Subaru WRX
I MOTORI
Nel cofano della Subaru WRX STi si trova un motore turbo a quattro cilindri boxer da 2,5 litri, che nel corso del tempo ha beneficiato di piccoli aggiornamenti a livello, per esempio, di intercooler, centralina elettronica e regolazione del variatore di fase. La potenza, sempre nell’ordine dei 300 CV, è scaricata a terra attraverso un raffinato sistema di trazione integrale denominato Subaru Symmetrical Awd. Il pilota può sceglie diverse mappature per la centralina motore, che interagiscono anche con le impostazioni della trasmissione. Nella sua versione più recente, si contano ben tre differenziali autobloccanti. Quello anteriore è di tipo convenzionale, quello posteriore è Torsen e quello centrale è invece gestito dall’elettronica tramite una frizione a lamelle. Di base la ripartizione della forza motrice tra l’asse anteriore e quello posteriore è 41-59%, ma il rapporto non è fisso. Tramite il Dccd (Driver control center differential), il pilota può decidere se regolare il sistema in modo manuale oppure delegarne la gestione ai microprocessori, una scelta che si rivela di norma vincente, vista la grande esperienza degli ingegneri Subaru nella messa a punto del software.
PRO E CONTRO
La Subaru WRX STi si sceglie soprattutto per il suo comportamento stradale, in grado di infondere sicurezza nei guidatori meno esperti e addirittura esaltante per i più smaliziati. Esistono tante automobili più veloci di lei, ma il suo modo di coinvolgere chi sta al volante e di farlo sentire pilota è unico, anche se i sedili non fasciano perfettamente il busto e le gambe. Giocando con acceleratore e freno è possibile controllare in modo rapido e preciso sovrasterzo e sottosterzo per chiudere o allargare le traiettorie a piacere, in abbinamento agli interventi di uno sterzo chirurgico. Il rovescio della medaglia di un’impostazione quasi corsaiola è scontato: lontano dai cordoli e dalle prove speciali, nell’uso quotidiano la WRX è rigida e rumorosa, mentre il cambio manuale appare nel traffico quasi legnoso.