Lancia Prisma

La Lancia Prisma può essere considerata a tutti gli effetti una variante a tre volumi della prima Lancia Delta, che seguì sul mercato nel 1983. Si tratta dunque di una berlina media dallo stile classico, con la coda che si staglia in modo netto dalla cellula dell’abitacolo, con le sue brave quattro porte. La sua linea è opera di Giorgetto Giugiaro e ha come principali elementi distintivi gli indicatori di direzione angolari e la fanaleria posteriore rettangolare a sviluppo orizzontale. Le differenze principali con la Delta emergono però nell’abitacolo, dove numerosi dettagli danno un tocco di classe all’insieme, rendendo evidente il diverso rango dei due modelli. La Prisma adotta dunque un volante e una plancia specifici, mentre per i rivestimenti propone un tessuto ad hoc. Nel suo equipaggiamento spiccano il vacuometro, l’orologio digitale e - solo però sulla versione di punta, la 1600 - il “Check Control”. Questo pannello, precursore dei moderni computer di bordo, consente di tenere monitorati diversi parametri della vettura, tra cui anche il grado di usura delle pastiglie dei freni. Nel 1986 venne presentata la seconda serie della Lancia Prisma, contraddistinta da nuovi paraurti più avvolgenti e da una griglia più ampia, oltre che da una fanaleria posteriore rivista. Gli esemplari successivi al restyling hanno la plancia aggiornata, con anche un nuovo impianto per la climatizzazione.

I MOTORI DELLA LANCIA PRISMA USATA
La gamma iniziale della Lancia Prisma prevedeva la presenza in listino di motori 1.3 e 1.5 a carburatori, accreditati rispettivamente di 78 e 85 CV. Al vertice del listino c’era poi il 1600 bialbero da 105 CV, sempre a carburatori. Dal punto di vista tecnico, la Prisma rispecchiava il layout delle cosiddette “tutto avanti”, con motore trasversale e trazione anteriori. In occasione del lancio della seconda serie l’offerta delle motorizzazioni si arricchì dell’unità 1.6 i.e. con 109 CV e del 2.0 i.e. da 116 CV. Quest’ultimo fu montato anche sulla Prisma 4WD con trazione integrale permanente. La trasmissione prevedeva in questo caso tre differenziali. Quello centrale era di tipo autobloccante, collegato a un giunto viscoso Ferguson. Parlando di prestazioni, la Prisma Integrale aveva una velocità massima di quasi 185 km/h e scattava da 0 a 100 in 10,5 secondi. Niente di eclatante, certo, ma tutto era abbinato a una notevole motricità su fondi scivolosi. Cosa curiosa, Gianni Agnelli si fece realizzare dalla Abarth una Prisma in esemplare unico molto speciale. La vettura dell’Avvocato aveva infatti la meccanica della Delta Integrale e ben 200 CV.

PRO E CONTRO DELLA LANCIA PRISMA USATA
La Lancia Prisma è un’auto signorile. In rapporto alla sua età, la berlina piemontese può contare su una buona dotazione di serie, su una strumentazione completa e ben leggibile e su finiture di buon livello. Apprezzabile è anche il comportamento stradale, con una tenuta di strada elevata. Il merito di ciò va indubbiamente alle sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, con schema MacPherson e barra stabilizzatrice. Tra i punti deboli si segnalano l’abitabilità non eccezionale, lo sterzo poco preciso e la visibilità posteriore limitata.
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