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Formula 1

PILOTI
Eddie Irvine

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Eddie Irvine ha corso in Formula 1 dal 1993 al 2002. Una lunga carriera che lo ha visto impegnato in pista per Jordan, Ferrari e Jaguar. Tuttavia, a parte l’esperienza a Maranello, ha lasciato probabilmente il segno più per i suoi flirt – il più famoso, quello con Pamela Anderson – che per i risultati in pista.

Gli inizi. Figlio di un concessionario d’auto dell’Irlanda del Nord, Eddie Irvine nasce a Newtownards il 10 novembre del 1965. Inizia a correre nel 1983, incoraggiato proprio dal padre. Dopo aver corso in diverse categorie junior, nel 1987 arriva la soddisfazione del primo titolo nella Formula Ford inglese. Grazie a un test organizzato dalla Marlboro, conquista un posto prima in Formula 3 inglese e poi in Formula 3000, dove corre al fianco di Jyrki Juhani Järvilehto, detto JJ Letho. Poi vola in Giappone, dove disputa un paio di stagioni nella Formula 3000 giapponese, dove convince Eddie Jordan a dargli l’occasione del salto di qualità.

La Formula 1. Il debutto nel circus avviene proprio nel GP del Giappone 1993: Eddie Irvine si mette al volante della Jordan 193 sul circuito di Suzuka e stupisce tutti, conquistando il sesto posto in quella gara. A stupire, in realtà, è la totale assenza di timore reverenziale nei confronti di Ayrton Senna, che gli è costato un pugno in pieno viso da parte del brasiliano. Irvine rimane alla Jordan fino alla fine del 1995, dove alterna gare anonime a ottimi piazzamenti. La soddisfazione più grande di tre stagioni è il podio di Montréal, terzo al Gran Premio del Canada. Poi arriva la chiamata della Scuderia Ferrari per il 1996 e Irvine affianca da gregario il già due volte iridato Michael Schumacher.

Il grande rammarico. Irvine corre all’ombra di Schumacher, ma nel 1999 le cose sembrano girare diversamente. La F399 è una vettura competitiva e la stagione inizia alla grande per l’irlandese che conquista a Melbourne la sua prima vittoria in carriera. Ma il momento clou della stagione lo si vive a Silverstone, con Michael Schumacher fuori dai giochi per la rottura di tibia e perone in seguito all’incidente a Stowe. Irvine diventa il numero uno e reagisce bene alla nuova pressione: vince in Austria e si ripete due settimane dopo in Germania, grazie all’assist del suo nuovo compagno di squadra Mika Salo. Eddie è in piena lotta per il titolo, ma la Ferrari non è all’altezza della McLaren e a Maranello perdono fiducia, inanellando una serie di risultati poco incoraggianti. Neanche il supporto del rientrante Schumacher a fine stagione, nell’inedito ruolo di spalla, consentirà a Irvine di conquistare il titolo, perso per soli due punti nei confronti di Hakkinen. Sulla sconfitta finale pesa anche quanto accaduto al GP d’Europa di quell’anno, quando i meccanici della Rossa dimenticano la ruota posteriore destra durante il pit-stop, facendo perdere a Irvine secondi e posizioni preziosi, lasciandolo fuori dalla zona punti.

Il passaggio alla Jaguar. Il 1999 lascia degli strascichi evidenti nel rapporto tra Irvine e la Scuderia Ferrari. L’irlandese non gradisce il trattamento della squadra e, dopo i contrasti di fine campionato e la cocente delusione per aver perso il titolo, l’irlandese passa alla Jaguar Racing per il 2000. Il marchio inglese, al suo primo anno in F.1 dopo aver acquistato la Stewart GP, ha aspettative alte. Ma la macchina non è semplicemente all’altezza della situazione. Poche le soddisfazioni di Irvine in quelle tre stagioni, a parte i podi conquistati a Monte Carlo nel 2001 e a Monza nel 2002.

Il ritiro. Eddie Irvine lascia la Formula 1 al termine della stagione 2002 e lo fa senza rimpianti. Oggi è un imprenditore di successo: ha una grande società di software, una operante nel settore della nautica e il suo nome è molto quotato tra gli operatori in Borsa. Insomma, un personaggio dalle mille risorse che va ben oltre il pilota di F.1.