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Nuovi Modelli

Supercar e hypercar
Le plug-in ad alte prestazioni

Alessandro Mirra
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Supercar e hypercar - Le plug-in ad alte prestazioni

L’elettrificazione dei powertrain è ormai un processo inevitabile, persino per i marchi di vetture a elevate prestazioni. E non parliamo solo di elettriche high performance, ma anche di ibride plug-in, sulle quali ci soffermiamo in questo approfondimento. Mercedes, BMW, Aston Martin, Porsche, McLaren e Ferrari hanno puntato già da tempo su questa tecnologia ibrida per le loro supercar e hypercar, seppur con un approccio ben diverso da quello che in genere si riserva ad altri modelli alla spina ben più economici e tranquilli: la comunicazione di prodotto, in questo caso, è incentrata soprattutto sulle prestazioni. Dunque, al bando i fiumi di parole sull’autonomia in modalità elettrica e le immagini ufficiali davanti alla colonnina: quel che importa alle Case è dimostrare quanto tali auto siano valide in pista, pur essendo più efficienti.

La bavarese. La BMW i8 è stata forse la testa d’ariete della tecnologia plug-in nel mondo delle supercar. Grazie a tale modello la Casa di Monaco ha dato prova che sì, un nuovo concetto di sportività – più  politically correct, ma non per questo meno valido – è possibile. Consegnata ai suoi primi clienti nel 2014, era persino equipaggiata con il piccolo motore a tre cilindri di 1.5 litri, capace di erogare con l’unità elettrica una potenza complessiva di sistema fino a 374 CV sulla versione aggiornata del 2018 e di percorrere fino a 55 km (53 quella scoperta) in modalità a corrente, grazie alla batteria da 11,6 kWh (in precedenza 7,1).

Le Ferrari. Non uno, due, anzi tre. Parliamo dei modelli plug-in finora presentati dalla Casa di Maranello: la SF90 Stradale, la SF90 Spider e la recente 296 GTB. Le prime due, più potenti, hanno a disposizione 1.000 cavalli, 780 dei quali forniti dal motore 4.0 V8 sovralimentato, affiancato da tre motori elettrici. Uno di questi è integrato nel cambio, mentre gli altri due sono in grado di azionare in maniera indipendente le ruote anteriori, gestendo il sistema di torque vectoring evoluto Rac-e (Regolatore Assetto Curva Elettrico). Alle SF90 si è ora affiancata un’altra plug-in, la 296 GTB, che con il suo motore di 3.0 litri e 663 CV segna il ritorno di un V6 su una vettura prodotta a Maranello, fissando un nuovo primato mondiale di potenza specifica per i motori di serie, raggiungendo quota 221 CV/l. Il motore termico è coadiuvato da un’unità elettrica collocata tra motore e cambio, capace di erogare altri 167 CV, per una potenza complessiva di sistema di 830 CV e 740 Nm. La batteria da 7,45 kWh consente alla 296 GTB di percorrere fino a 25 chilometri in modalità elettrica, un dato identico a quello della SF90.

Le stelle della Stella. Destinata a una produzione di soli 250 esemplari, la Mercedes-AMG One (già nota come Project One) sfrutterà il powertrain V6 turbo ibrido delle stesse monoposto di Hamilton e Bottas, abbinato a un sistema ibrido plug-in. In attesa che venga ufficializzata la versione di serie – l’arrivo sul mercato è slittato al 2022 – la Casa di Stoccarda ha già presentato la sua prima supercar ad alte prestazioni con powertrain ibrido alla spina, cioè la GT 63 S E Performance. Quest’auto monta un V8 4.0 biturbo da 639 CV, abbinato a un’unità elettrica da 204 CV, per una potenza complessiva di sistema di 843 CV e 1.400 Nm di coppia. Questi dati la rendono, in attesa della One, il più potente modello di serie nella storia della Mercedes-AMG.

Le inglesi. Novità anche Oltremanica: la McLaren Artura è la prima auto della Casa di Woking con motore V6 (oltre che con un powertrain plug-in) e dispone di ben 488 CV per tonnellata, per un totale di 680. Tali valori sono il frutto dell’abbinamento del 3.0 turbobenzina da 585 CV a un motore elettrico a flusso assiale da 95 CV e 225 Nm, integrato nel cambio automatico e alimentato da una batteria da 7,4 kWh, grazie alla quale la Artura può percorrere fino a 30 km in modalità elettrica. Sempre dal Regno Unito arriva un’altra attesa novità, l’Aston Martin Valhalla, con il suo V8 4.0 biturbo ad albero piatto da 750 CV abbinato a due motori elettrici, per una potenza complessiva di sistema di 950 CV e 1.000 Nm. Pur non comunicando ancora le caratteristiche della batteria, la Casa di Gaydon dichiara per quest’ibrida una percorrenza in modalità elettrica di 15 km.

Le ibride di Zuffenhausen. Prima della gamma attuale, un powetrain plug-in era già stato adottato in casa Porsche dall’hypercar 918 Spyder, capace di erogare una potenza complessiva di sistema di 887 CV, dati dall’abbinamento del suo V8 da 608 CV a due motori elettrici: uno al posteriore da 156 CV e un altro all’avantreno da 129 CV. Oggi, invece, la tecnologia ibrida alla spina viene adottata dalla Porsche Panamera, vera rivale della Mercedes-AMG GT Coupé4, oltre che dalla Cayenne. Limitandoci alla versione più potente della berlina-coupé, la Panamera TurboS E-Hybrid V8 è dotata di un motore di 4.0 litri in grado di erogare 571 dei 700 cavalli complessivi e affiancato da un motore a corrente da 136 CV alimentato da un pacco batterie da 17,9 kWh, che promette una percorrenza in modalità elettrica di 50 km.

L’italocinese. Chiudiamo infine questo approfondimento con la S9, l’hypercar emiliana capostipite della joint venture Silk-Faw, nonché la più potente vettura di questa breve rassegna. Disegnata da Walter de Silva, è dotata di un motore V8 biturbo di 4.0 litri collocato in posizione posteriore-centrale, capace di erogare 918 CV, e di tre unità elettriche per 530 CV complessivi, di cui una posizionata sul cambio e le altre due sull’asse anteriore. La potenza complessiva di sistema è di circa 1.400 cavalli: niente male come biglietto da visita del nuovo marchio.