Aston Martin V12
I MOTORI DELLA ASTON MARTIN V12 USATA
Parlare di Aston Martin V12 non è affatto semplice. La V12 Vantage può infatti montare sotto il cofano unità molto diverse. Gli esemplari più datati adottano una unità 6.0 aspirata ereditata dalla DBS e che porta il nome in codice AM11. Questo propulsore, che sviluppa 517 CV e 570 Nm di coppia, ha come tipica spalla un classico cambio manuale a sei marce. Chi lo sa manovrare per bene può scattare da 0 a 100 km/h in soli 4,2 secondi, mentre la velocità massima è di 306 km/h. L’evoluzione di questo motore si trova invece sulle Aston Martin V12 Vantage S prodotte dopo il 2013. Nel loro caso la potenza massima è di 573 CV, mentre il picco di coppia si attesta a 620 Nm. Qui il cambio è solitamente di tipo Sportshift III automatico sequenziale a sette marce. Non mancano però anche rari casi di vetture manuali. Completamente diverso è infine il motore che spinge la V12 Vantage successiva al 2020. Tale vettura è equipaggiata con un dodici cilindri 5.2 biturbo accreditato di 700 CV e 753 Nm di coppia, per uno scatto da 0 a 100 km/h in soli 3,5 secondi.
PRO E CONTRO DELLA ASTON MARTIN V12 USATA
La Aston Martin V12 Vantage non fa molto per mascherare il suo temperamento con parafanghi muscolosi e sfoghi per l’aria calda. Al di là del fascino che può esercitare la linea, la Aston Martin V12 Vantage vanta anche indubbie qualità oggettive. Il posto di guida, per esempio, ha una impostazione corretta, con il volante piccolo e verticale e la pedaliera ben allineata. L’unica critica può andare alla possibile interferenza tra il gomito e il mobiletto centrale. Costruita con materiali super leggeri, la Aston Martin V12 ha il peso ben distribuito sui due assi. Ciò garantisce un comportamento neutro, che si rivela molto efficace tra le curve. Pollice alto anche per i freni, con un pedale che dà risposte degne quasi di un’auto da corsa. L’un per l’altro, i propulsori si fanno apprezzare per l’elasticità ai bassi, oltre che per l’allungo rabbioso. Tra i difetti figurano la leggibilità limitata della strumentazione e la scarsa praticità di certi comandi secondari. Alcuni tasti sono un po’ piccoli e risultano non facili da individuare e da azionare al primo colpo.