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Formula 1

PILOTI
Achille Varzi

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Achille Varzi: un nome epico del motorsport italiano, un pilota straordinario la cui vita è stata segnata da trionfi, rivalità accese e battaglie personali. Nato l'8 agosto 1904 in una famiglia agiata, Varzi ha lasciato un'impronta indelebile nella storia delle corse automobilistiche. La sua passione per la velocità lo ha portato a dominare sia le competizioni motociclistiche che automobilistiche, sfidando e superando il celebre Tazio Nuvolari, suo amico e rivale.

Nato nella cittadina di Galliate, nel nord Italia, Achille Varzi era il terzogenito di Menotti Varzi e Giuseppina Colli Lanzi. La sua famiglia, con legami nell'industria tessile, godeva di una posizione agiata nella società. Tuttavia, il giovane Achille sentiva una chiamata più forte: la passione per le corse automobilistiche e motociclistiche.

Fin da giovane, Varzi si cimenta nel mondo delle due ruote, emulando le gesta del suo fratello maggiore. Ciò che prima vede come un mezzo di trasporto per recarsi a scuola si trasforma rapidamente in una vera e propria passione agonistica. Con la sua Garelli 350, Varzi si fa notare nelle competizioni motociclistiche, riuscendo a conquistare il primo titolo tricolore italiano nel 1923.

Ma non si accontenta solo del successo a due ruote. Nel 1926, seguendo i consigli del suo amico e rivale Tazio Nuvolari, Varzi decide di passare alle competizioni automobilistiche. Guidando la mitica Bugatti 1500 quattro cilindri, inizia la sua epica sfida proprio con Nuvolari, che va avanti in competizioni come la Mille Miglia, la Targa Florio e in altri circuiti internazionali. La rivalità tra i due diviene leggendaria, alimentata da un'ardente competizione e da una serie di duelli appassionanti. I due talentuosi piloti, entrambi con la scuderia dell'Alfa Romeo sotto la direzione di Enzo Ferrari, si sfidano senza esclusione di colpi, cercando di superarsi reciprocamente ad ogni gara.

A metà degli anni Trenta, Achille Varzi passa alla Auto Union. A metà stagione viene colto da forti dolori legati a un'appendicite e pur di correre, cede alla morfina per lenire i dolori. Ma proprio gli effetti collaterali della sostanza e la dipendenza da essa danno vita a un effetto devastante che compromette la carriera del pilota.

Negli anni Quaranta, Varzi comincia un lungo periodo di disintossicazione. In quel frangente, è comunque supportato economicamente dall'Alfa Romeo che in attesa di un suo ritorno alle corse, gli assicurava un lauto stipendio da 6 mila lire al mese. Il rientro alle corse solo dopo la Seconda Guerra Mondiale: Varzi torna a correre nel 1946 e così, otto anni dopo la sua ultima vittoria, si impone nuovamente sul circuito di Torino per poi vincere ancora a Bari l'anno dopo. Al volante dell'Alfa Romeo 12C conquista un secondo posto nel Gran Premio di Mar del Plata, confermando che il talento è ancora intatto. La storia di Varzi, però, non ha il lieto fine. Durante le prove del Gran Premio di Svizzera a Berna, sotto una pioggia battente, il pilota perde il controllo della sua Alfetta e si ribalta, morendo sul colpo.

I funerali di Achille si svolgono il 6 luglio a Galliate, dove da tutta Italia arrivano oltre 15 mila persone per dire addio al loro mito. La bara del pilota viene lasciata per tre giorni e tre notti appoggiata su una vettura corsa. Solo dopo il lutto cittadino, Varzi viene accompagnato in corteo verso il cimitero comunale, dove riposa ancora oggi.