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Formula 1

PILOTI
Juan Manuel Fangio

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L'epopea di uno dei più grandi piloti di Formula 1 della storia, Juan Manuel Fangio, è una saga che ha tutto: velocità, rischio, gloria e una determinazione di ferro che ha stabilito standard ancora ineguagliati. Nella sua carriera in Formula 1, Fangio ha definito l'era d'oro del motorsport, un periodo in cui il coraggio e l'abilità erano tutto, e i piloti erano dei veri gladiatori della pista.

Nato il 24 giugno del 1911 a Balcarce, in Argentina, Juan Manuel Fangio utilizza da ragazzo lo pseudonimo di Rivadavia, ma nel corso degli anni viene anche soprannominato El Chueco. Aveva origini abruzzese: il papà Loreto e la mamma Erminia erano originari, infatti, della provincia di Chieti. L'esordio nelle competizioni sportive porta la data del 1936, quando Juan Manuel ha già compiuto 25 anni. Nonostante un inizio non proprio incoraggiante, Fangio continua a correre e nel 1939 debutta nelle competizioni su strada. In queste, esprime meglio il suo talento e al Gran Premio Internacional del Norte - nel 1940 - conquista la sua prima vittoria. Quella competizione durava due settimane e i piloti erano chiamati ad affrontare un totale di nove mila chilometri: una corsa durissima che l'argentino vince con più di un'ora di vantaggio sul secondo classificato. L'anno seguente arrivano altre due affermazioni, in Brasile e in Argentina: poi, con lo scoppio del conflitto mondiale, arriva lo stop forzato.

Quando si riprende a correre, Fangio non si fa trovare impreparato e conquista negli anni diversi successi importanti. Nel 1947 corre per la prima volta al volante di una monoposto al Gran Premio della Città di Rosario: in quella occasione è protagonista di un incidente e il suo copilota, scaraventato fuori dalla vettura, muore poche ore dopo l'incidente per le conseguenze dell'incidente. Nonostante il trauma per la perdita dell'amico, Juan Manuel decide di continuare a correre.

Dopo i primi successi con le monoposto di Formula 2 e Formula 1, arrivano gli anni d'oro. Il 1950 la prima stagione in cui viene organizzato il Campionato Mondiale di Formula 1 e il 13 maggio di quell'anno, Juan Manuel Fangio è alla guida dell'Alfa Romeo 158 per disputare la prima gara sul circuito di Silverstone. L'argentino ingaggia una dura battaglia contro il compagno di squadra Farina, ma a otto giri dal termine è costretto al ritiro, lasciando il successo al compagno di squadra. Fangio inizia la stagione 1951 sempre insieme all'Alfa Romeo, squadra che aveva dominato la Formula 1 l'anno precedente, ma che aveva visto Farina laurearsi campione del mondo. I due sono ancora compagni di squadra, ma Juan Manuel non si lascia per nulla intimidire dal talento dell'italiano. Dopo aver vinto il GP di Svizzera, Fangio ritrova la vittoria in Francia, prima di conquistare due secondi posti in Inghilterra e Germania. La gara decisiva è il Gran Premio di Spagna, l'ultimo della stagione. Qui, Fangio dimostra la sua classe vincendo la corsa e il suo primo titolo mondiale di Formula 1.

Il 1952 è un anno amaro per l'argentino: nell'estate di quell'anno prende parte al Gran Premio dell'Autodromo, a Monza, una corsa riservata a monoposto di F2. Dopo aver perso l'aereo che lo avrebbe portato dall'Irlanda all'Italia, si mette alla guida in direzione Milano. Un viaggio lungo che portò l'argentino a destinazione, ma stremato: a causa della stanchezza, Fangio perde il controllo della sua vettura durante la gara e finisce fuori pista, rimediando la frattura di una vertebra cervicale. Dopo una lunga e forzata riabilitazione, torna al volante nel corso del 1953, ancora più forte di prima, chiudendo secondo nel Mondiale alle spalle di Ascari.

Il periodo tra il 1954 e il 1957 è considerato l'apogeo della carriera di Juan Manuel Fangio in Formula 1, un periodo in cui sfoggia il suo straordinario talento come pilota conquistando quattro titoli mondiali consecutivi. Il 1954 è l'anno del riscatto: Fangio passa alla Mercedes, dove ha l'opportunità di dimostrare il suo valore. Vince il campionato con un margine impressionante, ottenendo sei vittorie in otto gare. Un dominio che continua anche l’anno seguente, con quattro vittorie, un secondo posto e un ritiro sulle sette gare in calendario.  

Nel 1956, passò alla Ferrari, riuscendo ancora a vincere il campionato nonostante una macchina meno competitiva. Il 1957, l'ultimo anno della sua carriera, lo vide ancora una volta in cima, questa volta alla guida di una Maserati. La sua vittoria più memorabile quell'anno fu al Nürburgring, dove Fangio riuscì a recuperare un enorme svantaggio per vincere la gara e assicurarsi il suo quinto e ultimo titolo mondiale. Questo periodo di dominio assoluto non solo rafforzò la sua reputazione come uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, ma stabilì anche record che sarebbero rimasti imbattuti per decenni.

Nel 1956, Juan Manuel Fangio approda alla Scuderia Ferrari. Il suo carattere schivo e diffidente mal si sposa con l'ambiente italiano e, soprattutto, con Enzo Ferrari. Eppure, la scelta di ingaggiarlo dà i suoi frutti, perché alla fine dell'anno l'argentino porta il Cavallino Rampante al successo, tra tensioni e polemiche che porta alla chiusura del rapporto già alla fine della stagione.  Il 1957, l'ultimo anno della sua carriera, lo vede ancora una volta in cima, questa volta alla guida di una Maserati. La sua vittoria memorabile quell'anno è quella del Nürburgring, dove riesce a recuperare un enorme svantaggio per vincere la gara e assicurarsi il suo quinto e ultimo titolo mondiale.

Dopo aver vinto il suo quinto titolo mondiale, Fangio partecipa solo in parte al Mondiale 1958: ormai pago, decide di ritirarsi per dedicarsi ad alte attività imprenditoriali avviate già in precedenza. Proprio quell'anno, mentre si trovava all'Avana, è vittima di un sequestro da parte dei barbudos di Fidel Castro, che lo liberarono poche ore dopo la fine del GP di Cuba, con tanto di scuse da parte dei guerriglieri.

Juan Manuel Fangio si spegne a Buenos Aires nel 1995, all'età di 84 anni. Ancora oggi, un suo record rimane intoccabile: con i suoi 46 anni e 41 giorni, è il pilota più anziano ad aver vinto un Mondiale di Formula 1.