Bernie Ecclestone nasce il 28 ottobre 1930 a St Peter South Elmham, piccolo villaggio nell'Inghilterra sud-orientale. Figlio di un pescatore, la famiglia Ecclestone non è particolarmente benestante e questo contesto spinge Bernie, fin da giovane, a cercare modi per migliorare la sua situazione finanziaria e sociale. Durante la sua adolescenza, si interessa sia agli affari che al motorsport. Già all'età di sedici anni, lascia la scuola per lavorare in una fabbrica, ma il suo spirito imprenditoriale lo spinge ben presto a cercare altre opportunità di guadagno. Ecclestone inizia la sua carriera nel mondo degli affari come commerciante di ricambi auto e moto, dimostrando fin da subito acume per le trattative. Parallelamente, la sua passione per le corse lo porta a indossare i panni del pilota e competere in gare di moto, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, passando poi alle quattro ruote nei primi anni '50. La carriera come pilota non decolla e dopo un brutto incidente nel 1949, decide di appendere il casco al chiodo.
Resta con un piede nel motorsport facendo leva sulle sue ottime doti comunicative e diventa manager dei piloti, dimostrando una agilità unica nel mondo del business e delle negoziazioni. Ecclestone si dimostra particolarmente abile nell’ottenere contratti vantaggiosi per i suoi assistiti e costruisce relazioni solide con team e sponsor. Tra i piloti che Ecclestone rappresenta, spicca il nome dell’austriaco Jochen Rindt. La gestione della carriera di Rindt da parte di Ecclestone è emblematica del suo approccio: meticoloso, orientato agli affari e profondamente coinvolto in ogni aspetto della vita del pilota. L’incidente mortale dell’austriaco, divenuto unico campione postumo alla fine del 1970, segna profondamente Bernie.
Due anni più tardi, Ecclestone si lancia in un nuovo capitolo fondamentale sia per la sua carriera che per l’intero futuro della Formula 1. La sua attenzione si rivolge alla Brabham, squadra che sta attraversando un periodo di difficoltà finanziarie e di prestazioni. Ecclestone acquista il team per una somma relativamente modesta, segnando l'inizio di una nuova era per la scuderia. Con il suo approccio innovativo, Bernie riesce a ribaltare le sorti del team. Sotto la sua guida, la Brabham diventa un laboratorio di innovazione tecnica capace di attirare alcuni dei più brillanti ingegneri e progettisti dell'epoca, come Gordon Murray. Il sudafricano e il suo team introducono una serie di innovazioni rivoluzionarie, tra cui la famosa BT46B capace di vincere al suo debutto in gara, prima di essere bandita per le sue soluzioni aerodinamiche estreme. Durante gli anni '70 e '80, la Brabham ottiene successi importanti, tra cui i titoli mondiali piloti con Nelson Piquet nel 1981 e nel 1983. Successi che consolidano ulteriormente la reputazione di Ecclestone come una delle figure più influenti e capaci nel circus della Formula 1.
Mentre è al comando della Brabham, succede anche qualcosa di clamoroso per il futuro della categoria. Ecclestone diventa uomo chiave per la creazione dell'associazione dei costruttori, la FOCA. La creazione della FOCA nasce dalla necessità di fornire una piattaforma unificata per i team di Formula 1, al fine di promuovere i loro interessi collettivi, in particolare per la negoziazione dei diritti televisivi e alla distribuzione delle entrate. Ecclestone, riconoscendo l'importanza della televisione come mezzo per aumentare la popolarità e il valore commerciale della Formula 1, si fa portavoce delle esigenze dei team, spingendo per una maggiore equità e trasparenza nella gestione dello sport.
Attraverso la FOCA, Ecclestone di lancia in negoziati serrati con la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA), l'organo governativo della Formula 1, culminati con il Patto della Concordia del 1981. Questo accordo stabilisce un quadro per la distribuzione dei diritti televisivi e delle entrate tra i team, la FIA e gli organizzatori delle gare. Bernie si fa largo e diventa ben presto leader incontrastato e inizia a trasformare lo sport in un'entità commerciale globale, introducendo innovazioni nella gestione dei diritti mediatici e nel marketing che avrebbero avuto un impatto duraturo sullo sviluppo della Formula 1.
Dopo l'esperienza in Brabham, diventa ceo di Formula One Group e, in questa veste, contribuisce ad aumentare significativamente la visibilità e il valore della Formula 1. La sua influenza si estende velocemente anche alla governance dello sport, con Ecclestone che spesso agisce da mediatore tra la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA), i team di Formula 1 e gli altri stakeholder. Nonostante le sue strategie talvolta controverse e le critiche per il modo in cui ha concentrato il potere e le ricchezze, non vi è dubbio che Bernie Ecclestone abbia di fatto plasmato la Formula 1 moderna rendendola un business altamente remunerativo.
Ecclestone è stato spesso al centro dell'attenzione per alcuni dei suoi commenti pubblici. Ha fatto dichiarazioni che hanno suscitato polemiche, incluse osservazioni su Adolf Hitler, donne, e altre questioni sensibili. Questi commenti hanno spesso provocato reazioni negative e hanno portato a discussioni su come tali osservazioni potessero influenzare l'immagine della Formula 1.
Bernie si è fatto da parte dalla gestione della Formula 1 nel gennaio del 2017, quando Liberty Media ha completato l'acquisizione della Formula One Group. Ecclestone è stato poi nominato Presidente Onorario Emerito della Formula 1, più un’onorificenza che un vero e proprio ruolo operativo.
L’addio di Ecclestone ha segnato la fine di un'epoca per la Formula 1, chiudendo un capitolo di quasi quattro decenni durante i quali il figlio di quell’umile pescatore ha trasformato uno sport in un fenomeno globale multimiliardario.