Aston Martin DBS Superleggera

Parlando della Aston Martin DBS Superleggera è doverosa una breve premessa storica. La sigla è infatti stata utilizzata a più riprese dalla Casa di Gaydon a partire dal 1967. Le tre lettere stanno per David Brown Sports. E per chi non lo sapesse, David Brown è stato a lungo proprietario del marchio Aston Martin, dal 1947 al 1972. L’uso dell’appellativo Superleggera è figlio invece della volontà di rendere omaggio alla Carrozzeria Touring Superleggera. Questa realtà italiana ha collaborato a molti modelli di successo del marchio, tra negli anni Sessanta e Settanta. Chiusa la parentesi sul passato, l’Aston Martin DBS Superleggera è una sportiva entrata in listino nel 2018. Le varianti che possono popolare gli annunci sono due. La prima è quella con la carrozzeria chiusa Coupé, mentre la seconda è quella convertibile, battezzata Volante e dotata di una capote in tela a comando elettrico di ottima fattura. In entrambi i casi si ha davanti una super GT che è davvero leggera, almeno in rapporto alle caratteristiche tecniche. Ciò grazie a una filante carrozzeria realizzata in fibra di carbonio e a porte in alluminio.

I MOTORI DELLA ASTON MARTIN DBS SUPERLEGGERA
Ecco uno di quei casi in cui il plurale è assolutamente superfluo. Tutte le Aston Martin DBS Superleggera montano infatti un unico propulsore. Sotto il loro cofano c’è una evoluzione del classico V12 biturbo, assemblato a mano. Nella configurazione adottata qui sviluppa ben 725 CV di potenza. Il dato più sorprendente è però quello relativo alla coppia. Questa è pari a 900 Nm, che restano costanti tra i 1.800 e i 5.000 giri/min. Ciò consente alla DBS Superleggera di partire da ferma e toccare i 100 km/h dopo appena 3,4 secondi, che diventano 3,6 per la Volante. La velocità massima è invece sempre di 340 km/h. Montato in posizione centrale, e dunque in buona parte alle spalle dell’asse anteriore, il motore è collegato attraverso un albero di trasmissione in fibra di carbonio al cambio automatico a otto marce. Quest’ultimo è sistemato posteriormente, in blocco con il differenziale posteriore a slittamento limitato, che agisce in combinazione con il sistema di torque vectoring. Tale distribuzione degli organi meccanici garantisce un’equa distribuzione delle masse tra i due assi. Il comparto sospensioni a gestione elettronica prevede uno schema a quadrilateri deformabili all’avantreno e multilink al retrotreno.

PRO E CONTRO DELLA ASTON MARTIN DBS SUPERLEGGERA
Sorvolando sui giudizi estetici, sempre soggettivi, la Aston Martin DBS Superleggera è capace di abbinare come poche altre vetture performance esaltanti e una grande sfruttabilità. La supercar britannica è divertente, gustosa e incisiva se condotta con piglio deciso. Sa però rivelarsi anche piacevole e a modo suo comoda quando si decide di andare a passeggio. Il pilota può scegliere tra tre modalità di guida, GT, Sport e Sport +, che cambiano pelle all’auto. Ogni funzione regola difatti in un colpo solo non solo l’assetto ma anche tutta l’elettronica che governa meccanica e trasmissione. Un plauso va poi all’abitacolo, che alterna modernità e tradizione, abbinando la digitalizzazione alla giusta dose di comandi analogici. Ogni esemplare può presentare un carattere diverso, a seconda della personalizzazione scelta dal primo acquirente. In ogni caso la cura delle finiture soddisfa anche i palati più esigenti, con materiali di qualità e lavorazioni dal sapore artigianale.
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