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Formula 1

PILOTI
Didier Pironi

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Quella di Didier Pironi è una storia di talento, passione e sfortuna. La sua carriera in Formula 1, sebbene breve, è stata intensa e ricca di emozioni. Ha disputato 70 Gran Premi di Formula 1, aggiudicandosene tre in totale. Il suo legame con personaggi come Gilles Villeneuve, Patrick Depailler e René Arnoux ha contribuito a creare alcune delle rivalità più memorabili e degli episodi più controversi nella storia della Formula 1.

Nasce il 26 marzo 1952 a Villecresnes, in Francia. Le sue origini sono franco-italiane, grazie alla madre friulana, originaria della provincia di Gorizia. Cresce in una famiglia benestante, dove è il fratellastro minore (e cugino) del pilota José Dolhem. Prima di avventurarsi nel mondo delle corse automobilistiche, Pironi si distingue nel nuoto, diventando campione parigino juniores. Tuttavia, l'influenza di José e la conoscenza di piloti emergenti come Patrick Depailler e Jean-Pierre Jarier lo spingono a cambiare sport. Inizia con le moto, ma - su consiglio della madre, preoccupata per i rischi - passa alle auto, iniziando con i rally.

Pironi lancia la sua carriera automobilistica nei campionati monomarca, trionfando al Volante Elf nel 1972, al primo tentativo. L'anno successivo compete in Formula Renault, dove si scontra con piloti come René Arnoux e Patrick Tambay. Nel 1974, diventa campione di Formula Renault, gestendo il budget che gli è assegnato dalla casa francese come team-manager di sé stesso. In seguito ai suoi successi, nel 1977 le porte della Formula 2 si spalancano davanti a lui. Ken Tyrrell, abile talent scout e proprietario dell’omonimo team di F1, pone l'attenzione su di lui.

Il debutto di Pironi in Formula 1 avviene al Gran Premio d'Argentina del 1978 con la scuderia Tyrrell, alla guida della 008. Lo stesso anno, partecipa alla prestigiosa 24 Ore di Le Mans insieme a Jean-Pierre Jaussaud, alla guida della Renault Alpine A442B, vincendo la corsa. È uno dei momenti più felici della sua carriera. Nel 1980, si unisce alla scuderia francese Ligier, dove ottiene il suo primo podio e la sua prima vittoria in Formula 1, diventando il 67º pilota diverso a vincere un Gran Premio. L'anno successivo, passa alla Ferrari, al fianco di Gilles Villeneuve, convincendolo Enzo Ferrari in persona. Ma il Cavallino Rampante attraversa un periodo delicato e per poter festeggiare con lo champagne nei colori della Ferrari, Pironi deve attendere fino al 1982. Quell'anno, sembra proprio essere il suo.

Ma il Mondiale di Formula 1 1982 passa alla storia per eventi tragici che coinvolgono anche i due cavalieri del Cavallino. Il primo momento di tensione tra i due compagni di squadra arriva al GP di San Marino 1982. A causa dell’alterco tra i team e la FIA, diverse squadre - incluse Williams, McLaren e Lotus - decidono di boicottare la gara. Con molti dei principali rivali assenti, la Ferrari si trova in una posizione favorevole per dominare. Villeneuve e Pironi partono rispettivamente dalla terza e dalla quarta posizione, ma durante la gara si fanno strada fino alla vetta. Nelle fasi finali, temendo problemi di affidabilità delle loro auto, dal muretto Ferrari parte un messaggio ai due piloti, "SLOW" (rallenta), con l'intento di assicurarsi una doppietta senza rischiare ulteriori incidenti o guasti meccanici. Villeneuve interpreta il messaggio come un ordine di squadra per mantenere le posizioni, mentre Pironi crede che si tratti solo di un avvertimento per non spingere troppo le macchine. Nelle ultime tornate, i due piloti ingaggiano una feroce battaglia per la vittoria. Villeneuve, convinto di aver ricevuto un ordine di squadra per non lottare, rimane sorpreso e amareggiato quando Pironi lo supera all'ultimo giro e taglia il traguardo per primo. La situazione genera grande tensione all'interno della Ferrari e tra i due piloti. Villeneuve si sente tradito da Pironi e dalla squadra, e giura di non parlare mai più al compagno di squadra. Purtroppo, solo due settimane da quella vicenda, Villeneuve perde la vita in un tragico incidente durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio a Zolder.

Nei Gran Premi successivi, Pironi conquista numerosi piazzamenti in zona punti e si trova in cima al campionato mondiale. Nonostante lo shock per la morte di Villeneuve, il pilota francese sembra lanciato verso la conquista del titolo Mondiale. Tuttavia, la sua corsa al titolo si interrompe bruscamente nel Gran Premio di Germania. Complice la pista bagnata, Didier viene coinvolto in un grave incidente con la Renault di Alain Prost. L'impatto è devastante e causa gravi danni alle gambe del pilota francese, mettendo fine alla sua carriera in Formula 1. Rischia l’amputazione di entrambi gli arti, ma i medici riescono a evitarlo. Pironi si dedica alla riabilitazione e alla vita fuori dalle piste. Sebbene le lesioni gli impediscano di tornare alla guida di un'auto da corsa, il suo amore per il motorsport non si spegne mai. Infatti, negli anni successivi, si cimenta nella vela e nella motonautica, dimostrando ancora una volta il suo spirito indomabile e la sua volontà di affrontare nuove sfide. Ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di diverso. Proprio durante una gara di motonautica, al largo delle coste britanniche, Didier Pironi perde tragicamente la vita in un incidente. Pochi mesi dopo la sua scomparsa, la compagna Catherine Goux dà alla luce due gemelli e decide di chiamarli Gilles e Didier, in memoria del padre e del suo amico e rivale scomparso.

Didier Pironi riposa nel cimitero di Grimaud e condivide la tomba con il fratellastro José Dolhem, anche lui morto prematuramente a causa di un incidente aereo. L'epigrafe ricorda a chi li va a visitare che il tragico destino di questi due amanti della velocità è stato segnato "Tra cielo e mare".