L'erede della Karma, la sfortunata (per ora) superberlina elettrica extended range, potrebbe arrivare nel giro di tre anni. A descrivere prospettive di rilancio per la Fisker è stato proprio Lu Guanqiu, presidente della Wanxiang, il colosso cinese che lo scorso febbraio ha sborsato quasi 150 milioni di dollari per acquisire la Casa finita in bancarotta.
La Surf sullo sfondo. Venerdì scorso, a Washington per una serie di incontri con il governo, il miliardario e fondatore del Gruppo cinese ha rivelato alla stampa che una nuova Fisker è effettivamente in fase di studio. L'idea è di farla uscire sul mercato entro il 2017, ma soltanto dopo aver resuscitato la Karma, la cui produzione, stando a quanto riferito dal manager, dovrebbe nuovamente essere affidata alla finlandese Valmet. Nel 2011, ben prima del tracollo, Fisker aveva presentato la Surf, variante shooting brake della Karma, mentre l'anno successivo, al Salone di New York, era stata la volta della "sorella minore", l'Atlantic Design Prototype. Sulla nuova Fisker non esistono altri dettagli, ma è possibile che il progetto riparta da lì.
Il ritorno della Karma. L'extended range, come è noto, è stata piagata da diversi problemi tecnici, ritardi e cambiamenti di rotta last minute nella gestione della produzione. Secondo la stessa Reuters, che ha interpellato fonti della passata gestione, per ognuna delle 2.450 vetture prodotte dal 2011 al 2012 Fisker perdeva 35 mila dollari. Oggi, Wanxiang si trova a dover risolvere questi e altri problemi: secondo lo stesso Pin Ni, capo della divisione americana, sul piatto c'è una lista di 250 questioni da affrontare e risolvere. Per ora non ci sono indicazioni su quando la produzione della Karma potrà ripartire: nella lista di priorità c'è innanzitutto la necessità di poter accedere a componenti di qualità. "Non può essere un'auto con problemi", è il mantra cinese. Solo il tempo dirà se si tratta di una vera svolta. D.C.
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