Honda CR-V
I MOTORI
La prima generazione della Honda CR-V è stata proposta a suo tempo soltanto con un duemila a benzina. Questo tipo di motorizzazione ha rappresentato l’unica scelta possibile anche nei primi anni di commercializzazione della seconda serie, che ha visto debuttare il motore turbodiesel i-CDTi soltanto in occasione del restyling del 2004. Da allora l’alimentazione a gasolio ha fatto la parte del leone nella raccolta ordini delle CR-V. I motivi del successo dei turbodiesel Honda sono presto spiegati: ottima rotondità di funzionamento, assenza di vibrazioni e consumi più che ragionevoli. Ciò vale sia per il più datato 2.2 sia per il recente 1.6, proposto anche in variante biturbo. In seguito, la Honda ha deciso di eliminare il diesel dal listino, puntando sulle versioni a benzina e sulle ibride i-MMD, dotate di un tecnologia molto sofisticata: il sistema comprende due motori elettrici e uno a benzina, abbinati a un complesso sistema di trasmissione privo di un vero e proprio cambio. Tra gli esemplari in vendita, molti dispongono di trazione integrale e alcuni anche del cambio automatico.
PRO E CONTRO
Il look da Suv non deve ingannare: la Honda CR-V è un’auto da famiglia, comoda, silenziosa e spaziosa, con un assetto turistico e una spiccata vocazione per i lunghi viaggi. In questo ruolo ha poche rivali, soprattutto in fatto di abitabilità e praticità d’impiego: a bordo c’è spazio per tutti e per tutto, grazie anche alla possibilità di configurare l’interno in tanti modi diversi. L’ambiente non è lussuoso e si trova qualche plastica rigida di troppo, ma tutto appare solido e realizzato con cura. Nella guida impegnata, il peso si fa sentire e il rollio diventa presto evidente. Inoltre, quando si esagera, gli interventi dell’Esp si rivelano bruschi.