Alfa Romeo 75
I MOTORI
La prima serie dell’Alfa 75 era equipaggiata con motori già ben noti alla clientela di Arese. Al lancio, la gamma sfruttava infatti i classici propulsori bialbero 1.6, 1.8 e 2.0 a carburatori. A completare l’offerta c’erano poi il leggendario V6 2.5 Busso e un turbodiesel di due litri sviluppato dalla VM. Successivamente entrarono in listino la 1.8 Turbo, prima auto di produzione sovralimentata dell’Alfa, e la V6 3.0, oltre che la 2.0 Twin Spark, dotata di iniezione e accensione a doppia a candela, destinata a diventare presto la bestseller della famiglia. Dopo il facelift del 1988 l’adozione dell’iniezione fu estesa a buona parte della gamma, che si arricchì anche delle più brillanti versioni 1.8 Turbo e 3.0 V6 Quadrifoglio Verde, oltre che della 2.4 TD. Alcuni esemplari battezzati Europa montano anche il catalizzatore, ma la vera rarità è la 75 1.8 Turbo Evoluzione, costruita in soli 500 pezzi, per correre, con vistose appendici aerodinamiche e oggi quasi introvabile.
PRO E CONTRO
Ciò che rende speciale l’Alfa Romeo 75 è in primis il suo fascino, attribuibile allo stile anni 80 che traspare da molti dettagli. Particolare è anche il sound dei motori a benzina, che regalano a ogni accelerata una colonna sonora d’altri tempi. Grazie alla loro elasticità, questi propulsori permettono di viaggiare sulle strade extraurbane senza fare un frequente ricorso al cambio, peraltro non particolarmente manovrabile. Promosso il comportamento stradale: la tenuta di strada è buona e le perdite d’aderenza sono sempre graduali e ben prevedibili, almeno sull’asfalto asciutto. Per portare la vettura al limite occorre sempre una certa perizia anche perché lo sterzo, su molti esemplari privo di servoassistenza, si rivela piuttosto lento. Anche il rendimento dei freni, poco modulabili e con spazi d’arresto solo discreti, infine, suggerisce una certa cautela.