elettrico sincrono a magneti permanenti per il quale la Casa dichiara una potenza di picco di 184 CV e una coppia massima di 270 Nm. Ad alimentarlo è un pacco di batterie agli ioni di litio da 32,6 kWh sistemato sotto il pianale. Tutti i componenti sfruttano l’esperienza maturata all’interno del Gruppo BMW con la i3. Grazie a un caricabatterie da 11 kW, a una colonnina trifase la ricarica completa richiede tre ore e mezza, mentre da una presa domestica con fornitura da 3,6 kWh i tempi, all’incirca, si triplicano.
PRO E CONTRO
I tradizionalisti, che guardano con diffidenza alle auto elettriche, potrebbero rivedere le loro posizioni una volta al volante della Mini Full Electric. Questa versione è infatti all’altezza del celebre go-kart feeling dei modelli più sportivi. Per far spazio agli accumulatori, il suo assetto è leggermente rialzato, ma la presenza delle batterie abbassa il baricentro rispetto a quello di una Mini a motore termico. Il risultato è che l’aggravio di peso è ben mascherato e, complice l’eccellente prontezza dell’erogazione, la guida si fa quanto mai coinvolgente e divertente. Lo scatto 0-100 è fulmineo, così come le riprese in ogni frangente. Il pilota ha a disposizione diverse modalità di guida, che esaltano la vocazione sportiva o il risparmio di energia. L’elettronica, però, non può fare miracoli per preservare l’autonomia: il dato dichiarato è di 235 km, ma la percorrenza reale è inferiore, specie se si cede alla tentazione di spingere sull’acceleratore. Il risultato è che la Mini Full Electric si rivela adatta ai soli spostamenti in ambito urbano e nelle zone limitrofe. In ottica turistica, tra l’altro, ci sarebbe da scontare anche il limite del bagagliaio, che ha una capacità adeguata solo per due persone, non per le esigenze di una famiglia.
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I MOTORI
La Mini Full Electric non offre grandi possibilità di scelta. Padrone assoluto della scena è infatti un motore elettrico sincrono a magneti permanenti per il quale la Casa dichiara una potenza di picco di 184 CV e una coppia massima di 270 Nm. Ad alimentarlo è un pacco di batterie agli ioni di litio da 32,6 kWh sistemato sotto il pianale. Tutti i componenti sfruttano l’esperienza maturata all’interno del Gruppo BMW con la i3. Grazie a un caricabatterie da 11 kW, a una colonnina trifase la ricarica completa richiede tre ore e mezza, mentre da una presa domestica con fornitura da 3,6 kWh i tempi, all’incirca, si triplicano.
PRO E CONTRO
I tradizionalisti, che guardano con diffidenza alle auto elettriche, potrebbero rivedere le loro posizioni una volta al volante della Mini Full Electric. Questa versione è infatti all’altezza del celebre go-kart feeling dei modelli più sportivi. Per far spazio agli accumulatori, il suo assetto è leggermente rialzato, ma la presenza delle batterie abbassa il baricentro rispetto a quello di una Mini a motore termico. Il risultato è che l’aggravio di peso è ben mascherato e, complice l’eccellente prontezza dell’erogazione, la guida si fa quanto mai coinvolgente e divertente. Lo scatto 0-100 è fulmineo, così come le riprese in ogni frangente. Il pilota ha a disposizione diverse modalità di guida, che esaltano la vocazione sportiva o il risparmio di energia. L’elettronica, però, non può fare miracoli per preservare l’autonomia: il dato dichiarato è di 235 km, ma la percorrenza reale è inferiore, specie se si cede alla tentazione di spingere sull’acceleratore. Il risultato è che la Mini Full Electric si rivela adatta ai soli spostamenti in ambito urbano e nelle zone limitrofe. In ottica turistica, tra l’altro, ci sarebbe da scontare anche il limite del bagagliaio, che ha una capacità adeguata solo per due persone, non per le esigenze di una famiglia.
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