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Formula 1

PILOTI
Elio De Angelis

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Elio De Angelis è uno dei piloti italiani più talentuosi che la Formula 1 abbia mai conosciuto. Una carriera breve, la sua, per colpa di un destino beffardo.

Gli inizi. Elio nasce a Roma il 26 marzo del 1958. Vivendo in una famiglia benestante, non ha problemi ad assecondare la sua passione per i motori e a quattordici anni comincia a correre in kart. Riesce subito a esprimere il suo talento e vincere diversi titoli, tra cui quello europeo del 1976. Nonostante la riluttanza del padre, la famiglia decide di fargli continuare la carriera di pilota, acquistando una Chevron per correre in Formula 3, senza però dargli più ulteriori finanziamenti. È proprio in F3 che Elio dà una svolta alla sua carriera, vincendo il titolo nazionale al debutto e nel '78 mettendo le mani sul prestigioso Grand Prix di Monaco, un trampolino di lancio garantito verso la F.1.

L’arrivo in F1. In effetti non passa molto tempo per il debutto in Formula 1, perché nel 1979 Elio De Angelis riesce a mettere insieme il budget necessario per affrontare la stagione con la Shadown, squadra già da tempo in difficoltà. Nonostante una stagione complicata, nell'ultimo appuntamento al GP degli Stati Uniti Est, Elio chiude in bellezza con un quarto posto. La cosa non passa inosservata a Colin Chapman che pur di ingaggiare Elio per la stagione successiva paga una grossa penale alla Shadow. Uno scherzetto che porta De Angelis a correre l’anno seguente praticamente gratis. Noie legali a parte, il passaggio alla Lotus si rivela un'ottima scelta e già alla seconda gara della stagione De Angelis conquista il suo primo podio in carriera: il secondo posto al Gran Premio del Brasile, alle spalle della Renault di Arnoux.

Alti e bassi. La Lotus 81 soffre di problemi di affidabilità e più volte Elio non riesce a vedere la bandiera a scacchi, ma quando tutto gira bene l'italiano è competitivo. Oltre al podio conquistato in Brasile, al termine della stagione mette in bacheca un sesto posto in Austria e due quarti posti in Italia e Stati Uniti, vincendo il confronto con il più blasonato compagno di squadra, Mario Andretti. Nel 1981 la Lotus presenta una vettura col doppio telaio considerata dalla FIA fuori regolamento. Nonostante le difficoltà del momento, De Angelis ci mette una pezza andando a punti in otto gare, battendo anche il suo compagno di squadra Nigel Mansell. Dopo aver rinunciato al passaggio in Alfa Romeo, De Angelis continua a correre con la Lotus anche nel 1982. Sul difficile circuito di Zeltweg, il pilota romano della Lotus corre per la vittoria: a pochi giri dalla fine rischia di gettare tutto alle ortiche per un errore di cambiata che riapre il duello con Keke Rosberg, ma Elio lotta con il coltello tra i denti e taglia per primo il traguardo, mettendosi alle spalle il rivale per soli 5 centesimi di secondo. Quella è l'ultima soddisfazione per Chapman, morto poi nel dicembre di quell'anno in circostanze mai del tutto chiarite. Al suo posto nel 1983 arriva Peter Warr e per De Angelis le cose si complicano un po', tanto da chiudere la stagione con la sola soddisfazione della pole al GP d'Europa, vanificata in gara da un incidente.

Le stagioni migliori. Nel 1984 le cose girano per il meglio, la Lotus 95T è competitiva e De Angelis inaugura l'anno con un terzo posto al Gran Premio del Brasile. A Imola fa il bis, nonostante l'arrivo al traguardo con il serbatoio quasi vuoto. Costantemente in zona punti, torna sul podio nella doppia trasferta americana: secondo a Detroit e terzo a Dallas. In una stagione dominata dalla McLaren di Lauda e Prost, De Angelis chiude il campionato in terza posizione, suo miglior piazzamento in carriera. Il 1985 continua con un trend positivo e De Angelis è costantemente tra i protagonisti. A Imola, una delle sue piste preferite, arriva secondo: la squalifica di Prost però gli consegna la vittoria e, in quel momento, Elio De Angelis passa in testa al campionato ingaggiando un duello contro il connazionale Alboreto e la sua Ferrari. Nel corso della stagione Prost rimette tutti in riga e De Angelis, alla fine, raccoglie un punto in meno rispetto alla stagione precedente ed è quinto nel Mondiale. Con l'arrivo di Senna alla Lotus, De Angelis capisce che non c'è più spazio per lui e, dopo sei stagioni con il team inglese, decide di passare alla Brabham. Lì trova un altro italiano, Riccardo Patrese.

Il triste addio. Una volta alla Brabham, Elio si rende conto che le cose non vanno per il verso giusto. La BT55 - definita "sogliola" - si presenta come l'auto del riscatto dopo due stagioni senza acuti, ma nella realtà è una monoposto poco competitiva e particolarmente difficile da guidare. De Angelis prova di tutto per sbloccare il potenziale di quella macchina, così dopo l’ennesimo ritiro, va dal suo compagno Patrese e chiede di poter prendere il suo posto nel test privato al Paul Ricard. Durante le prove, a un certo punto la monoposto sbanda e centra una barriera, prima di cappottarsi e prendere fuoco. Complice il ritardo nei soccorsi, Elio De Angelis non ne esce vivo. Il ritorno in Italia della salma è accompagnato dalle lacrime della sua amata compagna, che avrebbe dovuto sposare quell'anno, e da quelle di migliaia di tifosi che avevano imparato ad amarlo. Il funerale di Elio De Angelis si tiene a Roma, in una chiesa gremita di persone a dare l’ultimo saluto non solo a quel pilota di talento, ma alla persona che era stata capace di conquistare chiunque con la sua educazione e simpatia e di incantare tutti durante le sessioni al pianoforte, che adorava suonare a ogni occasione.