Mini: ecco un classico, sebbene raro, caso in cui un modello diventa un brand automobilistico. Dalla vettura ideata da Alec Issigonis per la BMC (British Motor Corporation) che la mise in commercio con i marchi Austin e Morris (e successivamente, su licenza, Innocenti) è, in seguito, scaturito nel 1969 il brand Mini che realizzava sia la versione hatchback classica anche nella variante Cooper sia la station wagon. Da allora a oggi, che il marchio appartiene al BMW Group, i passi compiuti dalla Mini sono stati tantissimi. Quando ancora era nell’orbita inglese – nell’ambito di un gruppo a cui facevano capo anche tanti altri marchi – l’evoluzione di quei modelli ha seguito un iter molto convenzionale arrivando a proporre solo come reale novità una Cabriolet. Poi, con l’avvento di BMW il registro è cambiato. Sono arrivate non solo varianti Coupé e Roadster, ma persino crossover e crossover-coupé: la Countryman e la Paceman. Nel 2014 s’affaccia un’altra generazione di Mini (la terza dell’era BMW) nuova da cima a fondo e, persino, progenitrice di vetture bavaresi a trazione anteriore.

Mini Clubman
Final Edition, 1.969 esemplari per celebrare la nascita della wagon (e voltare pagina)
La Casa presenta una variante di carrozzeria in edizione limitata per omaggiare l'anno di uscita del modello originale