Nasce la "C5", auto intelligente che sfugge alle convenzioni delle berline classiche e frutto di un uso attento delle innovazioni. Tecnologia, design, ma anche tradizione, visto che la "C5" recupera, soprattutto nella sigla, le radici del grande patrimonio genetico della Citroën ("C4" e "C6" erano stati, nel 1928, i nomi di due storiche vetture della Casa). Non solo, la "C5" inaugura anche una nuova politica per quanto riguarda le denominazioni: d'ora in avanti, la lettera indicherà l'appartenenza del modello alla marca e il numero la sua posizione all'interno della gamma.
I disegnatori del centro stile di Vélizy hanno studiato una carrozzeria che combina soluzioni originali con funzionalità, facilità d'accesso, abitabilità e piacevolezza degli allestimenti. Lunga 4,618 metri, la "C5" misura sedici centimetri più della "Xantia", l'auto che va a sostituire. Insomma, la media diventa grande e cresce di status, fino a ricoprire il ruolo di ammiraglia, in attesa dell'arrivo (fra tre anni) della "C6".
Ricco l'elenco degli accessori, che va dal parabrezza termico all'interruttore automatico del tergicristallo alle prime gocce di pioggia, fino al dispositivo che avverte dell'insufficiente pressione dei pneumatici. All'inizio i motori saranno soltanto due, entrambi inediti: un V6 di tre litri a quattro valvole per cilindro da 152 kW-207 CV e un "2200" bialbero turbodiesel, anch'esso a quattro valvole, accreditato di 98 kW-133 CV. La "C5" berlina arriverà in Italia nei primi mesi del 2001. Per la station wagon, invece, bisognerà aspettare il Salone di Ginevra d'inizio marzo.