Shanghai
Clini: "La Fiat non crede all'auto elettrica"

Nell'ambito dell'inaugurazione dello Shanghai Italian Center - un centro che avrebbe come obbiettivo il consolidamento e lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Cina - il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha affermato che "alcuni degli spazi aperti in Cina per le imprese italiane non sono stati occupati".

Un peccato. Il riferimento - si legge nella nota diffusa dall'Ansa - è alla Fiat, colpevole - a detta di Clini - di non credere nel settore delle auto elettriche, sul quale il ministero dell'Ambiente italiano e il ministero cinese della scienza e della tecnologia hanno avviato un progetto comune. "Non rientra nella loro politica industriale", ha detto Clini: "Non voglio criticare questa scelta, ma è un peccato".

Marchionne pragmatico. La Fiat, in realtà, ha avviato da tempo lo sviluppo della Fiat 500 elettrica, nonostante lo stesso Sergio Marchionne si sia sempre dichiarato scettico sulle prospettive di successo di queste auto a breve termine: "Il futuro elettrico - aveva dichiarato da Detroit nel 2010 - è nel medio e lungo periodo. Oggi abbiamo la tecnologia, ma non funziona il rapporto costi-benefici. La 500 elettrica arriva a 100 km/h in un attimo e ha una coppia formidabile. Però, finché può percorrere solo 160 km e costa 40.000 dollari, di cosa stiamo parlando? Il primo intervento razionale sarà sui veicoli commerciali, perché fin quando non arriveranno batterie più efficaci e longeve è meglio non farsi illusioni". Secondo le dichiarazioni dello stesso Marchionne rilasciate lo scorso autunno, per ogni 500 elettrica prodotta, la Fiat perde circa 10.000 dollari.

Car sharing. Negli Usa, tuttavia, sono stati avvistati i prototipi marcianti della 500 EV, il modello presentato ufficialmente al Salone di Detroit del 2010. La commercializzazione della Fiat 500 EV, inizialmente prevista esclusivamente negli Usa, dovrebbe rispettare i tempi prefissati, pertanto entro la fine del 2012. Secondo alcune indiscrezioni, i vertici Fiat avrebbero preso la decisione di allargare gli orizzonti commerciali della citycar elettrica anche ai Paesi al di fuori degli Stati Uniti, legandoli in prima battuta a iniziative di car sharing. C.D.G.